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Lo spettacolare rifugio di ghiaccio sulla vetta del Grignone

Il rifugio Brioschi si presenta nella sua veste più bella, quella invernale

Una foto meravigliosa per accompagnare gli auguri in occasione della Giornata Internazionale della Donna. È un'istantanea recentissima - scattata il 7 marzo - e decisamente d'impatto quella scelta dallo staff del rifugio Brioschi, struttura che domina la Valsassina dai suoi 2.410 metri sul livello del mare. La versione invernale è notoriamente tra le più d'impatto visivo: vento, neve e basse temperature danno ciclicamente vita a un vero e proprio "rifugio di ghiaccio".

Riaccesa la webcam sul Grignone

Se il rifugio rimarrà chiuso anche nel corso di questo fine settimana a causa del percorso pericoloso per arrivarci, in questi giorni c'è stata anche una novità positiva: la webcam installata in vetta è stata ripristinata, di conseguenza è nuovamente possibile "trasferirsi" su una delle vette simbolo del territorio lecchese in ogni momento della giornata.

Troppi pericoli: ancora chiuso il rifugio Brioschi

Per quanto riguarda le condizioni della montagna, “lo staff ha deciso che il rifugio Brioschi resterà chiuso anche per questo week end” al termine di una ricognizione avvenuta martedì 5 marzo. Bollettino alla mano, è stato riscontrato un “problema valanghivo dettato dalla neve bagnata da fusione da alte temperature. Nel tratto di cresta si trovano galaverna e ghiaccio, con un innevamento omogeneo 150cm fino alla cresta Est che poi diminuisce drasticamente. L’attività eolica considerevole ha formato diversi accumuli sui pendii della via estiva. Il rigelo notturno, favorito da una notte serena, ha garantito un ottima salita su neve dura e stabile fino ai Comolli. Rare valanghe spontanee di piccole dimensioni per lo più puntiformi a debole coesione sui pendii più ripidi sottostante le roccette di sommità di cresta. Nessuna valanga osservata sull’estiva. Sul cosiddetto “muro del pianto” la neve nuova di domenica non superava i 10 cm, è prevalentemente bagnata con una buona coesione”.

“Per gli appassionati di nivologia: non c'è la presenza di strati deboli persistenti (rilievo e test del bastoncino); prevalenza di forme fuse e poli cristalli arrotondati da fusione e rigelo. In prossimità della cresta E, e su tutta la sua lunghezza presenza massiccia di galaverna che ha ricoperto le rocce. La neve nuova in cresta è pressoché assente per trasporto del vento. La neve che arriverà nel week end e le temperature non troppo basse causerà un ulteriore sovraccarico. Potrebbero verificarsi valanghe spontanee di neve bagnata di superficie”.

Le cornici “che pendono sul versante N-NW sono grosse e molto precarie; sono state notate molte crepe. Sia il canale W che la via della Ganda, o le via comunque a N, dovrebbero essere ignorate fino a che anche le cornici più grosse non avranno scaricato”.

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