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Due mandellesi reduci di guerra premiati con la medaglia alla Festa della Repubblica

Le lodi del prefetto Formiglio per Zucchi e Raffaldi, esempi di dedizione per la libertà e la democrazia. Il calolziese Valter Maggioni ha ritirato il riconoscimento alla memoria del padre Riccardo

Una Festa della Repubblica da incorniciare per Mandello e per quei cittadini che, come sottolineato dalle parole del Capo dello Stato Sergio Mattarella lette dal Prefetto di Lecco Michele Formiglio, hanno combattuto “per i valori di libertà, democrazia e uguaglianza, fin dalle radici della nostra Repubblica fondata 73 anni fa”. Nell'auditorium della Casa dell'Economia di via Tonale, si è tenuta oggi la consegna delle medaglie d'onore e onorificenze a coloro che nel corso dei conflitti hanno - sempre dal discorso di Formiglio - “subìto e sofferto per delle scelte sciagurate”.

Alzabandiera e attribuzione della medaglie, le celebrazioni della Festa della Republica a Lecco

Alla presenza del sindaco di Mandello del Lario, Riccardo Fasoli, due testimoni di un passato di dolore e allo stesso tempo di eroismo. Michele Zucchi classe 1923, 96 anni. Militare dal 1942 venne assegnato alla Divisone Acqui e dall'anno successivo approdò a Cefalonia. Bombardamenti, uccisioni davanti agli occhi, e la prigionia per il mandellese nativo nella frazione di Luzzeno, hanno ritmato le sue giornate durante la guerra. Zucchi, è rimasto uno dei pochi testimoni viventi a raccontare la storia della Divisione Acqui in terra greca unitamente a quella dell'internato militare italiano nei campi di prigionia tedeschi e russi.

Franco Raffaldi (nella foto in apertura), l'altro cittadino del centro lacustre a ricevere l'onorificenza. Ha compiuto 95 anni lo scorso aprile e sul suo cappello d'alpino porta attaccata la piastrina recante il numero di matricola. Con la medesima tempra e lucidità dell'amico Michele, ha raccontato la sua esperienza nei tempi messi a disposizione all'interno della cerimonia. Il contatto con i campi di concentramento, il lavoro presso una fabbrica all'ordine dei tedeschi, la fame , le privazioni, fanno parte di un triste bagaglio di ricordi, per Franco, ancora aperto. Nei mesi scorsi sia lui che l'amico Zucchi hanno voluto portare le rispettive storie all'interno delle scuole, affinché anche le giovani generazioni possano conoscere e comprendere quanto sia costata la conquista della democrazia.

Un terzo riconoscimento mandellese alla memoria è stato consegnato al figlio di Emilio Polvara, nativo della frazione di Rongio, Gianfranco. Il padre classe 1923 ha portato il cappello con la penna nera nei conflitti che hanno impegnato tanti militari.

Ventisette, in totale, i riconoscimenti consegnati ai protagonisti della lotta per la libertà e la democrazia nella provincia lecchese. Molti di loro sono sono purtroppo scomparsi, e il riconoscimento è stato ritirato da figli e parenti, come nel caso del mandellese appena citato, e del calolziese Riccardo Maggioni che ha ricevuto alla memoria la medaglia d'onore per i cittadini italiani, militari, civili e deportati nei lager nazisti. Il riconoscimento è stato ritirato dal figlio Valter (vedi foto sotto) alla presenza del sindaco di Calolzio Marco Ghezzi.

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