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Domenica, 28 Aprile 2024
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Tre anni per svoltare sui treni in Lombardia

I vertici di Rfi sono comparsi davanti alla Commissione Territorio di Regione Lombardia. Tanti temi lecchesi all'ordine del giorno

Il tema dei treni è sempre molto caldo in Lombardia. E la speranza è quella della Regione è quella di svoltare nel giro di tre anni. Lo stato di attuazione dei progetti del Pnrr riguardanti la rete ferroviaria in Lombardia e l’analisi della situazione dei lavori pianificati o in corso nei diversi nodi di transito in tutto il territorio regionale: l’audizione dei vertici di Rete ferroviaria italiana in Commissione Territorio ha permesso nel corso di una lunga seduta di affrontare il quadro generale delle opere insieme ai problemi di ogni singola provincia. Nel "menù" tanti temi lecchesi.

“Ringrazio Rfi per la disponibilità che ci ha permesso di avere una visione di tutta la situazione della rete -ha commentato al termine dell’incontro il Presidente della Commissione Jonathan Lobati (FI) - e soprattutto per l’assicurazione che ci è stata data di verificare periodicamente punto per punto quanto emerso oggi, monitorando così le diverse criticità esistenti. L’auspicio è che i prossimi tre anni rappresentino davvero una svolta in positivo per la rete ferroviaria lombarda”.

A rispondere alle numerose domande dei Consiglieri regionali è stato l’amministratore delegato e direttore generale di Rfi Gianpiero Strisciuglio insieme allo staff tecnico aziendale. 
Per quanto riguarda i progetti del Pnrr è stato riferito che le gare d’appalto sono state tutte concluse e che il 2024 sarà l’anno dell’apertura di tutti i cantieri. Complessivamente in Lombardia gli investimenti nei prossimi dieci anni raggiungeranno la cifra di 23,5 miliardi. 

Il treno da Lecco a Como e il nuovo ponte di Paderno

La nuova linea di Alta velocità Brescia-Verona verrà ultimata a metà 2026. Si tratta di 47 chilometri di tracciato per un investimento di 2 miliardi: il 57% dell’opera è già stato realizzato e si sta procedendo nei tempi previsti per completare i 5 chilometri della galleria a doppia canna di Lonato. Sono stati poi riferiti aggiornamenti su numerosi progetti tra i quali quelli che interessano l’asse Milano-Pavia-Genova, i nodi di Bergamo, Brescia e Monza, il potenziamento della Gallarate-Rho (il via a i lavori a luglio), il raddoppio della Cremona-Mantova, la Cremona-Treviglio e l’asse Como-Molteno-Lecco. 

È stato inoltre confermato che lo storico ponte San Michele tra Calusco e Paderno d’Adda dovrà essere chiuso tra sette anni e che per la sua sostituzione verranno approfondite tre soluzioni progettuali. Dal prossimo 31 gennaio comincerà a riunirsi un tavolo tecnico che dovrà condurre alla scelta definitiva.

Da parte di Rfi è stato sottolineato che l’obiettivo da raggiungere in dieci anni è il raddoppio del trasporto delle merci via ferro. Per fare questo, oltre alla pianificazione in corso legata al Pnrr si sta provvedendo al miglioramento della dotazione tecnologica con la predisposizione di nuovi impianti (venti sono già stati realizzati nel 2023 mentre per quest’anno è stata programmata l’attuazione del nuovo impianto tecnologico della Centrale di Milano).

Si sta procedendo inoltre con l’attuazione del piano della soppressione dei passaggi a livello e naturalmente stanno proseguendo gli interventi di manutenzione (che hanno comportato nel 2023 una spesa di 450 milioni).

Nella consapevolezza dell’enorme impatto delle opere in corso, da parte di Rfi è stata data la massima disponibilità al confronto coi territori, come provano del resto le continue interlocuzioni da tempo in atto con Prefetture ed Enti locali.

Servono tanti milioni

“Per completare l’elettrificazione totale della Lecco-Como e del Besanino mancano ancora 160 milioni. E per il ponte di Paderno d’Adda potrebbe essere sul piatto la proposta di un’opera unica, ferroviaria e viabilistica. Intanto Rfi si è impegnata a occuparsi del restyling della stazione di Lecco, soprattutto per quanto riguarda le coperture e le pensiline sulle banchine, venendo incontro alle richieste dei pendolari”. Per Gian Mario Fragomeli, consigliere regionale del Pd, è questa la sintesi dell’audizione tenutasi stamattina, in V Commissione Infrastrutture e mobilità, con i dirigenti di Rete ferroviaria italiana per un aggiornamento sugli interventi sulle linee ferroviarie regionali, in particolare sull’utilizzo dei fondi Pnrr e sullo stato dell’arte dei lavori del ponte San Michele di Paderno d’Adda.

“A Rfi ho posto tre questioni e dalle risposte ricevute ho appreso diverse e importanti novità. Intanto, ho scoperto oggi che gli aumenti dei costi delle materie prime, pari al 42 per cento, hanno fatto lievitare il finanziamento dell’elettrificazione della Como-Lecco di 80 milioni di euro. In sostanza, gli 80 milioni già stanziati servono per i lavori sul tratto Como-Molteno. Ma ne servono altrettanti per il nostro tratto, cioè Molteno-Lecco, tutto da finanziare. Inoltre, finalmente sappiamo che per finanziare il tratto da Molteno a Monza servono altri 80 milioni. Insomma, oggi abbiamo fatto chiarezza sulle linee che vanno da Lecco verso Como e verso Milano, ma, in sostanza, è emerso che per elettrificare tutto vanno trovati ancora 160 milioni di euro”, spiega Fragomeli.

Per quanto riguarda invece Paderno d’Adda, il consigliere Pd fa sapere che “lunedì 29 gennaio si terrà un tavolo tecnico a cui parteciperanno tutti i soggetti istituzionali interessati per valutare due possibilità: il ponte unico ferroviario e viabilistico che attraversa l’Adda; due ponti distinti a nord o a sud dell’attuale struttura. In quell’occasione si chiarirà la progettualità migliore, ma mi pare di aver colto che l’opzione in gioco è quella del ponte unico che, come mi è stato chiarito, avrebbe un doppio binario e due corsie, una per ogni senso di marcia. In aggiunta, vi è l’ipotesi che, grazie al ponte nuovo, questa tratta possa assumere una rilevante importanza anche per le merci. Se così fosse, il territorio potrebbe chiedere più opere compensative connesse alla viabilità. In questo senso, ho chiesto a Rfi di prendere maggiori impegni verso questo potenziamento”, aggiunge Fragomeli.

Infine, l’aspetto che interessa più i cittadini pendolari: “Avendo sentito che si occupano di potenziare anche le stazioni, ho fatto subito presente che quella di Lecco è ben poco qualificata dal punto di vista delle infrastrutture a riparo dei viaggiatori, costretti a stare sotto l’acqua o ad aspettare i treni nel sottopasso. Ho chiesto perciò un impegno per migliorare la qualità della sosta in stazione e possibilmente un intero restyling. I dirigenti hanno accolto la mia istanza e credo che se ne faranno carico in modo serio”, conclude Fragomeli.

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