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Folle violenza al Badoni: studente bullizzato, tutti restano a guardare

Il ragazzo è stato provocato e sbattuto a terra da un coetaneo sulla scalinata della scuola

Folle pomeriggio all'esterno dell'Istituto Badoni di Lecco. Negli ultimi giorni è diventato virale un video registrato da un giovane lì dove si trovano la scalinata esterna della scuola e la fermata del pullman frequentata da decine di ragazzi ogni giorno. Le immagini parlano più che chiaramente: un ragazzo viene provocato da un coetaneo, tirato giù di forza dal muretto, sbattutto a terra dopo una colluttazione in piedi e nuovamente aggredito con veemenza. Nessuno dei presenti muove un dito per quei lunghi secondi di follia e il video finisce su uno dei tanti canali fogna che si trovano in rete.

“Forte preoccupazione per le bande”

Il caso lecchese conferma il trend descritto dai della Sorveglianza Health Behaviour in School-aged Children – HBSC Italia 2022 riportati dal Ministero della Salute. Secondo quanto emerge dall’analisi, gli atti di bullismo a scuola sono più frequenti nei più piccoli (11-13 anni) e nelle ragazze. Il fenomeno è inoltre collegato con la violenza domestica: minori esposti a episodi di violenza familiare sono più propensi a imitare i comportamenti che subiscono in casa. Sono spesso portati così a ferire a loro volta i compagni o a diventare loro stessi vittime anche a scuola.

Quando l’accanimento avviene tramite canali social, si parla di cyberbullismo e si tratta di un fenomeno che si sta diffondendo sempre di più anche alla luce dell’utilizzo smodato del web che fanno i bambini e i ragazzi di oggi. Chi subisce bullismo e cyberbullismo ha importanti ripercussioni sia sulla salute fisica che quella psichica, infatti, diversi studi evidenziano che c’è una stretta correlazione tra le vittime e le prestazioni scolastiche in caso, l’abbandono scolastico, i problemi del sonno, l’ansia, i deficit dell’attenzione e persino l’autolesionismo. 

Sul tema è intervenuto il consigliere regionale lecchese di Fratelli d’Italia, Giacomo Zamperini: “Nei giorni scorsi è stato diffuso un video nel quale viene mostrato un ragazzino bullizzarne un altro nei pressi della scuola Badoni di Lecco. Ho deciso di farlo vedere sul mio profilo Instagram, anche se già ampiamente diffuso sui social, sentendo anche il padre del ragazzo coinvolto, non con l'intenzione di alimentare violenza o pulsioni che non mi appartengono come vendetta e razzismo, ma con l’intento di suscitare nelle persone la volontà di dare una carezza ed un sostegno alla vittima, a cui va la mia solidarietà ed amicizia, ed una pure ai nostri figli, alle ragazze ed ai ragazzi che purtroppo non parlano volentieri agli adulti delle violenze che subiscono dai loro coetanei: sono spesso tenuti all'oscuro di quanto accade, genitori ed insegnanti in primis. Ci sono centinaia di altri casi che non vengono denunciati e che riguardano preoccuoanti e sempre più frequenti formazioni di bande criminali giovanili, la cui presenza sul nostro territorio, specialmente nella zona della stazione di Lecco e del centro commerciale “Meridiane” è un fatto conclamato. Come giustamente più volte denunciato anche dal Procuratore Capo di Lecco, Ezio Domenico Basso, dobbiamo prestare particolare attenzione a questo problema. Vorrei inoltre che ci mostrassimo capaci di essere una comunità educante anche e soprattutto per l’aggressore, non solo in questo caso specifico, perché in età adolescenziale è ancora facilmente recuperabile il disagio, come quello di altri baby-bulli, prima che si trasformi in delinquenza”.

“Mostriamo il nostro lato migliore, anche se è più difficile e faticoso rispetto allo sfogo istintivo. È un dovere ben preciso di noi adulti metterci in ascolto ed è a disposizione nei confronti dei più giovani che, tra l’altro, sono sempre più vittime di cyberbullismo, forme di violenza caratterizzate da manifestazioni intenzionali ripetute nel tempo da parte di un singolo o da più persone, attraverso atti di tipo offensivo e prevaricatorio perpetrati mediante l’utilizzo dei social network, delle chat e in generale della rete Internet. Secondo dati del rapporto "Tempi digitali" di Save the Children, i giovani lombardi interessati dal fenomeno sono pari al 14%; in Italia, nella fascia di età 11 anni risultano vittime il 17.2% dei maschi e il 21,1% delle femmine. I tredicenni coinvolti sono il 12,9% dei ragazzi e il 18,4% delle ragazze. Gli adolescenti di 15 anni sono il 9,2% dei maschi e l’11,4% delle femmine. È indispensabile promuovere iniziative e progetti che sensibilizzano i ragazzi su un uso corretto della rete e sui suoi pericoli.» Ha continuato Giacomo Zamperini. «Regione Lombardia riserva già grande attenzione al tema, ma penso si possa fare di più. Famiglie e scuola giocano un ruolo fondamentale nel prestare attenzione e non sottovalutare ogni comportamento dei ragazzi. La chiave di volta è come sempre la prevenzione, attraverso progetti che vedano il coinvolgimento di psicologi, avvocati, che aiutino i ragazzi a comprendere le dinamiche della prepotenza nel bullismo e nel cyberbullismo, anche attraverso il supporto di strumenti digitali. Nel 2023 il “servizio 15-24”, lo sportello di ascolto psicologico tenuto dall’ASST Lecco, è stato contattato da 238 ragazzi tra i 15 e i 24 anni (158 ragazze e 80 ragazzi), di cui 93 nuovi accessi”. 

“Nel 2022 Regione Lombardia ha destinato 2.698.000 euro alle ATS ripartiti in base al numero di minori presenti sul territorio per la realizzazione di interventi per contrastare il disagio dei minori. In particolare, all’ATS Brianza, sono stati destinati 416.735 euro per il progetto “B.A.G. – Brianza Attiva Giovani” che si concluderà a settembre del 2025. L’obiettivo del progetto è quello di sviluppare una collaborazione con le reti scolastiche sui temi del contrasto al bullismo e costituzione di un team di emergenza. In riferimento alle scuole che promuovono la salute è prevista l’attività di analisi dei dati del questionario rivolto agli studenti della Provincia di Lecco, finalizzato a mappare l’attività di promozione del benessere scolastico e potenziare la formazione rivolta agli insegnanti”.

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“Lo scorso luglio, invece, Regione ha approvato il Piano di azione territoriale per la realizzazione di interventi per contrastare il disagio dei minori, redatto da ATS Brianza in collaborazione con le Prefetture di Monza e Brianza e di Lecco, che attraverso gli incontri dei Tavoli Interistuzionali Provinciali, hanno definito le priorità di intervento sul territorio: promozione dell’empowerment dei ragazzi, attraverso la realizzazione di azioni dentro e fuori la scuola, promozione del loro protagonismo, attraverso attività pratiche sul campo con sessioni di formazione e workshop e costruzione di un tavolo di lavoro tra soggetti diversi per promuovere interventi a favore del benessere dei ragazzi. Questo protocollo è la testimonianza del rapporto sinergico tra istituzioni e dell’impegno di Regione nella sua azione d’intervento per contrastare il disagio dei minori e promuove percorsi virtuosi di buone prassi, al fine di prevenire fenomeni legati alle diverse forme di dipendenza, bullismo e cyberbullismo, attraverso forme di cittadinanza attiva, impegno e protagonismo dei ragazzi e, soprattutto, una cultura valoriale improntata al rispetto, alla legalità, alla fiducia e al senso appartenenza. Sarà fondamentale proseguire in questa direzione, stanziando ulteriori risorse che non rappresentano una spesa bensì un investimento sociale sui nostri giovani, sul nostro futuro”. 

Anche il consigliere del Comune di Lecco, Filippo Boscagli, si è espresso sulla vicenda: “La delegittimazione e la debolezza di ogni protagonista dell’educazione (famiglia, scuola, istituzioni) porta alla tragedia educativa che vediamo oggi. Il mondo degli adulti ha abbandonato la crescita dei ragazzi, lasciando a pochi esperti (es. psicologi e qualche prof di buona volontà) un ruolo che riguarda tutti. Così i ragazzi non hanno né guide né esempi. Il mondo di violenza in cui sono immersi non può lasciare indifferenti. La repressione del crimine a difesa dei più deboli (cosa doverosa), deve andare di pari passo con l’investimento personale del sistema “dei grandi” nel coinvolgersi con l’educazione dei ragazzi e mostrargli che è possibile realizzarsi ed essere felici crescendo insieme. Cosa possibile solo mostrando nella pratica quotidiana un mondo di adulti che lo credono davvero”.

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