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Domenica, 28 Aprile 2024
La scoperta / Bonacina / Via Sant'Egidio

Sant'Egidio, grande scoperta: riecco l'affresco medievale di Giona

All'interno della chiesetta che si trova nella zona delle pozze di Bonacina è stato scoperto il volto del profeta

Il profeta Giona è tornato alla luce. Per meglio dire, la chiesetta di Sant'Egidio ha restituito un affresco medievale con la rappresentazione del protagonista dell'omonimo libro dell'Antico Testamento, festeggiato lo scorso 21 settembre. Il volto del profeta ebreo antico è tornato alla luce durante le indagini autorizzate dalla spettabile Sopritendenza e svolte dalla Ditta Luzzana Restauri di Civate nella chiesetta che si trova nel rione di Bonacina, a fianco del torrente Caldone che scende dalla Valsassina.

L'antica struttura è balzata di recente agli onori della cronaca per essere arrivata prima in provincia di Lecco, quarta in Lombardia e quattordicesima in Italia, come Luogo del Cuore FAI 2023, con quasi ottima segnalazioni. “Come conseguenza, in forza di precedenti donazioni espressamente destinate alla Chiesetta, la Parrocchia Beata Vergine di Lourdes, nelle persone di Don Walter Magnoni e Don Marco Tenderini, ha assegnato allo Studio Tecnico e Architettura della dottoressa Luisa Carolina Valsecchi, architetto, la redazione del progetto di restauro conservativo e all'ingegner Christian Amigoni il progetto per il rinforzo strutturale dell'Oratorio campestre dedicato a S. Egidio, il cui valore storico e identitario per la Comunità è indiscusso”, spiega Domizia De Rocchi, presidente dell’associazione "Insieme per Sant’Egidio".

affresco giona sant'egidio 1

“Ed ecco la meraviglia: durante le indagini stratigrafiche sulle superfici interne le restauratrici Anna e Orietta, sotto la supervisione del maestro Giacomo Luzzana hanno riportato alla luce l'immagine potente di quello che sembra proprio essere il profeta Giona. Sono in corso le verifiche e gli approfondimenti da parte degli organi preposti, per la datazione e le informazioni aggiuntive ma già ora possiamo sostenere che Sant'Egidio continua ad alimentare il nostro stupore”, prosegue Domizia De Rocchi, presidente dell'associazione che si è fatta promotrice delle iniziative in corso d'anno per riportare la chiesetta all'attenzione ma anche all'uso della comunità.

“Possiamo parlare di un edificio dalla solenne umiltà, capace di accogliere tutto e tutti, dal pianista jazz ai filosofi del festival, dal quartetto d'archi al flauto di Pan. E anche di un contesto ambientale, di un'oasi di pace a ridosso della città accessibile a tutti e soprattutto ricco d'acqua. Forse non è un caso, oltre alla coincidenza del 21 settembre - giorno di San Giona - con la data della sua riscoperta, che il primo volto riapparso sia così strettamente collegato all'acqua”.

affresco giona sant'egidio 2

“Prezioso elemento”

Di seguito la relazione dell'architetto Luisa Carolina Valsecchi:

“La chiesa campestre dedicata a Sant' Egidio è inserita in un luogo dove la natura è predominante. L'architettura storica convive da millenni con le particolari condizioni geologiche del sito, giungendo sino a noi ancora integra e autentica. Sicuramente fu un fatto straordinario a guidare la comunità nel fondare il piccolo edificio di culto tra la forza impetuosa delle acque, l'energia del bosco e la dominanza delle montagne lecchesi.

A Sant'Egidio, da alcuni mesi, si susseguono eventi culturali e campagne di studio per valorizzare e proteggere il bene.

Sono tantissime le figure che lavorano, pensano e contribuiscono.

Per me è un privilegio far parte di questo gruppo di lavoro costituito da professionisti specializzati, esperti, volontari e sostenitori. Il mio ruolo è prettamente tecnico ma è facile trovare un coinvolgimento anche spirituale grazie al luogo e alle persone che incontro lì.

La chiesa è come uno scrigno di sapere e di fede. Molteplici documenti e fonti storiche reperite aspettano di essere tradotte, studiate e divulgate. La conoscenza del bene è il primo passo per proporre un corretto intervento conservativo. Il secondo è quello di toccare la materia storica, il costruito, la polvere dei muri e guardare da vicino gli elementi architettonici e decorativi, e predisporre una diagnosi corretta.

Giona Immagini 2

Diverse sono le strategie e le indagini per ottenere utili informazioni materiche e storiche, come la campagna stratigrafica che mette in luce i vari strati di finitura soprammessi durante i secoli e, attraverso un'attenta analisi, se ne deducono le epoche e i livelli costruttivi.

La scorsa settimana, in occasione della campagna stratigrafica a sant'Egidio, autorizzata dalla competente Soprintendenza, è accaduto quanto speravamo, ovvero il ritrovamento di tracce di affreschi arcaici, all'interno del catino absidale e sull'arco presbiterale. Il volto di un profeta (Jonas?) con decori e motivi floreali. I colori alla calce sono splendidamente conservati e trasmettono una vivacità inaspettata.

Grazie alle mani sapienti delle restauratrici della ditta Luzzana Restauri di Civate, ora abbiamo un prezioso elemento in grado di fornire nuovi dati storici e temporali.

La relazione tecnica della ditta Luzzana si conclude affermando che "nonostante i numerosi interventi manutentivi, eseguiti con il nobile intento di conservare e dare all'interno del sacro edificio un aspetto dignitoso, è stato possibile far riemergere porzioni di elementi decorativi e pittorici riconducibili a vari periodi esecutivi, ascrivibili a diverse epoche. Le stratigrafie hanno evidenziato la presenza di fasce decorative riscontrabili sotto un solo strato di scialbo. Proseguendo l'indagine in profondità e in una zona priva del frammento decorativo, si è arrivati ad una superficie discretamente conservata ove è rappresentata una figura, probabilmente un profeta, riconducibile ad un momento esecutivo, con ogni probabilità, ascrivibile al periodo compreso tra la metà del secolo XIV e i primi decenni del Quattrocento. Gli interessanti elementi decorativi e pittorici emersi, miracolosamente sopravvissuti a innumerevoli ripristini e rifacimenti, dovranno essere riportati alla luce recuperando in primo luogo le decorazioni più recenti, proseguendo poi con cautela il lavoro di ricerca di eventuali ulteriori reperti".

Ora è possibile procedere con un accurato rilievo materico e del degrado su tutte le superfici della chiesa e concordare con gli organi di tutela un progetto conservativo adeguato.”

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