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Domenica, 28 Aprile 2024
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La sfida del prof Parsani: attraversare l’Arabia Saudita a bordo di una handbike

Presentata al Politecnico di Lecco l'impresa che vedrà il docente con una lesione spinale incompleta viaggiare per oltre 3.000 chilometri. "Promuoviamo ricerca e inclusione"

Partirà il 17 dicembre l’impresa che vedrà il professor Matteo Parsani attraversare la penisola dell’Arabia Saudita, dal Golfo Arabico al Mar Rosso. Quasi 150 chilometri al giorno, per un totale di oltre 3.000 chilometri: una sfida fino a poco tempo fa ritenuta impossibile per una persona che dal 2017 vive con una lesione spinale incompleta.

Il viaggio del professor Parsani, che insegna matematica applicata e scienze computazionali al Kaust (King Abdullah University of science and technology), in Arabia Saudita, è stato presentato al Campus di Lecco del Politecnico di Milano, un polo di eccellenza nel campo dell’innovazione tecnologica. "È un grande piacere per noi ospitare questo evento, perché s’inserisce in un filone di studio e ricerca che ci interessa moltissimo, quello della riabilitazione attraverso lo sport - sottolinea  la professoressa Manuela Grecchi, prorettore del Polo di Lecco dell’ateneo milanese - Inoltre, si tratta di un’ulteriore collaborazione con il Villa Beretta Rehabilitation research innovation Institute, che da diversi anni ci vede affiancati in numerosi progetti".

"Quella di Matteo non è soltanto un’impresa umana"

Sarà infatti il dottor Franco Molteni, direttore clinico del Centro di riabilitazione Villa Beretta e dell’istituto di ricerca e innovazione ad esso collegato, a monitorare il professor Parsani nella sua sfida, per comprendere a fondo gli effetti di un’attività fisica estrema sul sistema nervoso di una persona con una lesione spinale.

"Quella di Matteo Parsani non è soltanto un’impresa umana: è anche un’occasione per condividere esperienze utili al progresso scientifico - dichiara Franco Molteni - I grandissimi progressi che la tecnologia ci sta mettendo a disposizione, se usati in modo intelligente, aiutano le persone a ricostruire il senso di una vita e dimostrano che la tecnologia ci può rendere più umani".

La presentazione al Politecnico di Lecco.

Il Kaust ha da subito sposato il progetto di questo suo professore che vanta collaborazioni con il gruppo McLaren e guida un team di ricerca di circa 15 persone. "Il viaggio di Matteo attraverso il Regno dell’Arabia Saudita è una sfida immensa, che proprio per questo sarà un’importante fonte di ispirazione per stimolare la ricerca scientifica e accendere una luce sullo spirito umano - dichiara il dottor Teofilo A. Abrajano, chief of Staff al Kaust - Allo stesso modo, questa impresa simboleggia lo spirito di resilienza e dedizione incrollabile che guida il nostro Regno verso una visione trasformativa per il futuro".

Parsani: "Voglio promuovere valori come speranza e autodeterminazione"

Nella lingua araba la parola Athar significa "lasciare un segno": un termine che la dice lunga sulla molla che ha spinto il professor Parsani a portare avanti questo progetto. "Desidero avere un impatto positivo: promuovere valori come la speranza, l’empowerment e l’autodeterminazione, sostenere le persone con disabilità fisiche e promuovere l’innovazione" - spiega il professor Matteo Parsani.

"Non dobbiamo guardare lontano per vedere qualcuno che sta peggio di noi. Si tratta di riformulare il pensiero e cambiare prospettiva. Quando affrontiamo un momento di incertezza e ci sentiamo bloccati, dovremmo comunque essere grati, anche per le cose che ci sembrano ovvie. Dobbiamo avere fiducia, perché quando una porta si chiude, se ne apriranno altre quattro. E si aprono tutte su un balcone con vista sull’oceano".

Mauro Piazza: "Sport, inclusione e ricerca sono prioritari per Regione Lombardia"

Lo spirito del protagonista della missone chiamata "Athar - East to West" non ha conquistato solo l’Arabia Saudita. Anche le istituzioni sono rimaste colpite da questo prof coraggioso nato a Scanzorosciate, un paesino della Bergamasca. "Il docente Matteo Parsani sarà protagonista di un’impresa dal valore sportivo e sociale di altissimo livello - dice la dottoressa Lara Magoni, sottosegretario con delega allo sport e ai giovani di Regione Lombardia - Per questo motivo, è con grande onore che desidero consegnargli la bandiera lombarda e nominarlo Ambassador di un impegno che Regione Lombardia ha preso e continuerà a mantenere: rendere la nostra regione quanto più inclusiva possibile. Per fare ciò la ricerca è fondamentale e realtà come il Politecnico di Milano, in tutte le sue diramazioni, rappresentano per noi eccellenze da sostenere e salvaguardare".

A portare i saluti del presidente della Regione, Attilio Fontana, è anche il lecchese Mauro Piazza, sottosegretario con delega Autonomia e rapporti con il consiglio regionale. "Sono qui con grande piacere, per l’importanza di questo palcoscenico internazionale, vista la presenza della delegazione dall’Arabia Saudita - afferma Piazza - Rappresento un territorio che si distingue sempre di più per le eccellenze nel tema della riabilitazione e della qualità di vita degli ambienti. Inoltre, tematiche come lo sport, l’inclusione e la ricerca sono nell’agenda di Regione Lombardia, che su questi temi è da sempre all’avanguardia".

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