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Amarezza

4.689 firme buttate via: eutanasia, no al referendum. Englaro amaro: “Democrazia sconfitta”

Nel nostro territorio era stato raccolto un buon numero di firme. Amarissimo il commento del papà di Eluana Englaro

Migliaia di firme lecchesi bruciate. Milioni, guardando a tutto il resto dell'Italia. La Corte costituzionale boccia il referendum su l'eutanasia: non si va avanti perché il quesito non rispecchia i diritti minimi iscritti nella Costituzione. La camera di consiglio si è riunita martedì 15 febbraio per discutere sull'ammissibilità del referendum 'Abrogazione parziale dell'articolo 579 del Codice penale (omicidio del consenziente)'. In attesa del deposito della sentenza, l'Ufficio comunicazione e stampa ha fatto sapere che la Corte ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, a seguito dell'abrogazione, ancorché parziale, della norma sull'omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili. La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni. In pratica, poiché qui si parla non di suicidio assistito bensì di omicidio del consenziente, secondo i giudici costituzionali un'abrogazione, pur parziale, del reato avrebbe potuto dare il via a esiti ritenuti inaccettabili. 

''È una sconfitta per la nostra democrazia"

Amarissimo il commento di Beppino Englaro, il papà di Eluana, che soltanto dopo 5.750 giorni di battaglie ottenne la possibilità di lasciar morire sua figlia, in coma da 17 anni e ricoverata per tanti anni a Lecco; morì il 9 febbraio 2009 nella casa di riposo la Quiete di Udine, dove il padre fu costretto a trasferirla per dar seguito alle sue volontà. Ricordiamo molto brevemente la vicenda: Eluana si ritrovò, a seguito di un incidente stradale, a vivere in stato vegetativo per 17 anni, fino alla morte sopraggiunta a seguito dell'interruzione della nutrizione artificiale. Il suo caso divenne una lunga vicenda giudiziaria tra la famiglia sostenitrice dell'interruzione del trattamento e la giustizia italiana, divenendo anche un caso politico. Le Suore Misericordine, che dal 1994 in poi si occuparono di Eluana presso la casa di cura Beato Luigi Talamoni, si rifiutarono di interrompere l'idratazione e l'alimentazione forzate manifestando la disponibilità a continuare ad assistere la donna e chiedendo al padre di abbandonare Eluana alle loro cure e dimenticarsi di lei. Per tale motivo il padre decise di trasferire la figlia in Friuli.

“Se pensate a quanto ho dovuto lottare perché alla mia Eluana fosse concesso il diritto costituzionale di rinunciare alle cure, se pensate al calvario che la mia famiglia ha dovuto subire, non meravigliatevi se questo Stato oggi boccia un diritto ancor più radicale, cioè il referendum sull’eutanasia. Il tema universale della vita e della morte fa ancora paura. I cambiamenti culturali sono lenti, ma una risposta la politica la deve dare, i tribunali stanno già autorizzando il suicidio assistito, quanto a lungo possono ignorare la voce delle persone?”.

I lecchesi che hanno firmato

Il profilo di chi ha firmato nella nostra provincia per chiedere i referendum sulla legalizzazione dell'eutanasia e della cannabis? In gran parte giovani, con una significativa partecipazione femminile. I dati, ovviamente anonimi, forniscono indicazioni importanti e sono stati diffusi (per la prima volta nella storia) dall'Associazione Luca Coscioni e Ondata.

La raccolta firme della scorsa estate era stata un successo, ma la pronuncia della Corte Costituzionale in merito all'ammissibilità dei quesiti ha reso tutto inutile. "I numeri a disposizione documentano che è ancora possibile mobilitare la partecipazione popolare alla politica, soprattutto quando si torna a parlare concretamente di libertà individuali”, avevano commentato i promotori delle raccolte firme a Lecco.

Eutanasia legale

Hanno firmato 2.557 donne e 2.132 uomini, la maggior parte (1.321 firme) nella fascia di età 25-34, seguita dalla 18-24 (1.093). A seguire le altre fasce anagraficamente più giovani sino all'ultima, gli over 75, con sole 75 firme.

Il comune più partecipe è Sueglio, con il coinvolgimento del 2,76%, dato molto superiore a quello della provincia di Lecco (1,41%). nel capoluogo sono state raccolte 800 firme, 283 a Merate, 221 a Casatenovo, 198 a Calolziocorte e 143 a Valmadrera. Qui tutti i dati scaricabili.

La legge sul suicidio assistito rischia grosso

La maggioranza del Governo trema, perché dopo il no al referendum sull'eutanasia, "il rischio è che senza la pistola alla tempia del referendum tutti a destra si sentano liberi di mettersi di traverso alla legge sul suicidio assistito", spiega alla Stampa Antonio Bazoli, relatore del provvedimento, il referente in Parlamento del segretario Pd. Se fino a oggi il centrodestra non aveva eretto barricate contro questa legge, "perché nel testo sono state comprese anche le loro valutazioni", dicono i giallorossi, ora le cose cambiano. Se ne saprà di più già domani, quando l'aula comincerà a votare gli emendamenti: il primo è già significativo perché "è un emendamento soppressivo, se non ci sono i numeri faremmo una figuraccia davanti al Paese", spiega il capogruppo grillino Davide Crippa.

Il Parlamento approverà il suicidio assistito? Se fallisse pure questo obiettivo, dovrebbe fare i conti con l'opinione pubblica di area progressista. Non un buon viatico in un anno elettorale. La legge sul suicidio assistito, dopo mesi di limature nelle commissioni riunite Giustizia e Affari Sociali, da domani per qualche giorno è in parlamento, ma poi dovrà fare posto ai decreti in scadenza e tornerà alla ribalta in marzo con tempi contingentati: nessuno si potrà sottrarre. In ogni caso, partirà una battaglia sui 200 emendamenti, anche a voto segreto, sul punto più sensibile: le condizioni di accesso al suicidio assistito, che alcuni vogliono più permissive, altri molto più rigide. Una sentenza del 2019 giudicò non punibile l'aiuto al suicidio di persone che hanno patologie irreversibili, sofferenze intollerabili, che siano tenute in vita da trattamenti di sostegno vitale e che abbiano una piena capacità di intendere e di volere.

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