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Nonostante l'emergenza caldo in calo gli accessi al Pronto soccorso

Confronto tra estati 2022 e 2023: Areu non registra picchi particolari di chiamate al 118 legate alle alte temperature. Bertolaso: "Giusto il codice verde per il colpo di calore"

Il caldo, nonostante sia davvero intenso in questi giorni, sta causando meno danni rispetto al 2022. Il monitoraggio dell'emergenza caldo effettuato da Areu Lombardia in relazione all'andamento delle attività di soccorso sanitario preospedaliero attualmente restituisce una situazione operativa con un trend inferiore all'andamento registrato lo scorso anno nello stesso periodo (1 giugno-18 luglio).

Nonostante l'incremento delle temperature stagionali e l'aumento dei flussi turistici determinati dalla stagione estiva, a oggi non sono stati registrati picchi di attività in relazione al numero di chiamate giornaliere pervenute all'emergenza sanitaria (118) e al numero di interventi di soccorso sanitario effettuati sul territorio regionale per eventi classificati come "medico acuti", la categoria dove sono compresi anche eventuali situazioni cliniche correlabili alle alte temperature (malori da caldo, colpi di calore).

Tale situazione trova corrispondenza in un'analisi estesa a due particolari condizioni che lo scorso anno si presentavano in modalità e numeri differenti. Nel mese di luglio del 2022 era presente una prevalenza di pazienti Covid positivi più alta rispetto a quest'anno (in regione Lombardia il 9 luglio 2022 si registrava un indice Rt Covid19 pari a 1.18, il 9 luglio 2023 lo stesso indice risulta essere pari a 0.85).

Caldo e precipitazioni

Rispetto alle condizioni meteo, le temperature stabilmente alte dello scorso anno sono diverse da quanto registrato nelle ultime settimane, nelle quali si sono alternate giornate molto calde a giornate con precipitazioni intense, accompagnate da un conseguente calo delle temperature. Questa alternanza di condizioni meteo non ha dato gli stessi esiti dello scorso anno, in quanto mitiga gli effetti delle prolungate esposizioni al caldo che, se superiori ai 3 giorni consecutivi, possono contribuire ad aggravare situazioni patologiche preesistenti determinando l'eventuale ricorso all'emergenza urgenza sanitaria.

La categoria dei pazienti fragili, persone anziane e/o pluripatologiche, con problematiche che possono acutizzarsi con l'innalzamento delle temperature, viene nella maggior parte dei casi intercettata dall'emergenza sanitaria attraverso la ricezione delle richieste di soccorso da parte delle Soreu, dal momento che le condizioni cliniche dei pazienti difficilmente sono compatibili con le possibilità e le modalità dell'autopresentazione in Pronto soccorso. Tali richieste possono esitare in un'ospedalizzazione a bordo di ambulanza o in una consulenza effettuata da un medico specialista di medicina d'urgenza, attraverso la Centrale medica Integrata, che permette di diminuire gli accessi non necessari in Ps supportando il paziente con l'utilizzo della televisita e del consulto telefonico, atti a fornire le indicazioni cliniche più appropriate e a evitare - ove possibile - il disagio di una movimentazione non necessaria.

Areu prosegue nel continuo monitoraggio delle attività operative in corso, per valutarne l'andamento anche in considerazione delle previsioni meteo previste per oggi e per i prossimi giorni.

Chiamate ad Areu per il caldo_La differenza tra 2022 e 2023

Bertolaso: "Sappiamo come comportarci"

"In Lombardia siamo ben attrezzati, la direttiva del Ministero della Salute è stata pienamente recepita, tutte le strutture sono state allertate e sanno come comportarsi". Lo hadichiarato Guido Bertolaso, assessore regionale al Welfare, nel corso di un'intervista in diretta sulla pagina Facebook di Lombardia Notizie Online in cui ha parlato dell'emergenza caldo.

"In Lombardia - ha continuato - la situazione è meno critica di quella che si potrebbe immaginare. Gli accessi ai Pronto soccorso attualmente sono molto inferiori rispetto a quelli dello scorso anno. Il Governo ha stabilito che chi si presenta ai Pronto soccorso per un 'colpo di calore' dovrà essere trattato come minimo come 'codice verde'. E noi siamo d'accordo. Ciò significa non solo che non deve pagare il ticket, ma che gli verrà fornita l'assistenza prevista per questo genere di problematiche".

Infine alcuni consigli, che appaiono scontati, ma sempre utili per fronteggiare il caldo. "Bere tanta acqua - ha concluso Bertolaso - mangiare cibi leggeri, in primis frutta e verdura, ed evitare di esporsi nei momenti più caldi della giornata".

Il codice verde è solo la prima delle indicazioni che, come specifica Bertolaso, la direzione generale Welfare di Regione Lombardia ha fornito alle Ats e Asst lombarde, in seguito alla Circolare del Ministero della Salute 'Raccomandazioni per fronteggiare l'emergenza caldo'.

Cosa prevede la circolare

Nella circolare esplicativa si legge anche che "i direttori di Distretto hanno il compito di mappare e intercettare le situazioni di fragilità del territorio, anche tramite raccordo con i Servizi sociali dei Comuni e con le associazioni del terzo settore operanti".

I direttori di Distretto dovranno anche garantire, nelle aree critiche, "un rinforzo dell'attività di Guardia medica, facilitando l'attivazione di visite domiciliari da parte dei medici (tramite la continuità assistenziale e sensibilizzando la medicina di famiglia per i propri assistiti) oppure anche tramite l'infermiere di comunità ove sia più appropriato per la risposta al bisogno del paziente".

La missiva regionale sottolinea inoltre che "l'assistenza domiciliare programmata non sarà soggetta ad autorizzazione da parte di Ats, nei mesi di luglio e agosto, per i medici di medicina generale, che si invitano, insieme alle equipe di valutazione multidimensionale, a definire per i soggetti fragili, progetti individuali di cure domiciliare, anche in relazione alla emergenza caldo".

Alle Asst viene affidato il compito di sensibilizzare gli enti gestori dell'Assistenza domiciliare integrata (Adi) a verificare, per i pazienti già in carico, la necessità di un aumento della frequenza delle visite domiciliari".

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