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Lecco, il Coni ti dà torto: accolto il ricorso del Perugia, la battaglia riprende

Il Collegio di Garanzia ha preferito dar peso al vizio di forma sulla perentorietà dei tempi rispetto al principio del merito sportivo che rappresenta un fondamento del Coni

Un nuovo atto d'ingiustizia sportiva. Il Collegio di Garanzia del Coni, alle 21.22 di lunedì 17 luglio 2023, ha accolto il ricorso del Perugia contro il Lecco, la Figc e Lega di Serie B. Annullata, quindi, la sentenza del Consiglio federale dello scorso 7 luglio che aveva portato i blucelesti a essere inseriti nel girone unico di cadetteria, con tanto di calendario stilato a Villa Olmo l’11 luglio. E poi tutto un lancio di post social da parte della stessa Lega sul Derby del Lario in programma il 29 agosto e il 27 febbraio: ora tutto viene messo in stand by dal Comitato olimpico nazionale italiano, che ha cancellato con un colpo di spugna quanto affermato dalla Federazione; il presidente Gabriele Gravina, sulla base del parere ricevuto dalla commissione tecnica il 6 luglio, aveva definito “un problema burocratico” quello legato alla subconcessione dello stadio "Euganeo" di Padova, scagionando il Lecco relativamente al mancato rispetto della perentorietà dei termini (20 giugno). Di fatto il Coni ha sconfessato il principio del merito sportivo, quello che i blucelesti si erano guadagnati sul campo battendo il Foggia – ricorso inammissibile quello dei satanelli – sia all’andata che al ritorno. Gelata la corposa delegazione presente a Saint-Vincent, che dovrà lavorare per due settimane senza certezze sul futuro. 

Tutto per un vizio di forma che, ribadiamo, i tecnici federali avevano considerato sanato sulla base delle motivazioni presentate a Roma: entro il 20 luglio il Comitato fornirà le motivazioni prodotte dalla Sezione del Collegio di Garanzia dello Sport presieduta da Tammaro Maiello, il 28 luglio si riunirà nuovamente il Consiglio federale che tornerà a pronunciarsi sugli organici di Serie B tenendo conto di quanto detto dal Coni, il 2 agosto sarà il Tar del Lazio a pronunciarsi sui ricorsi che sicuramente arriveranno sul tavolo, mentre il 29 agosto parlerà il Consiglio di Stato. Il Brescia vede la riammissione da vicino, il Perugia può farsi forte di una sentenza clamorosa e per certi versi assurda, il Lecco dovrà serrare le file e andare fino in fondo per veder riconosciuti i propri diritti e meriti. Intanto la Serie B è letteralmente piombata nel caos, con i passi di Figc e Lega polverizzati in una bollente serata di metà luglio da una scelta che assomiglia tanto all’ennesimo tentativo di scippo.

Serie B a 21 squadre?

All’orizzonte si staglia anche il possibile cambio di format: un passaggio – eventualmente il 4° in 15 anni – che la Lega di Serie B non vorrebbe, ma che ieri sera il Coni potrebbe aver calato dall’alto. Un po’ com’era stato ventilato da più parti in queste settimane roventi. Il patron Paolo Leonardo Di Nunno è intervenuto in diretta a Telelombardia (“Andremo al TAR. Qualcuno di importante forse non ci vuole in Serie B, ma non molliamo di un centimetro. Non escludo un cambio di format con una B a 21-22 squadre. Siamo fuori al momento per colpe non nostre”) parlando a degli ospiti basiti per la sentenza, ribadendo i concetti espressi anche a TuttoMercatoWeb.com: “Siamo in Italia, un paese dove succede di tutto e dove chi ha più forza vince. Ma io la forza ho dimostrato di averla in campo, io la Serie B l’ho conquistata li, e voglio vedere chi adesso mi dice che questo torneo non posso farlo: come si può fare una cosa del genere? Questo ci complica anche il mercato, noi ricorreremo in tutti i gradi di giudizio, ma il TAR è fissato al 2 agosto, viene difficile anche contrattualizzare altri calciatori. Ma tanto qui comandano i soliti, e l’onestà non è premiata, non è quella che comanda. Noi, se non vinciamo i successivi gradi di giudizio, siamo condannati alla Serie D, ma a quel punto dirò io basta, per me il calcio chiuderà”. Intanto i legali della proprietà sono stati incaricati di prepararsi alla battaglia legale del 2 agosto.

Catania, il precedente del 2003

Sempre a Telelombardia è intervenuto l’avvocato Paco D’Onofrio, tra i massimi esperti di diritto sportivo in Italia: “Da un punto di vista processuale era possibile, ma sorprende perchè le motivazioni del comunicato della Figc impugnato tramite il Collegio sembravano motivazioni molto serie, molto solide. Quindi bisognerà capire un po’ meglio le logiche che hanno portato a questa decisione. Tutto passa alla giustizia amministrativa, a me un po’ ricorda il caso del 2003 con protagonista Catania Calcio, perché lì si fece lo stesso ragionamento, cioè di sistema. Allora si disse che, nel tempo passato tra le varie decisioni, la società ha maturato un cosiddetto diritto all’aspettativa, cioè la campagna acquisti, il business plan… Tutta una serie di strategie sono state elaborate sulla base di un presupposto che, certo, giudizialmente non era ancora definitivo, ma che nel frattempo si andava consolidando”. Il 22 luglio sarebbe attesa la Commissione impianti della Figc per un parere sul progetto di adeguamento dello stadio “Rigamonti-Ceppi”, ma, come per il mercato, tutto viene messo logicamente in pausa: il Lecco viene privato di tempo vitale per la costruzione del piano salvezza, ma di questo sembra fregare a pochi.

“In quel caso la giustizia amministrativa sollecitò la giustizia sportiva a riprendere in considerazione questa circostanza, tant’è vero che il Catania poi venne riammesso proprio per questo diritto, diciamo all’aspettativa. A quel punto, peraltro, le squadre erano diventate 21. Venne ripescato l’Ascoli, pacificamente retrocesso, per ripristinato il numero pari e venne aperta solo per loro la campagna acquisti. Da un punto di vista tecnico processuale la vicenda è abbastanza limpida e abbastanza fluida, da un punto di vista sostanziale i tempi sono… Tempi di equivoci”.

“Il Lecco è arrivato giusto a fare la domanda, il regolamento doveva concedere più tempo”, ha invece sintetizzato il noto giornalista Carlo Pellegatti sempre intervenendo durante Qui Studio a voi Stadio.

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