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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Dieci anni fa si spegneva Ambrogio Fogar, il leggendario esploratore

La vita, le missioni e la televisione: sempre instancabile, sempre sorprendente

Si spegneva dieci anni fa, la notte tra il 23 e il 24 agosto, Ambrogio Fogar.

Il grande esploratore, navigatore, scrittore e conduttore televisivo italiano ha sempre vissuto ogni giorno al 100%, anche dopo il grave incidente nel rally di Pechino che l'ha costretto in sedia a rotelle a respirare tramite una macchina.

Le sue avventure sono diventate leggenda e rimarrano per sempre scolpite nell'immaginario di ogni italiano.

Insieme all'amico Mauro Mancini è sopravvissuto ad un naufragio al largo delle isole Falkland, nell'Atlantico meridionale, nutrendosi di mitili attaccati alla zattera e bevendo acqua piovana per 74 giorni. Si è poi lanciato in solitaria alla conquista del Polo Nord, accompagnato solo dal cane, e ha rischiato la morte più volte per la deriva della banchisa.

Ma i mari tropicali e le gelide acque settentrionali non bastavano all'eroe, che ha deciso di imporsi anche sul deserto: tre i Rally dei Faraoni a cui ha partecipato, e altrettante le edizioni della Parigi-Dakar a cui ha preso parte.

Proprio la nuova scoperta della passione per i motori, che in precedenza non teneva in gran considerazione, ha portato l'avventuriero milanese alla grande tragedia del raid automobilistico Pechino-Parigi. Durante una curva il fuoristrada su cui si trovava insieme al compagno Giacomo Vismara si è rovesciato, provocando la frattura della seconda vertebra cervicale e di conseguenza la quasi totale paralisi e le insufficienze respiratorie che lo perseguiteranno per il resto dei suoi giorni.

Indomito, ha continuato a partecipare attivamente, per quanto possibile, al mondo dell'avventura mondiale: ha preso parte al giro d'Italia in barca a vela, munito di una sedia a rotelle basculante. Il suo impegno nel sociale si è accresciuto col tempo, portandolo in prima linea nella crociata di Greenpeace contro la caccia alle balene e spingendolo a diventare testimonial per la raccolta fondi dell'associazione miolesi. Tra gli innumerevoli posti visitati nell'incessante peregrinare, è passato accompagnato dagli apparati che ne consentivano il movimento e la sopravvivenza stessa anche a Lecco e in Valtellina, per promuovere sempre e comunque una visione attiva della vita.

Lo ricordiamo oggi, a dieci anni dalla morte, attraverso l'indimenticabile sigla dello show televisivo di cui era conduttore, "Jonathan - dimensione avventura", sicuri che molti di voi lo ricordino con piacere e nostalgia.

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