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Auto e moto Mandello del Lario / Piazza Leonardo da Vinci

Il raduno dedicato all'uomo che percorse 13mila chilometri in Vespa fino in Giappone

In tanti al memorial "Patrignani" in scena oggi a Mandello, già patria della Guzzi. Il fascino di un'impresa senza tempo

"Nel 1963 sono stato trafitto dall'idea di recarmi in Oriente in motocicletta mentre scendevo dal santuario di Monte Sant' Angelo, durante il periodo trascorso a San Giovanni Rotondo, ed eccomi qui all'inizio del 1964 ad impegnarmi con tutte le mie forze perchè l'avvincente proposito possa senz'altro essere realizzato". Le parole sono tratte dal libro “Pane e chilometri” di Roberto Patrignani, il mandellese che coprì il percorso da record di ben 13mila chilometri partendo l'11 luglio del 1964 da Milano in direzione Tokyo in sella ad una Vespa 150 di casa Piaggio.

Fabio, da Lecco a Tokio in Vespa per replicare l'impresa di Patrignani

Il motociclista - sportivo e giornalista, scomparso nel 2008 - attraversò molti Paesi prima di raggiungere l'agognata meta: Jugoslavia, Grecia, Turchia, Siria, Libano, Giordania, Iraq, Iran, Afghanistan, Pakistan, India, Thailandia, Malesia, e Hong Kong, fino all'arrivo nella capitale del Giappone.

Tante le Vespe schierate a Mandello del Lario, in prrima fila la moto che fece l'impresa.

Un'impresa titanica portata termine din 102 giorni e ricordata oggi, domenica 8 ottobre, con la presenza in piazza Leonardo da Vinci a Mandello della mitica due ruote tutt'oggi funzionate, in occasione della XIII edizione del memorial vespistico intitolato proprio a Roberto Patrignani.

Una quarantina le moto di Casa Piaggio iscritte e partecipanti alla giornata. Evento che ha preso il via alle ore 10 dalla città della Guzzi con destinazione Bellano, centro rivierasco dove si è consumato l'aperitivo prima del pranzo a Indovero, in Valsassina, con visita a un'azienda agricola locale.

I parenti di Roberto Patrignani.

Nella piazza del municipio la foto di rito, con al centro la "Regina" delle Vespe e i famigliari di Roberto Patrignani con la moglie Conny e i figli Marzia e Franco, quest'ultimo custode della moto del padre che oltre ad essere un grande motociclista fu anche uno stimato giornalista sportivo. L'evento di oggi ha così trasmesso ai partecipanti le emozioni e ricordi di quel mitico viaggio in solitaria, che valse a Patrignani il soprannome di "Poeta volante". (Si ringrazia Alberto Bottani per le foto e la collaborazione)

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