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Nicolò Tomaini, l'artista della statua di Olindo e Rosa: "Critico la società dello spettacolo"

Il 34enne lecchese: "Ci stavo lavorando da 9 mesi, ma non pensavo di suscitare tanto interesse"

"In realtà non pensavo di suscitare tutto questo interesse. Ma è stato utile farlo. Con quest'opera ho voluto semplicemente criticare un certo circuito dello spettacolo che porta gli stessi fatti ad essere rivisti in modo totalmente diverso a distanza di poco tempo per necessità sociali. Prima colpevolisti, poi innocentisti. Prima una cosa è falsa, poi diventa vera e di nuovo viceversa in nome di un equilibrio che si vuole dare alla società appunto e alla percezione delle cose".

A parlare è Nicolò Tomaini, l'artista 34enne residente a Lecco, che ha realizzato le due sculture a grandezza umana raffiguranti Olindo Romano e Rosa Bazzi, poi installate la scorsa notte nella piazza del mercato di Erba, vicino al luogo della strage. Un blitz "artistico" che ha fatto il giro d'Italia e rispetto al quale Nicolò, stando a quanto ci ha dichiarato poco fa al telefono, non si aspettava potesse avere così tanto risalto. Un'iniziativa per dire no a quella che l'autore definisce la società dello spettacolo.

"Stavo lavorando a queste opere da tempo, in collaborazione con altri artisti - aggiunge Tomaini - Posso dirvi che non ho voluto cavalcare l'onda della discussione sulla riapertura del processo proprio perché non mi interessa entrare nel merito della vicenda di cronaca, ma solo suggerire una riflessione. Ho infatti iniziato a lavorare alle sculture oltre 9 mesi fa. Poi questa notte ho raggiunto la piazza di Erba per posizionare le statue. Eravamo una squadra di sei persone, provenienti anche da fuori regione. Sui miei canali social ho illustrato più nei dettagli la motivazione e l'obiettivo di questa iniziativa".

Le opere di Nicolò Tomaini in mostra a palazzo delle Paure

Proprio su Fb, Nicolò illustra l'opera "The lovers" parlando della strage di Erba tra realtà e rappresentazione, richiamando l'analisi scritta dal collega Filippo Mollea Ceirano, di cui riportiamo alcuni passaggi. "Ritornano sotto l’attenzione dei mass media le vicende, giudiziarie e non, legate alla strage di Erba. Presupponiamo noti i fatti, e chiariamo subito che non ci interessa affatto la diatriba su innocenza o colpevolezza, correttezza processuale, consistenza delle prove.

"L'inversione del rapporto tra la realtà delle cose e la sua rappresentazione"

"Quello che invece interessa è come nella società contemporanea si possa costruire una verità ufficiale, che poi all’occorrenza si può anche decostruire con gli stessi identici strumenti, per rifarla ancora e disfarla, tutte le volte che si vuole. Il processo, la ricostruzione che in esso è emersa delle vicende, la cronaca giudiziaria e la narrazione mediatica dei fatti non sono altro che alcuni dei passaggi attraverso cui nella percezione sociale si compie l’inversione del rapporto tra la realtà delle cose e la sua rappresentazione".

Le statue di Rosa e Olindo dell'artista lecchese Tomaini  (1)

"Il falso prende il posto del vero, la copia quello dell’originale, mentre la vita, i sensi, le passioni, e più in generale tutto ciò che dovrebbe animare l’esistenza umana si azzerano, per lasciare il posto alla mortifera stretta di una rassegnata ubbidienza. È chiaro infatti - incalza Filippo Mollea Ceirano - che una organizzazione sociale che prescinde dalla realtà non teme dissenso, resistenza, ribellione: in essa tutto è virtualmente consentito in modo che nulla possa essere concretamente realizzato, a partire dalla costruzione di un'effettiva via di uscita dall’incubo di quella allucinazione perversa in cui siamo imprigionati a tempo indeterminato...

"Il meccanismo è ben rodato..."

"Il meccanismo è ben rodato, funziona ormai per automatismi che non necessitano neppure di una regia, di una attività di coordinamento; anzi, la sua forza sta proprio nel fatto che si è ormai compiuta e superata quella fase che G. Debord aveva chiamato 'società dello spettacolo', in cui 'nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso'. Siamo giunti a un livello di mistificazione che non ha più neppure bisogno di ricorrere alla falsificazione per inglobare e neutralizzare la realtà...".

Il laboratorio di preparazione delle statue di Olindo e Rosa.

Sempre secondo Filippo Mollea Ceirano: "Accadde, accade, accadrà; ovunque, per ogni cosa, oltre ogni cosa. Come a Erba.... Nasce da queste considerazioni l’opera di Nicolò Tomaini, nella quale gli elementi si compongono, visivamente, attraverso la citazione di una storica opera di Marina Abramovic Rest energy, in cui i due soggetti di una coppia stanno uno di fronte all’atro; uno tiene in mano un arco, mentre l’altro tende verso il suo cuore una freccia pronta ad essere scoccata: il rapporto tra esseri umani, sia esso amoroso, affettivo, di amicizia, è sempre soggetto al rischio che l’equilibrio si rompa, con esiti potenzialmente letali, e deve potere contare su una assoluta, reciproca fiducia".

Il laboratorio di preparazione delle statue di Olindo e Rosa. (2)

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