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Martedì, 19 Marzo 2024
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Le Regioni non mollano Draghi: «Ristoranti aperti e coprifuoco alle 23»

I governatori vogliono cambiare anche le regole di scuole, matrimoni e piscine: le istanze raccolte in una lettera

Uno, due, tre, tanti pomi della discordia. Ci sono troppe cose che non funzionano nell’ultimo Decreto legge firmato dal Premier Mario Draghi e giovedì, dopo un incontro, le Regioni e le provincie autonome scrivono una lettera al Presidente del Consiglio, chiedendo delle modifiche alle regole. In primis cambiare subito idea sul coprifuoco e sulla scuola.

Il primo tema è sicuramente quello del coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino, sul quale la Lega aveva dato battaglia senza riuscire a portare a casa il restringimento della fascia oraria. Adesso si fanno sentire le Regioni, che chiedono di spostare l’orario in cui tutti debbano tornare a casa alle 23 o comunque che la regola sia flessibile, anche sulla base delle condizioni del contagio del territorio.

Problemi anche sulla scuola perché i governatori non avrebbero digerito la percentuale minima della didattica in presenza per le scuole superiori. "Le Regioni e le Province autonome - si legge nella lettera - prendono atto con amarezza delle decisioni emerse in Consiglio dei ministri in relazione al tema della percentuale minima per la didattica in presenza" sostenendo come la scelta sia in contrasto con le posizioni concordate in sede di incontro politico tra i Ministri e i Presidenti di Regioni e Province autonome. “Un metodo che non ha privilegiato il raccordo tra le diverse competenze che la Costituzione riconosce ai diversi livelli di Governo".

Le Regioni mandano una lettera a Draghi, le richieste 

Poi c’è la necessità di uniformare le varie attività, cioè di mettere sullo stesso piano la riapertura dei teatri e dei cinema con quella delle palestre. In sostanza le Regioni chiedono che si apra il 27 aprile anche le palestre, quanto meno a lezioni individuali in cui vi sia la possibilità di rispettare tutte le regole anti Covid. Dunque non si chiede di riaprire tutto, ma di mettere le attività tutte sullo stesso piano, pur rispettando la logica della gradualità.

Nello specifico poi, anche per i ristoranti, le Regioni vorrebbero un passo indietro sulle riaperture solo all’aperto perché, così, sarebbero svantaggiati i locali che hanno solo spazio chiuso e trarrebbero invece ampio beneficio quei ristoranti con molti coperti all’esterno.

Vengono anche ricordati gli ambiti del wedding, cioè i matrimoni e le piscine al chiuso, per i quali si chiede di programmare già ora le riaperture.

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