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"Caro bollette, è allarmante la situazione prezzi dell’energia elettrica"

Il parlamentare lecchese Arrigoni, Lega, chiede al Governo più fondi per mitigare i costi ad aziende, famiglie e Comuni: "Insufficienti 2 miliardi in manovra"

Allarme caro bollette, il senatore lecchese Paolo Arrigoni (Lega) chiede più fondi al Governo per mitigare i costi a favore di famiglie, aziende, privati e Comuni. "I prezzi medi giornalieri del mese di ottobre dell’energia elettrica certificano che in Europa l’Italia conserva il triste primato negativo - sottolinea Arrigoni, responsabile Energia della Lega - Una situazione esplosiva che ricalca, aggravandosi, quella di settembre quando il nostro Governo è stato costretto ad intervenire stanziando 3,4 miliardi per mitigare, al solo 30%, l’aumento delle bollette della luce per il 4° trimestre 2021. Rispetto alla media di settembre, dove il prezzo dell’energia era di 158,59 Euro/MWh, il prezzo medio giornaliero di ottobre è infatti salito a 217,63 Euro/MWh: un aumento del 37%, con un trend a inizio novembre che purtroppo è stabile e, anzi, probabilmente è destinato a salire. Infatti le quotazioni del gas restano alte e abbiamo la stagione fredda alle porte". 

"Occorre almeno raddoppiare le risorse"

"È un campanello d’allarme da non sottovalutare, che fa inoltre capire come i 2 miliardi stanziati in legge di bilancio per limitare il caro bollette nel 1° trimestre 2022 sono decisamente insufficienti e ben lontani dalla cifra necessaria per avere un effetto di mitigazione simile a quello ottenuto nel 4° trimestre. Occorre almeno raddoppiare le risorse”.

"Le nostre imprese stanno soffrendo"

"Tra l’altro per il 4° trimestre il significativo impegno economico del Governo ha purtroppo escluso dai benefici l’iva agevolata per il gas per l’autotrazione (oltre 1 milione di auto a metano oggi pagano il combustibile il 70% in più rispetto lo scorso anno) e per il teleriscaldamento, i Comuni e in generale le Pubbliche Amministrazioni e soprattutto le medie e le grandi imprese per le forniture elettriche e le energivore del gas. Al momento si salvano solo coloro che hanno fatto contratti di fornitura di energia a prezzo fisso - incalza Arrigoni - Insomma, le nostre imprese stanno maledettamente soffrendo, alcune sono state costrette a rallentare ed anche fermare la produzione e la loro competitività internazionale sarà sempre più compromessa se non si prendono al più presto contromisure strutturali".

"Meno ideologia e più pragmatismo"

“Le cause di questa situazione sono da ricercare nell’eccessiva dipendenza energetica dall’estero del nostro Paese e dal nostro particolare mix energetico. Appare evidente che i paesi che sfruttano il nucleare e che non hanno ancora rinunciato al carbone stanno meglio - continua il Senatore della Lega - Senza arrivare agli eccessi cinesi, è necessario riflettere con pragmatismo, bandendo l'ideologia e i facili slogan ambientalisti, su come portare avanti la transizione ecologica. Bene chiedere in Europa un piano per lo stoccaggio comune di gas naturale, ma non basta. A maggior ragione in questa situazione, continuare a rinunciare allo sfruttamento delle nostre georisorse nazionali sarebbe irresponsabile e drammatico per le tasche di famiglie e imprese”.
 

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