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La storia di Alvaro, pescatore da oltre 60 anni: "Com'è cambiato il lago"

Colombo: "Il sistema lacustre si è purtroppo impoverito, ci sono molti meno pesci. Riscopriamo valori e tradizioni di un tempo"

Ogni mattina raggiunge il "suo" lago ad Abbadia per andare in barca a pescare o per una semplice passeggiata sulla riva, da dove ammira quella distesa d'acqua che racchiude il suo passato e presente di pescatore, la sua storia. In questo comune appena a nord di Lecco 71 anni fa nasceva Alvaro Colombo, figura molto conosciuta in paese per la sua attività di pescatore sportivo da oltre mezzo secolo... "In realtà saranno ormai 65 anni" - precisa subito Colombo. Trascinati dalla curiosità di conoscerlo meglio e di capire come è cambiato il lago negli ultimi decenni, ci facciamo accompagnare al porticciolo dov'è ormeggiata la sua barca, la fedele amica delle uscite lacustri.

Come un "c'era una volta”, inizia il suo racconto. "A sei anni ho preso tra le mani la mia prima canna da pesca - ricorda Alvaro - Tramite la società pescatori Luigi Binda già partecipavo alle gare, organizzate per i bambini,  i Pierini. Andavo a piedi nudi per le spiagge. Preparavo le esche usando more, ciliege, fichi, formaggi e lombrichi. Ed anche mosche e cavallette". Un passatempo spontaneo quello dell'allora piccolo Alvaro, sempre in acqua dalla mattina alla sera, nel suo lago. Una passione che l'ha accompagnato fino ad oggi.

"I pesci più piccoli sono spariti anche per colpa del siluro e di scelte sbagliate"

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"Non ricordo mai di avere preso scappellotti dai miei genitori, perchè il pescato di quel periodo serviva per la tavola. Per cui mamma e papà si guardavano bene dallo sgridarmi se facevo tardi o se ero stato molto tempo a pescare. Mi ricordo che del pesce si mangiava tutto, persino la testa, senza una pulitura totale, la cosidetta filettatura". Poi gli anni passano, i tempi cambiano. E pure l'ecosistema lacustre viene messo a dura prova da tanti fattori. "Il mancato ricorso all'allevamento e a protezioni non adottate nel tempo hanno impoverito il lago - sottolinea Colombo - Molti predatori ora presenti, come il pesce siluro, hanno poi contribuito alla scomparsa dei pesci piccoli". Tra questi le alborelle, un tempo simbolo del ramo lecchese del lago di Como. Si fatica anche, sempre di più, a pescare persici e lavarelli, più frequenti invece i lucci e, nel periodo giusto, gli agoni...

Nel complesso però si registra una significativa perdita di piccoli e caratteristici pesci del lago, una perdita che amareggia il nostro interlocutore, molto legato a quello specchio d'acqua. Alvaro, nel suo racconto, fa emergere tutto quell'universo che si associa al binomio lago-pesca. I venti, le brezze, le breve nel linguaggio dialettale. Un pescatore provetto come lui non può ignorare questi cambiamenti naturali. "Il vento come per le coltivazioni è un veleno anche per i pesci. Infatti lo avvertono prima e per tre o quattro giorni non peschi più. Perchè l'acqua necessità di tranquillità".

Alvaro lago-2

A 71 anni Alvaro continua a pescare, a rimanere legato a questo suo mondo e con impegno si attiva per passare il testimone alle nuove leve, ai neofiti come Martin pescatore. "Il problema è quello di riuscire a insegnare 'il mestiere' a questi giovani compatibilmente con la sempre maggiore mancanza di tempo libero da parte loro. Ci sono ragazzi che si dimostrano interessati ad apprendere. Il mio insegnamento va nella direzione di una pesca non finalizzata alla vendita. Pescare per il solo gusto di fare abboccare il pesce all'amo non ha senso. Ho visto tanti giovani rimettere in acqua di nuovo il pescato dimostrando una giusta sensibilità. Non siamo più ai tempi della mia infanzia in cui il pesce costituiva il pasto giornaliero. L'importante è cercare di mantenere vive e tramandare le vecchie tradizioni e la cultura locale. Anche questo è un modo per difendere il lago da troppi cambiamenti che non sempre sono sinonimo di miglioramenti".

(Si ringrazia Alberto Bottani per la collaborazione)

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