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Cronaca

Elena Gandolfi, a 13 anni dalla scomparsa

Il ricordo di Corrado Valsecchi:"Intendo ricordarla toccando un tema a lei molto caro: l'immigrazione"

«Anche quest'anno, come faccio ormai da diversi anni, voglio ricordare, in occasione del 13 anniversario dalla morte ( avvenuta l'8 agosto ) la figura di Elena Gandolfi» esordisce così in una lettera Corrado Valsecchi, assessore del comune di Lecco.

«È importante per le nostre comunità - continua - che Elena non venga dimenticata, il suo impegno e la sua passione civica e politica, la sua autorevolezza etica e morale, la voglia sempre di battersi a favore degli ultimi attraverso il volontariato militante ha reso il profilo di questa donna indimenticabile per chi ha avuto la fortuna di conoscerLa».

«Intendo farlo toccando un tema a Lei molto caro : l'immigrazione.
Il 15 settembre di quest'anno saranno 20 anni dalla storica visita del presidente del Consiglio Romano Prodi a Les Cultures a Lecco.
Una visita istituzionale di grande importanza che rendeva omaggio all'associazione multietnica, ma che rendeva orgogliosa una città e gli associati e simpatizzanti stranieri di Les Cultures.
Elena vi partecipò attivamente in quanto iscritta e allora vicepresidente della Provincia di Lecco.
Ho voluto ricordare questa data perché Elena quel giorno, mi confidò, di  essere la donna più felice del mondo nel vedere una delle massime Istituzioni del paese rendere omaggio alla società cosmopolita che si stava affacciando in Italia e in Europa.
Con Elena era consuetudine discutere della società del futuro; avevamo previsto tutto in epoche non sospette, ipotizzando le imponenti migrazioni e auspicando ( cosa purtroppo non successa )  la capacità di governo dei fenomeni e dei processi in corso.
Avevamo anche fatto proposte concrete, in un'epoca dove sarebbe stato facile pianificare percorsi comunitari adeguati di integrazione, reciprocità relazionali, interdipendenze etniche.
Tutto ignorato dai politici di vertice di allora.
Quel disimpegno della classe politica ha generato la nefasta situazione di oggi; l'incapacità dello Stato di affrontare una sfida epocale che trasformerà, ancora di più,  entro qualche decennio,  la nostra società.
La bomba demografica non ha ancora prodotto gli effetti dirompenti che si manifesteranno a breve e anziché governarla ci limitiamo a contrastare il processo migratorio e costruire tendopoli per giovani e robusti "disoccupati"».

«Quanta miopia, fosse viva Elena - conclude - avrebbe un sussulto di rigetto psicologico verso questo modo di affrontare le nuove emergenze.
Ho voluto ricordare in questo modo  Elena perché sono certo che se fosse ancora tra di noi l'avremmo trovata in prima linea, con il suo pensiero forte, ad orientare una visione politica, purtroppo, oggi, fragile e vulnerabile».

 

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