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"L'alveare che dice sì" approda nel Lecchese. Per una spesa a km zero

"L'obiettivo del progetto è combinare tecnologia e agricoltura sostenibile per accorciare la filiera"

Un nuovo modo per vendere e comprare i prodotti locali utilizzando internet e la sharing economy: questa l’idea alla base de "L'Alveare che dice Sì!", la start up che il 23 marzo arriverà a Dolzago. "Il nostro obiettivo è quello di combinare tecnologia e agricoltura sostenibile per accorciare la filiera, e permettere a chiunque di fare la spesa online direttamente dai piccoli produttori del territorio" spiegano i promotori del progetto che sta diffondendo in varie parti d'Italia un modello di acquisto etico e sostenibile. "Tramite la piattaforma www.alvearechedicesi.it, chiunque può fare la propria spesa direttamente dai piccoli produttori del territorio sostenendo così l’economia locale e il consumo di prodotti freschi, genuini e a chilometro zero. La rete degli Alveari ha già conquistato più di 160.000 consumatori su tutta Italia". E presto inaugurerà un nuovo punto nel comune della Brianza lecchese

L'idea era stata lanciata in Francia 12 anni fa, sviluppandosi poi rapidamente in tante regioni d’Italia. "La piattaforma di vendita favorisce gli scambi diretti fra agricoltori locali e comunità di consumatori, che possono vendere online e ritrovarsi una volta alla settimana in mercati temporanei a Km 0, conosciuti come Alveari. Ad oggi sono più di 200 gli Alveari presenti in Italia, e 3000 i produttori che li riforniscono".

L’Alveare del Molino a Dolzago

Il luogo che, dal 23 marzo, ospiterà la distribuzione settimanale della spesa è il Molino Brambilla, in via Corsica 9 dove ogni giovedì dalle 18 alle 19 il gestore Giacomo vi accoglierà insieme ai produttori. Sono già più di 10 le piccole aziende locali che si sono iscritte all'Alveare, proponendo un’offerta di prodotti molto varia: frutta, verdura, carne bovina, di pollo e coniglio, formaggi e uova ma anche pane casereccio, succhi di frutta, conserve e vino. I produttori associati sono stati selezionati nel pieno rispetto del chilometro zero: distano infatti in media 15 km dall’Alveare. Giovedì 23 marzo a partire dalle 18, il gestore e i produttori dell’alveare si presenteranno con una piccola degustazione inaugurale aperta a tutti, iscritti e non. È possibile iscriversi gratuitamente all’Alveare di Dolzago a questo link

Il team dell'Alveare che dice sì.

Come funziona l’Alveare che dice sì!

I produttori locali si iscrivono al portale www.alvearechedicesi.it e si uniscono in un “alveare”, mettendo in vendita online i loro prodotti: frutta, verdura, carne, formaggi. I consumatori che si registrano sul sito possono acquistare ciò che desiderano presso l’Alveare più vicino casa, scegliendo direttamente sulla piattaforma, senza abbonamenti o minimi d’ordine. Il ritiro dei prodotti avviene settimanalmente nel giorno della distribuzione organizzata dal gestore dell’Alveare, cioè colui che ha preso l’impegno di tenere il contatto con gli agricoltori e che si occupa di pianificare eventi, aperitivi e visite guidate nelle aziende dei produttori per creare un vero network di relazione e conoscenza diretta.

200 Alveari su tutto il territorio nazionale

Chiunque può diventare gestore di un alveare: dal libero professionista all’impiegato, dal pensionato allo studente. "La gestione di un Alveare è un’attività complementare che prevede una remunerazione che può diventare interessante come reddito complementare; una professione della nuova gig economy che per qualcuno è già diventata unica occupazione, permettendo al gestore di vivere di Alveare". L’Alveare che dice sì! è una startup nata nel 2015 con base a Torino e Milano. È un progetto che ha origine in Francia nel 2011 col nome di “La Ruche qui dit Oui”, e che nel paese transalpino ha ottenuto un enorme successo: ad oggi sono più di 1.000 gli alveari presenti Oltralpe. In Italia sono già sorti oltre 200 alveari su tutto il territorio nazionale. 

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