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Centro storico

Perché il limite dei 30 km/h in città è giusto

"Lecco andrà a 30 all'ora". Da quando i giornali hanno riportato la notizia, approfondendo il contenuto del Piano urbano di mobilità sostenibile e del Biciplan sulla scia del clamore sollevato dal provvedimento di Bologna, non si parla d'altro. In città, nei bar, sui gruppi social dedicati a Lecco.

Mentre infuriano conflitti internazionali che via via si espandono e coinvolgono nuove aree; mentre balliamo sull'orlo dell'ennesima congiuntura economica sfavorevole che giustificherà inflazione e rialzi dei prezzi al consumo; mentre il cambiamento climatico cancella l'inverno e alla prima pioggia fa franare le strade; mentre accade tutto questo, giusto per metterci un po' di attuale qualunquismo, il principale argomento di interesse a Lecco è diventato il limite di 30 km/h che progressivamente verrà attivato in alcune vie della città.

Speravamo in qualcosa di meglio, per esempio il plasticoso Festival di Sanremo con le sue immancabili polemiche costruite a tavolino, i cantanti pseudosconosciuti miscelati a immarcescibili boomer della canzone, le star di Hollywood ridotte a un incrocio fra macchiette e marchette. E invece no. Si parla soltanto dei 30 all'ora, come fosse un'ossessione o un peccato capitale. Come se gli amministratori che hanno deciso di introdurre il limite fossero i cattivoni di un film d'azione. 

Una volta, in un passato che fatichiamo a ricordare, tutti avremmo pensato "ben venga, tutelano la sicurezza delle persone, dei bambini e degli anziani", anche con volumi di traffico cento volte inferiori agli odierni. Oggi, invece, il pensiero ricorrente in cui ci si imbatte è "roba da matti, vogliono paralizzare la città!".

La velocità scandisce le nostre vite

Certo, viviamo nell'epoca in cui tutto si consuma in un battere di ciglio e la velocità è diventata la grandezza fisica più importante, forse l'unica con cui misurare la quotidianità. Abbiamo fretta di fare qualsiasi cosa: andare al lavoro, arrivare a un appuntamento, persino giocare i numeri al Lotto. Allo stesso modo abbiamo poco tempo a disposizione sul web per consumare una canzone, commentare cose che non conosciamo, leggere un articolo (in pochi vanno oltre il titolo). La velocità è denaro, la velocità è like e popolarità. Chi si ferma è perduto.

Siamo davvero così sicuri, però, che il limite dei 30 km/h sia negativo? No. Anzi. Personalmente c'è la convinzione che non solo sia positivo, ma anche fortemente educativo.

Ciò che gli amministratori (e in fondo anche noi giornalisti) cercano di fare capire alla cittadinanza è che il divieto di oltrepassare la soglia non verrà applicato a tutta la città, non è possibile e sarebbe una follia; entrerà gradualmente in vigore soltanto in alcune strade, quelle in cui si verifica una forte promiscuità tra mezzi e pedoni, in assenza di marciapiedi, in presenza di scuole, dove cresce l'incidentalità.

Muoversi già a passo d'uomo

Chiunque viva o lavora a Lecco sa benissimo che lungo le direttrici principali (via Parini, corso Matteotti, via XI Febbraio, via Montanara, via Marconi, via Fiandra, via della Pergola, via Amendola, corso Martiri, corso Carlo Alberto, via dell'Eremo, viale Montegrappa, via Tonale, viale Adamello) ci si muove già spesso, in particolare negli orari di punta, a passo d'uomo o poco più. Il paradosso è che queste vie non dovrebbero essere toccate dalla visione di "Città 30". Chi grida allo scandalo può dunque mettersi l'anima in pace.

Sono altre le strade in cui occorrerà alzare il piede dall'acceleratore, le stesse che le statistiche indicano "a rischio". Noi giornalisti lo sappiamo: a Lecco la media di pedoni (e ciclisti) investiti è molto alta. Per non parlare di scontri fra veicoli o mezzi ribaltati. Non passa giorno senza che ci sia almeno un intervento di soccorso in qualche zona della città, sovente più di uno. Tutto ciò che contribuisce a migliorare la sicurezza, nostra e altrui, dovrebbe essere apprezzato senza remore. Ci si autoregolamenterà e piano piano si farà l'abitudine a una nuova normalità, in realtà molto più simile di quanto immaginiamo alla situazione attuale.

Lo scoglio è senza dubbio più mentale che pratico, perché sembrerà di perdere tempo, ma gli spostamenti non diventeranno affatto più lunghi. Saranno solo più ordinati, magari con un uso ottimizzato di biciclette e ebike.

Il grosso difetto di Lecco è strutturale (la mancanza di alternative ad alcune direttrici) e si confida in interventi significativi quali ad esempio il futuro quarto ponte. Il vero problema per cui ci sarebbe margine di intervento è invece lo spropositato numero di veicoli che ogni giorno percorrono le nostre strade. Troppi. Spesso senza una reale necessità. Le politiche di incentivo a una mobilità sostenibile ci sono e ci sono state negli ultimi anni, ma purtroppo non sono mai state particolarmente apprezzate da parte della cittadinanza (si pensi al bike sharing).

Chi oggi si lamenta dei 30 km/h in genere non ha interesse a decongestionare il traffico. Vuole solo ribadire il proprio diritto alla velocità tipico della società contemporanea. Non importa poi se si stia andando a salvare l'universo dall'invasione aliena o al sushi con gli amici. L'importante è fare presto.

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