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Lecco studia la Casa di Comunità: “Occasione da non perdere”

Varie istituzioni hanno dato vita a un partecipato seminario

Un progetto che possa aiutare il territorio. A metà settimana si è tenuto presso la sede dell’ASST Lecco il seminario di presentazione del documento “Case di Comunità, una proposta per il territorio del Distretto di Lecco: occasione da non perdere per una reale risposta ai bisogni di salute”. L’evento, coordinato dal Presidente dei Sindaci del Distretto di Lecco Guido Agostoni, ha visto la presenza dei direttori generali di ATS e ASST, e dei principali soggetti che hanno collaborato alla stesura del documento. Hanno inoltre presenziato S.E. il Prefetto Castrese de Rosa e il neoeletto presidente della Provincia di lecco, Alessandra Hofmann. Il seminario è stato seguito, in parte in presenza e in parte da remoto, da oltre 100 partecipanti (amministratori locali, organizzazioni sindacali, soggetti del terzo settore e del volontariato).

La proposta del Distretto di Lecco si innesta nel contesto delle norme nazionali e regionali, che stanno ridisegnando l’offerta di servizi sanitari e sociali nei territori, in un’ottica che passa da una visione “ospedalocentrica” della salute alla centralità del ruolo dei territori. La pandemia infatti ha evidenziato sia a livello sanitario che sociale la necessità di rivalutare, rivitalizzare i luoghi di prossimità, aprire alla partecipazione dei cittadini come protagonisti nella risposta ai propri bisogni, decentrare l’offerta di servizi.

Gli interventi

Nella sua introduzione Guido Agostoni, Presidente del Distretto di Lecco e del Dipartimento Welfare di ANCI Lombardia ha ricordato come l’opportunità creata dagli investimenti previsti dal PNRR e il recente processo regionale di riorganizzazione dalla Sanità territoriale non abbiano trovato impreparato il territorio lecchese che si è subito attivato, “valorizzando esperienze e modalità di collaborazione già costruite e sperimentate in questi anni e consolidatesi durante la pandemia”.

La ricchezza e la varietà delle strutture sanitarie, sociali e di volontariato presenti nel territorio della Provincia di Lecco, con la loro capacità di “fare rete stanno a dimostrare come l’attenzione alla propria comunità faccia parte delle nostre stesse radici culturali”.

Il Distretto dei Comuni di Lecco (con gli Ambiti di Bellano. Lecco e Merate), gli Ordini dei Medici e delle Professioni infermieristiche, Federfarma, la Cooperativa dei Medici di Famiglia COSMA, Confcooperative dell’Adda e il CSV (Centro Servizi Volontariato), con ATS Brianza e ASST Lecco hanno cercato da subito di dare un contenuto ad una delle nuove strutture territoriali previste dal PNRR e da Regione: le Case di Comunità.

Il tavolo di lavoro da cui nasce il documento, secondo Agostoni “intende dare indicazioni pratiche, comuni e condivise, affinché queste strutture non siano solo poliambulatori, ma servizi pensati per rispondere ai bisogni di salute e non solo di cura, ma di ascolto, attenzione, personalizzazione, visione della persona nell’insieme dei suoi bisogni e possibilità. Per cambiare paradigma e rinnovare il Sistema è necessario lo sforzo e il confronto costante fra tutti, costruendo livelli di governance realmente partecipati”.

Il prefetto di Lecco dott. Castrese De Rosa, apprezzando il lavoro svolto, ha richiamato “il valore della sintesi e della coesione che contraddistingue il territorio lecchese in ogni campo e l’importanza di uno sguardo comune di attenzione ai cittadini e, in particolare, ai più fragili. Un territorio che può e sa sperimentare l’innovazione fondata su rapporti di fiducia e corresponsabilità”

Il direttore generale dell’ATS Brianza Carmelo Scarcella ha sottolineando come “il PNRR sia una grande occasione per i territori, un momento per iniziare veramente a dialogare e collaborare per la realizzazione di strutture capaci di rispondere ai bisogni della popolazione. Solo chi vive i territori può conoscere le reali necessità degli stessi. Per questo la programmazione di ATS nei mesi scorsi si è caratterizzata per il dialogo con i principali stakeholder di questa provincia e l’esito del lavoro è evidente a tutti: la popolazione della provincia di Lecco potrà contare sui servizi offerti da 8 Case di Comunità e 4 Ospedali di Comunità.  

Il direttore generale dell’ASST di Lecco Paolo Favini ha sottolineato che “il Modello Lecco interpreta già da tempo i bisogni di una sanità realmente integrata al territorio. Il nostro Dipartimento della Fragilità da anni lavora in tal senso: prende in carico di pazienti complessi comorbidi seguendoli nel loro percorso ospedaliero e post ospedaliero anche con i medici di medicina generale. Attraverso l’ADI - Assistenza Domiciliare Integrata -e il DIFRA si realizza una modalità di presa in carico aderente ai nuovi bisogni della medicina della complessità ed il modello Lecco è in linea con i desidera di PNRR, Agenas e R.L. l’esperimento di alleanza tra ASST e Cosma già attivo sulla comunità dimostra l’efficacia del modello che deve proseguire con una forte integrazione con i MMG che deve diventare SISTEMA”.

Marco Magri, responsabile della COOP. COSMA dei MMG ha evidenziato nella presentazione che aver costruito un documento condiviso “rappresenta forse la prima esperienza in Regione Lombardia, segnando un metodo di lavoro che, evitando particolarismi, ha coinvolto le istituzioni sanitarie, gli enti locali, gli ordini professionali di medici, infermieri e farmacisti, la Cooperazione sociale locale e il Volontariato. Sono state tracciate le premesse di una medicina di prossimità e di un sistema che guarda davvero al territorio”. Si tratta di un segnale forte per la progettazione concreta anche degli Ospedali di Comunità e delle Centrali Operative Territoriali previste dal PNRR e dalla riforma.

Case di Comunità: a cosa servono

Per passare dalle idee ad operatività concrete servirà ancora del tempo, ma già da subito alcuni aspetti sono stati pensati per realizzare almeno due tipologie di intervento come ha richiamato Ruggero Plebani del Distretto di Lecco: “Case di Comunità strutturate per rispondere ai bisogni delle persone con fragilità croniche e non autosufficienti, attenzione ai percorsi territoriali per la salute mentale, attraverso servizi di prossimità sanitaria, telemedicina, interventi domiciliari e socioassistenziali integrati, di sostegno e relazione; Case di Comunità strutturate come poli di attenzione al materno/infantile/minorile per sostenere le fragilità genitoriali, garantire servizi consultoriali ed educativi, sostegno psicopedagogico”.

Gabriele Marinoni, presidente di Confcooperative dell’Adda condividendo il processo avviato ha manifestato l’interesse della Cooperazione Sociale locale “per un’alleanza intorno ai bisogni della popolazione in una prospettiva di corresponsabilità pubblica, condivisione di letture, integrazione di visioni, approcci, risorse. Siamo tutti chiamati ad un cambio di sguardo e mentalità che chiede luoghi di confronto, scelte di metodo, formazione per realizzare davvero un welfare di prossimità reso ancor più necessario dalle evidenze portate dalla pandemia. Servono oggi dimensioni meno formali e burocratiche e più capacità di ascolto, valorizzazione delle persone e degli operatori sia del sanitario che del sociale”.

Filippo Viganò, presidente del CSV Monza Lecco Sondrio ha evidenziato l’importanza che questo metodo di lavoro sia assunto anche dagli altri territori dell’ATS. “Il CSV con le proprie reti associative e i propri volontari è pronto a concorrere alla costruzione di un sistema territoriale che accompagni le persone a cogliere i cambiamenti, ad orientarsi, ad informarsi. I volontari saranno le “Antenne sociali e le Sentinelle della salute” diffuse nei territori, per svolgere azioni di prossimità e di mediazione”.

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