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Fuga fallita / Pescarenico / Via Cesare Beccaria, 9

Scappa prima di finire in carcere: fuggitivo riacciuffato

La vicenda è avvenuta nel pomeriggio di lunedì

Un tentativo estremo di scappare alla carcerazione, ma finito male. Questo, in estrema sintesi, è quanto avvenuto nel pomeriggio di lunedì 29 maggio a Lecco, nel rione di Pescarenico, in via Beccaria: un detenuto straniero ha approfittato della concitazione di un rientro dall’udienza per fuggire prima di tornare in carcere. L’uomo, che si era liberato dall'agente di scorta, è però stato bloccato dal personale di polizia penitenziaria dopo le rapide ricerche, che sono terminate con successo vicino ai binari della ferrovia che si trovano sul retro della casa circondariale.

La questione è stata denunciata dal sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe per voce del segretario regionale della Lombardia, Alfonso Greco: “Nel primo pomeriggio di lunedì un detenuto di origine straniera, durante il rientro in istituto dal tribunale, ha spintonato violentemente il personale addetto alla scorta e si è dato alla fuga verso la ferrovia poco distante dall’istituto. Subito il personale di polizia penitenziaria si è prodigato per riprendere l’evaso. Sul posto sono intervenute anche altre forze dell’ordine e nel giro neanche di un’ora il personale di polizia penitenziaria di Lecco è riuscito a scovare il fuggitivo e a riportarlo in istituto. Plauso del Sappe al personale di Lecco che ha saputo gestire con fermezza e professionalità la situazione evitando che il detenuto potesse sparire nel nulla definitivamente”.

“Le normative non ci tutelano”

Donato Capece, segretario generale del Sappe, ha denunciato: “È sintomatico che negli ultimi dieci anni ci sia stata un'impennata dei detenuti stranieri nelle carceri italiane, che da una percentuale media del 15% negli Anni '90 sono passati oggi a essere quasi 20mila. Fare scontare agli immigrati condannati da un tribunale italiano con una sentenza irrevocabile la pena nelle carceri dei Paesi d'origine può anche essere un forte deterrente nei confronti degli stranieri che delinquono in Italia. Il dato oggettivo è però un altro: le espulsioni di detenuti stranieri dall’Italia sono state fino a oggi assai contenute, oserei dire "impercettibili".

Capece ha evidenziato come da mesi il Sappe porti “avanti le battaglie a favore di ogni singolo operatore delle forze dell'ordine e del soccorso pubblico. Mesi che rivendichiamo il nostro ruolo ormai attaccato da più parti e che vacilla sotto i colpi di normative che non ci tutelano, di leggi troppo blande per chi delinque come la vigilanza dinamica e il regime aperto nelle carceri e di quel partito dell'anti polizia che non perde occasione per strumentalizzare ogni singolo episodio. Dimenticando l'infinito lavoro quotidiano che tutte le donne e gli uomini in divisa compiono con abnegazione e altissima professionalità ogni giorno. Siamo pronti a scenderemo in piazza tutti insieme per manifestare il dissenso verso chi ci ha lasciato senza tutele di fronte a problemi sempre più complessi e rivendichiamo tutele e garanzie funzionali nuovi strumenti che migliorino il nostro servizio bodycam e taser su tutti nuovi protocolli operativi e soprattutto tutele legali”.

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