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Cronaca

Morbillo nel Lecchese: 6 casi accertati da inizio 2017

La relazione redatta da ATS Brianza, con il commento della dottoressa Paola Da Grada

126 casi accertati di morbillo da inizio 2017. È ATS Brianza a restituire - in una breve relazione - una fotografia della situazione attuale circa i casi e le segnalazioni della malattia in provincia di Lecco e Monza-Brianza.

«L'andamento delle segnalazioni di casi di morbillo a carico di cittadini residenti o domiciliati nel territorio dell'ATS della Brianza - spiega la dottoressa Paola De Grada, medico del dipartimento di igiene e prevenzione sanitaria - è stato, negli anni dal 2000 al 2016, in sostanziale allineamento con i dati regionali. Dal mese di gennaio 2017 si registra invece, in ATS, un aumento delle segnalazioni di casi di morbillo rispetto allo stesso periodo del 2016. Più precisamente, alla data del 26 aprile sono pervenute 126 segnalazioni di malattia accertata».

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La malattia - spiegano gli esperti - si è manifestata in soggetti di tutte le età, con un range che va dai 9 mesi ai 54 anni, con una concrentrazione maggiore nei bimbi tra gli 0 e i 4 anni e nei giovani adulti della fascia 30-34 anni.

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In relazione alla residenza dei malati, il numero di casi è stato di 6 nel territorio di Lecco, 29 in quello di Monza e 91 a Vimercate.

«Il decorso della malattia nei 126 paziente - proseguono gli esperti - è in linea con il quadro tipico del morbillo: febbre, tosse ed esantema diffuso su tutto il corpo, un quadro di malattia che si risolve in genere in breve tempo, ma che in alcuni casi può sviluppare complicanze anche severe». Tra i casi di ATS Brianza sono state, infatti, segnalate: polmonite (in 4 casi con insufficienza respiratoria), epatite e varie forme minori, come otite, diarrea e stomatite. In nessun caso, fortunatamente, si è riscontrata encefalite, la più temuta delle forme gravi.

In relazione al quadro sintomatologico e alle complicanze, per 23 dei pazienti è stato necessario il ricovero, mentre altri 13 sono giunti in Pronto Soccorso.

«Dall'inchiesta epidemiologica effettuata a seguito di ogni segnalazione di caso - sottolinea Paola De Grada - è emerso che ben 117 dei malati non erano mai stati vaccinati contro il morbillo, in linea con il dato nazionale che mostra circa il 90% di non vaccinati, rispetto al totale dei malati, per l'anno in corso. Delle 117 persone non immuni al morbillo, 9 hanno contratto la malattia, benchè fossero state vaccinate subito dopo il contatto con un ammalato. In questi casi, la "vaccinazione post-esposizione" non ha potuto evitare la malattia, ma ha sicuramente contribuito ad evitare possibili complicanze». Tra i 9 ammalati vaccinati in passato, invece, 8 avevano effettuato 1 sola delle 2 dosi di vaccino necessarie per avere una garanzia di protezione dal virus e solo nel caso di 1 adulto, vaccinato con 2 dosi da bambino, si ipotizza che la vaccinazione non abbia assicurato la totale immunità contro la malattia, «evenienza rara, ma possibile per qualsiasi tipo di vaccinazione».

Tra i casi registrati, inoltre, si è resa evidente anche un'altra caratteristica del morbillo: l'altà contagiosità. Dei 126 casi, infatti, ben 64 sono raggruppabili in "focolai" di malattia, con coinvolgimento in ambito familiare (madre/figlio, moglie/marito, ...) ma anche del contesto lavorativo.

«In conclusione - spiega la dottoressa De Grada - i dati rilevati a livello locale confermano la persistenza della circolazione del virus del morbillo, dovuta al mancato raggiungimento della copertura vaccinale di almeno il 95% dei bambini fino a 24 mesi di età, indicata dagli esperti come soglia minima per fermare la circolazione del virus nella popolazione. Sappiamo che questo dato è legato sostanzialmente al crescente numero di genitori che rifiutano la pratica vaccinale, nonostante evidenze scientifiche consolidate sul valore positivo delle vaccinazioni e sulla loro sicurezza. Per rafforzare l'informazione e favorire l'adesione consapevole da parte dei genitori, in collaborazione con i pediatri di famiglia, sono in atto a livello regionale azioni di monitoraggio delle coperture e di rafforzamento della proposta di vaccinazioni in età pediatrica».

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