Fontana: "Una preghiera per chi ci è stato strappato dal covid"
Il governatore lombardo in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime del Coronavirus. Di Marco (M5S): "Ricordare oggi significa dover fare di più per la sanità"
"A quattro anni di distanza, ricordiamo tutti coloro che ci hanno lasciati. A loro, la nostra preghiera". Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, si è espresso in occasione della 'Giornata nazionale in memoria delle vittime del Coronavirus'.
"Un abbraccio sincero - ha concluso il governatore - a chi ha perso i propri cari. Un pensiero anche a tutto il personale sanitario che eroicamente ha combattuto per contrastare lo tsunami che ha colpito la Lombardia".
Bertolaso: "Mantenere vivo il ricordo"
"Occorre mantenere vivo il ricordo: è importante farlo soprattutto in un Paese come il nostro, dove si tende a dimenticare in modo troppo rapido". Lo ha detto l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Guido Bertolaso, intervenendo a Bergamo alla cerimonia di commemorazione per la Giornata nazionale in memoria delle vittime del Coronavirus.
"Non dimentico - ha proseguito Bertolaso - medici, infermieri, operatori del 118 che hanno perso la vita lavorando per contrastare l'avanzata del virus. Quell'emergenza è alle spalle e ha lasciato in eredità la spinta per migliorare e riorganizzare la gestione dei servizi socio-sanitari: in Lombardia lo stiamo facendo col massimo impegno per dare le risposte che i cittadini si attendono".
Alla commemorazione, che si è svolta al cimitero di Bergamo, erano presenti anche gli assessori regionali Paolo Franco (Casa e Housing sociale) e Claudia Maria Terzi (Infrastrutture e Opere pubbliche) insieme al commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni.
Di Marco (M5S): "Retorica e cordoglio non bastano"
Il capogruppo del M5s in Regione Lombardia, Nicola Di Marco, in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime del Coronavirus si è così espresso: "Abbiamo ancora tutti negli occhi le immagini del 18 marzo 2020 e nel cuore la tristezza del ricordo di quei giorni e della sofferenza che moltissimi lombardi hanno toccato con mano, all'interno delle proprie famiglie. Siamo ancora grati allo sforzo e al sacrificio di chi, di fronte all'emergenza, ha messo in gioco la propria vita per assistere i malati che continuavano a riversarsi senza sosta negli ospedali lombardi. Gli abbiamo chiamati angeli, gli abbiamo chiamati eroi. Retorica e cordoglio però oggi non sono più sufficienti, di fronte a una sanità che continua a invocare aiuto, di fronte a medici che mancano, infermieri sottopagati, di fronte al crescente numero di aggressioni negli ospedali e a una medicina territoriale che la politica non è ancora stata in grado di rinforzare. Ricordare oggi significa dover fare di più, a cominciare dai fondi del Pnrr per la sanità, un investimento che deve essere salvaguardato al 100%".