Terrorismo, arrestato jihadista in Brianza: "Progettava il martirio"
L'uomo, proveniente dalla Tunisia, progettava di uccidere prima la moglie e poi di compiere azioni terroristiche
Viveva a Carnate, al confine con la provincia di Lecco, il tunisino di 38 anni espulso oggi 25 novembre perché ritenuto un potenziale jihadista.
Stando a quanto appreso dagli 007 italiani l'uomo, Kamel Ben Hamida, progettava il martirio in nome di Allah e ne parlava su Facebook e altri social network con alcuni jihadisti, uno dei quali sembra fosse impegnato con le milizie dell'Isis al confine con la Siria.
La prima a morire, nei "programmi" del tunisino, sarebbe dovuta essere la sua moglie, colpevole di averlo lasciato portando con sé i due figli, e di volerli convertire al cristianesimo, poi, sarebbe stato il turno dell'Italia: queste le sue inequivocabili intenzioni, intercettate dagli agenti italiani, che hanno portato all'espulsione.
«Con quella di oggi sono sessanta le espulsioni eseguite dalla fine dello scorso mese di dicembre - afferma il Ministro dell'interno Angelino Alfano, che ha firmato l'ordinanza - Grazie al lavoro che abbiamo fatto e ai nostri sistemi di sicurezza e prevenzione è stato possibile intercettare, in un ristrettissimo contesto, le sue parole intrise di sentimenti di odio nei confronti dell’Occidente e la sua disponibilità a realizzare un’azione di martirio e persino a uccidere la moglie italiana, dalla quale era separato, temendo che potesse fare convertire al Cristianesimo i figli minori a lei affidati. Noi garantiamo la libertà di culto e tuteliamo chi intende professarla, ma espelliamo chi non rispetta le leggi del Paese che lo ospita e in cui vive».