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Il film "One more jump" e il parkour, a Mandello la tappa finale di Immagimondo

Ieri al teatro De Andrè si è tenuta la serata che ha chiuso la 23esima edizione del Festival. Tra i temi trattati la difficilissima vita nella Striscia di Gaza dove lo sport urbano può rivelarsi uno strumento di riscatto e libertà

Se il parkour nato in Francia negli anni Novanta è espressione di uno sport che induce i praticanti ad eseguire percorsi in ambito cittadino superando ostacoli "urbani" con salti, arrampicate, equilibri, per i ragazzi della Striscia di Gaza è stato ed è un qualcosa in più.

Con quattro anni di lavorazione lo ha dimostrato il regista nativo di Rovereto, Emanuele Gerosa che ha portato sugli schermi "One More Jump", il film documento in cui la reale storia di Jehad e Abdallah giovani palestinesi nati nella martoriata Area del Medio Oriente, danno vita a questa disciplina sportiva. Loro vogliono trasmettere ad altri questo sport che unendo testa e corpo diviene occasione di riscatto e libertà da quella vita continuamente sconvolta dalle bombe e caratterizzata dalla ricerca di un destino diverso.

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Un messaggio veicolato nella serata di ieri, sabato 3 ottobre, al Teatro comunale De Andrè di Mandello del Lario. Nel comune del lago, come in passato, si sono chiusi gli appuntamenti del Festival Immagimondo partito da Lecco il 19 settembre scorso. Questa 23esima edizione che pur in epoca di Covid-19 gestito con le cautele dovute ha radunato un pubblico attento e partecipativo come nella serata mandellese.

La 23esima edizione di Immagimondo: programma e protagonisti

A presentare la serata la coordinatrice Silvia Tandardini con il neo assessore alla Cultura e Istruzione del Comune di Mandello, Doriana Pachera alla sua prima uscita nel ruolo istituzionale affidatole dopo il voto delle urne. Ad aggiungere al contenuto emotivo del film direttamente veicolato al pubblico in sala, la presenza alla proiezione mandellese del regista Gerosa con il protagonista Abdallah Inshasi che dopo aver lasciato la famiglia e gli affetti a Gaza ora vive in Italia da rifugiato politico.

La presenza in sala del direttore artistico e del personaggio attore reale che nella sua terra d’origine ha dato vita alla prima squadra di parkour del mondo arabo ha calamitato le domande dei presenti a fine proiezione. Una serata segnata dal segno più, di un positivo a cui, conoscenza e interesse per storie lontane da noi magicamente entrano nelle menti e nei cuori, grazie a chi, nel nostro caso il regista Emanele Gerosa ha saputo cogliere e trasmettere nella sua vera integrità.

(Si ringrazia Alberto Bottani per la collaborazione)

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