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Sabato, 27 Aprile 2024
Economia Casatenovo / via Sant'anna 5

Gruppo Vismara Ferrarini: i sindacati chiedono chiarezza

A proposito del futuro dello stabilimento di Casatenovo del gruppo Vismara Ferrarini, Enzo Mesagna e Massimo Sala, segretari generali di FAI CISL Monza Brianza Lecco - FLAI CGIL Lecco chiedono all'azienda una maggiore chiarezza.

Mesagna e Sala non concordano con le esternazioni di Ferrarini:"Vista l'importanza del tema vogliamo rispondere alle dichiarazioni dei giorni scorsi di Lisa Ferrarini, consigliere delegato del gruppo Vismara Ferrarini, Crediamo sia necessario fare chiarezza su quanto in realtà sta succedendo partendo dal punto di vista di chi rappresentiamo e cioè le lavoratrici ed i lavoratori di un’ azienda storica del nostro territorio. La riorganizzazione dello stabilimento Vismara è ormai in atto da tempo ( il trasferimento nel nuovo sito produttivo risale ad un paio di anni fa ) e ha visto negli ultimi mesi una fuoriuscita di circa 25 dipendenti ( seppur volontari ) a seguito della decisione aziendale di diminuire il numero del personale per cercare di ridurre il costo del lavoro".

"Come se ciò non bastasse - proseguono all'unisono Mesagna e Sala -, non era ancora terminato il processo di licenziamento che la proprietà aziendale ci ha presentato al tavolo di trattativa un nuovo progetto di ristrutturazione che prevede l’ introduzione all’ interno dell’ azienda di una cooperativa a cui cedere non solo parte dell’ attività produttiva ma soprattutto circa la metà dei dipendenti oggi occupati in azienda ( 118 su un numero complessivo di circa 250 unità ). In parole più semplici significa che dall’ oggi al domani i lavoratori coinvolti in questo processo si troveranno a fare lo stesso lavoro, all’ interno della stessa azienda non più alle dipendenze di Vismara ma alle dipendenze di una cooperativa, con grosse penalizzazioni nell’ ambito delle tutele economiche ma soprattutto normative".

Ecco quindi che Sala e Mesagna spiegano le posizioni dei sindacati: "Come organizzazioni sindacali riteniamo che questa decisione sia del tutto inaccettabile perché scarica completamente sui lavoratori le difficoltà che il mercato presenta in un momento storico già di per sé complicato. E’ troppo facile essere competitivi abbassando in questo modo il costo del lavoro e coprire così le inefficienze presenti nello stabilimento, che pur essendo nuovo, non è stato a nostro modo di vedere strutturato con le dovute attenzioni alle necessità del processo produttivo. Da questa proprietà ci saremmo aspettati qualcosa di diverso".

Cosa chiedono e propongono CISL e CGIL: "Riteniamo che per affermarsi oggi su un mercato difficile e competitivo come quello alimentare, e dei salumi in particolare, siano necessarie altri tipi di strategie industriali, occorre investire maggiormente sugli impianti produttivi e sulle innovazioni, spingere con strategie commerciali aggressive i propri prodotti. Pur di evitare il ricorso alle cooperative abbiamo anche sfidato l’ azienda a costruire insieme a noi e ai lavoratori un nuovo sistema di organizzazione del lavoro, che potesse in qualche modo rispondere alle esigenze di flessibilità che il mercato richiede, ma la risposta è stata quella di procedere unilateralmente nella direzione della cessione di parte dell’ azienda. Riteniamo questo percorso pericoloso e sicuramente non condivisibile e pertanto cercheremo di evitare che ciò accada, con l’ obiettivo di tutelare al meglio i lavoratori che rappresentiamo"

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