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Covid-19. Gattinoni si smarca: «Niente deroghe e dati certi da Regione. Misure differenziate sarebbero poco vantaggiose»

Il primo cittadino sul metodo Moratti: «Non venga poi a chiederci il modello 730...»

A Lecco il sindaco Mauro Gattinoni non chiederà un alleggerimento delle misure restrittive previste dalla zona rossa, come hanno fatto altri suoi colleghi di centrosinistra a Bergamo, Cremona e Crema e con i quali condivide dei dati piuttosto "incoraggianti" relativi ai contagi. «Misure differenziate territorialmente hanno un senso nel momento in cui la curva epidemica scende - spiega all'agenzia "Dire" il primo cittadino -, ma se ci fosse una suddivisione sanitaria su aree sub-regionali (come proposto ieri dal sindaco di Brescia Emilio Del Bono) per la nostra provincia potrebbe essere poco vantaggioso». A Lecco infatti, oltre 22mila persone escono per lavoro dalla provincia, prevalentemente verso Milano o la Brianza. «Se ci fosse una divisione in aree e noi non fossimo, per esempio, con Milano, chi rimane a Lecco potrebbe giovarne, a scapito però di chi lavora fuori. E poi, visto l'andamento dei contagi, sarebbe meglio per noi finire con la provincia di Sondrio», ha detto sorridendo il sindaco. 

Una segmentazione sanitaria dunque, su singola provincia, «sarebbe poco significativa per Lecco», al netto poi di «un principio solidaristico» di omologare le misure tra i territori che è prevalso nella fase più drammatica della pandemia. Lo scenario adesso, nonostante la zona rossa, è sicuramente diverso e per Gattinoni, con il procedere della campagna vaccinale, «si potrebbe comunque pensare, in via sperimentale, a immaginare misure piu' mirate sui territori».

«Metodo Moratti? No al 730...»

Un punto sul quale il sindaco di Lecco non transige, e con lui qualche collega, è su una comunicazione «più analitica» dei dati relativi alla pandemia: «Sono ormai due settimane che continuiamo a chiederlo alla Regione - prosegue -. Abbiamo bisogno di informazioni dettagliate, divise per province, sul numero dei contagi, dei ricoveri, delle terapie intensive. A me viene meno una base informativa sulla quale fondare qualsiasi richiesta».

Qualcosa intanto al Pirellone è cambiato con l'arrivo di Letizia Moratti al posto di Giulio Gallera. L'ex sindaco di Milano ha puntato subito il dito sulla legge simbolo della Lega, la 23 del 2015, cosiddetta 'Riforma Maroni': «Trovo positivo il suo approccio tecnico. La legge 23 va rivista. Altrettanto positivo che abbia scelto di dialogare di più con i territori». Un cambio di passo dunque, per Gattinoni, c'è stato, «anche se mi ha un po' sconcertato la sua posizione sul Pil (in relazione a quanto avrebbe detto ieri la Moratti in riunione con i capigruppo, ndr). Speriamo che tra un po' non ci venga a chiedere il 730...».

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