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Trapper nei guai

Spari nel cuore della movida milanese: arrestati Baby Gang e Simba La Rue

I due trapper lecchesi sono stati ammanettati durante la mattinata di venerdì 7 ottobre

Ci risiamo: i trapper lecchesi sono nuovamente in grossi guai. Baby Gang - nome d'arte di Zaccaria Mouhib, 21 anni, nato a Lecco di origini marocchine - e Simba La Rue - al secolo Saida Mohamed Lamine, anche lui lecchese -, di un anno più giovane, nato in Tunisia - sono stati arrestati all'alba di venerdì in un'operazione di polizia e carabinieri nella quale sono finite nei guai undici persone, tra cui alcuni minorenni, accusate a vario titolo di rissa, lesioni, rapina aggravata e porto abusivo di arma da sparo.

I nomi dei due trapper, entrambi tra i più famosi della scena meneghina, sono entrati in un'inchiesta della squadra mobile, guidata da Marco Calì, e dei militari nata dopo la folle notte andata in scena lo scorso 3 luglio in via Alessio di Tocqueville, a due passi da corso Como, nel cuore della zona della movida milanese. 

Video | Calci, pugni e spari: la rissa a Milano

La sparatoria in corso Como 

Quel giorno, verso l'alba, due gruppi di persone si erano sfidati con calci, pugni e armi in strada. A terra erano rimasti un 27enne e un 28enne, entrambi senegalesi, che erano stati feriti con dei colpi di pistola ed erano poi stati fermati dalla polizia. Ricostruendo l'accaduto, agenti e carabinieri sono riusciti a rimettere insieme tutte le tessere del puzzle. Sembra, stando alle indagini, che i due e un terzo connazionale avessero avuto una discussione con un gruppo di norfafricani, sparando contro di loro con un'arma a salve dopo essere stati provocati. 

Da lì ne era nata una violenta rissa con più di dieci persone coinvolte, durante la quale i rivali avevano poi risposto al fuoco, presumibilmente utilizzando una scacciacani modificata. Tra loro, secondo gli accertamenti, c'erano proprio Baby Gang e Simba La Rue. Alla base dello scontro pare non ci fossero motivi musicali - come accaduto in passato -, ma semplici provocazioni e forse qualche vecchio debito. 

Simba e Baby Gang, tra musica e guai

Nella storia che già aveva portato Simba La Rue in manette, e poi in una comunità per essere operato a una gamba ferita a coltellate, c'era invece tanta musica. Il 20enne era stato fermato a fine luglio dai carabinieri perché accusato di sequestro di persona, rapina e lesioni aggravate per i raid violenti che si erano verificati durante la faida tra la sua crew e quella di Baby Touche, altro trapper lombardo.

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Baby Gang, a sinistra, e Simba La Rue

L'epilogo, dopo risse e minacce, era arrivato quando Simba - insieme agli amici - aveva letteralmente rapito il cantante "avversario" dopo averlo pestato. L'indagine, che ha portato alla richiesta di giudizio immediato da parte del tribunale, aveva poi fatto luce - si leggeva nelle carte - "sui contrasti emersi da ormai diversi mesi tra due bande giovanili costituitesi intorno alle figure dei noti trapper Simba La Rue e Baby Touché governate da regole di fedeltà reciproca e di omertà e resesi protagoniste di reiterati episodi di violenza conseguenti all’aspra conflittualità determinata dalle rivalità nella diffusione delle rispettive produzioni musicali". 

E anche il rapporto di Baby Gang con la giustizia è fatto di guai, arresti e inchieste. A fine gennaio era stato arrestato, insieme all'amico e collega Neima Ezza, in un'operazione su una serie di rapine, ma poi era stato scarcerato una ventina di giorni dopo per "profili di lacunosità e debolezza" delle indagini. Proprio durante quella detenzione, come svelato da lui stesso sui social, aveva girato in cella a San Vittore una parte del videoclip di una sua canzone, con la procura che aveva aperto un fasciolo con lo scopo di accertare "l'accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti". Adesso i nuovi guai per entrambi.

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