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Martedì, 30 Aprile 2024
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Cucine (per i bambini) da incubo: nei guai azienda lecchese

Il Nas di Brescia ha trovato scarafaggi, escrementi di topi e cibo nei centri di cottura

Cucine da incubo, a dir poco. Anche nel Lecchese, dove il servizio è spesso appaltato a soggetti terzi. In quegli spazi sono stati trovati pasti preparati senza rispettare le più basilari norme igieniche, cibo mal conservato, cucine sporche, blatte ed escrementi di topi. Ecco cosa è emerso dai controlli effettuati dai carabinieri del Nas (nucleo antisofisticazioni) nelle mense scolastiche di tutta Italia nell'ultimo mese. Sono state ispezionate un migliaio di aziende di ristorazione collettiva operanti all'interno di istituti di ogni ordine e grado, dalla scuola dell'infanzia fino agli istituti superiori e universitari, sia pubbliche sia private.

Tra le ditte controllate, in 257 sono state evidenziate irregolarità: cioè il 27%. Sono state accertate 361 violazioni penali e amministrative, con conseguente irrogazione di sanzioni per 192 mila euro. È stata disposta la sospensione dell'attività o il sequestro di 13 aree cucina/depositi alimenti per "rilevanti  carenzeigienico-sanitarie e strutturali, come la presenza diffusa di umidità, di formazioni di muffe, di insetti ed escrementi di roditori". 

In provincia di Taranto per esempio è stato chiuso un asilo nido, aperto senza autorizzazione, il cui approvvigionamento idrico avveniva con acqua non idonea per usi alimentari. 

Complessivamente sono stati sequestrati oltre 700 chili di derrate alimentari (carni, formaggi, pane, pasta, acqua minerale) riscontrate "in assenza di tracciabilità, scadute di validità e custodite in ambienti inadeguati".

Sono stati denunciati 18 gestori dei servizi-mensa, ritenuti responsabili di frode e inadempienza in pubbliche forniture "per aver confezionato pasti in qualità e grammatura inferiore a quello pattuito, in violazione ai capitolati contrattuali".

La maggior parte delle irregolarità hanno invece riguardato carenze strutturali e gestionali nella preparazione dei pasti, la mancanza della tracciabilità degli alimenti e l’omessa comunicazione della presenza di eventuali allergeni, essenziale per la prevenzione di possibili episodi di reazione allergica, in particolare nelle fasce sensibili delle utenze scolastiche.

Nei guai centro di cottura lecchese

Il Nas di Brescia ha disposto la chiusura di un centro di cottura – catering, erogatore di servizi per mense scolastiche a Valmadrera. Secondo quanto reso noto "sono state riscontrate gravi carenze organizzative, strutturali e igienico sanitarie ovvero inadempienze concernenti la rintracciabilità e la conservazione degli alimenti". Sono scattate sanzioni per 3.500 euro.

L'azienda era stata segnalata a fine ottobre da Ats della Brianza, ma il provvedimento era stato revocato nel giro di pochi giorni dopo un secondo sopralluogo che aveva accertato la risoluzione dei problemi.

Nel corso di un controllo eseguito presso un centro di preparazione pasti della provincia di Reggio Emilia, sono state trovate "carcasse di blatte anche all’interno delle celle frigo adibite allo stoccaggio delle materie prime, nonché escrementi riconducibili a roditori, pavimentazione danneggiata e tubature divelte nelreparto  di lavorazioni carni".

Il Nas Palermo ha denunciato la responsabile di uno stabilimento di produzione pasti della provincia di Trapani. Dalle verifiche eseguite è, infatti, emerso "che i pasti destinati a diverse scuole di quella provincia non corrispondevano, per quantità degli ingredienti, a quelle previste dal capitolato di appalto".

I carabinieri hanno sospeso l'attività di laboratorio cucina presso due scuole per l'infanzia della provincia di Caserta poiché, dai controlli effettuati, sono entrambe risultate sprovviste di autorizzazione.

È stato denunciato anche il titolare di una società che gestisce la mensa di un istituto comprensivo statale della provincia di Rieti "per aver detenuto e somministrato agli alunni alimenti di qualità differente da quelli previsti dal relativo contratto d’appalto e omesso di indicare le informazioni obbligatorie sulla presenza di sostanze o prodotti contenenti allergeni".

Sospeso l'utilizzo dell’area adibita a refettorio di un asilo nido della provincia di Taranto, in relazione al quale è stata accertata l’attivazione in assenza di autorizzazione. Inoltre, nel corso dei controlli svolti è emerso che l'approvvigionamento idrico era garantito unicamente mediante impianto allacciato alla rete di distribuzione dell'acquedotto comunale, le cui acque, nel tratto interessato, non risultano idonee agli usi alimentari. E in provincia di Rieti è stato denunciato in stato di libertà il titolare di una società che gestisce la mensa di un istituto comprensivo statale per aver detenuto e somministrato agli alunni alimenti di qualità differente da quelli previsti dal relativo contratto d’appalto ed omesso di indicare le informazioni obbligatorie sulla presenza di sostanze o prodotti contenenti allergeni.

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