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Martedì, 30 Aprile 2024
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Lecco riabbraccia Niccolò dopo il giro del mondo in vela: "Emozioni indescrivibili"

Il giovane Banfi, figlio del mitico 'Baffo', accolto in Canottieri come un star. A bordo dello yacht 'Translated 9' ha affrontato una delle regate più impegnative: a fermarli, quando potevano ancora vincere, solo la sfortuna

Ha quasi completato il giro del mondo in barca a vela, e anche se la sfortuna ha colpito il suo equipaggio, ha vissuto un'esperienza unica che non dimenticherà presto.

Sabato mattina la Canottieri Lecco ha riabbracciato Niccolò Banfi, velista e figlio di Giuseppe 'Baffo' Banfi, una delle colonne dell'associazione bluceleste. Il giovane è appena rientrato dalla Ocean Globe Race, regata intorno al mondo, a bordo di Translated 9, uno yacht da 65 piedi. La prestigiosa gara, che ripercorre i fasti della mitica Withbread, è una delle più avventurose al mondo. Richiede un equipaggio composto per il 70% da non professionisti e l'uso della tecnologia moderna è limitato. L'avventura però si è conclusa prima del tempo per questo ambizioso progetto internazionale 'sponsorizzato' persino da Paul Cayard: una falla nello scafo ha costretto infatti Translated 9 al ritiro. 

Niccolò Banfi in Canottieri (5)

"Abbiamo straorzato, come si dice in gergo, tre volte subito dopo Capo Horn durante una tempesta. Abbiamo chiesto tanto alla barca per le condizioni del mare, ma anche perché eravamo sempre in regata quindi stavamo dando il massimo - racconta Niccolò Banfi a LeccoToday - Lo scafo imbarcava acqua, c'era un crepa fra l'asse e il timone, era diventato pericoloso e siamo stati costretti a ritirarci dalla terza tappa. È stato un colpo basso perché avevamo fatto grandi sacrifici per stare vicini alla prima imbarcazione, Pen Duick VI, una barca molto più grande della nostra. Mancavano una manciata di giorni all'arrivo della terza tappa. Siamo ripartiti per la quarta tappa, ma la barca non ha più retto e siamo stati costretti a ritirarci in maniera definitiva ripiegando così su Madeira".

"Mente e fisico messi a dura prova"

La regata era cominciata lo scorso settembre da Southampton e si sarebbe dovuta concludere fra pochi giorni all'Isola di White. Sette mesi di competizione quasi ininterrotta che provano mente e fisico. "La mente è la parte più complessa da gestire, il nostro cervello pensa di portarci sempre a casa. Sei costretto a convivere con la malinconia e devi respingere queste sensazioni, così come il mal di mare. L'unico modo per andare avanti è cercare di pensarci il meno possibile e godersi al meglio ogni istante senza ripensamenti".

I momenti indimenticabili però non sono mancati. "Siamo stati quasi colpiti da una balena nella seconda tappa. Abbiamo visto gli albatross, che planano davvero senza mai battere le ali. Le esperienze nell'Oceano Indiano e Pacifico, navigare in questi posti che ho a lungo solo ascoltato e letto: è stato tutto fantastico. E poi onde così alte e i venti forti, realizzare che sia possibile navigare in condizioni tanto avverse infonde una grande soddisfazione".

L'arrivo in Canottieri

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