A spasso su Marte
C’è vita nell’Universo? Ma soprattutto, può essere quella che conosciamo sulla Terra? L’astrobiologia cerca di rispondere a queste domande mettendo insieme competenze appartenenti a diverse discipline. Se gli astronomi hanno gli strumenti adatti per guardare lontano, è necessario avere anche le competenze dei biologi e dei chimici per capire se quello che viene osservato possa essere un segno di vita extraterrestre presente o passata. Ma come possiamo distinguere una forma di vita aliena? Marte potrebbe darci la risposta giusta. Un tempo infatti era un pianeta molto simile alla Terra, con oceani e continenti: un ambiente ideale perché la vita possa essersi sviluppata. Si parlerà della missione NASA Perseverance che da qualche settimana sta muovendo i primi passi sul pianeta rosso con il compito di raccogliere campioni marziani e condurre analisi che ci aiuteranno a capire se la vita possa esistere altrove nel nostro Universo.
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John Robert Brucato
John Robert Brucato è Primo Ricercatore presso l’INAF Osservatorio Astrofisico di Arcetri a Firenze e docente del corso di Astrobiologia presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Firenze. Si occupa di astrobiologia ovvero della ricerca di segni di vita nel Sistema Solare e dello studio di materiale extraterrestre. È responsabile del laboratorio di astrobiologia dell’Osservatorio di Arcetri dove si studiano le interazioni chimico-fisiche di superfici minerali con biomolecole in condizioni spaziali simulate. È coinvolto nella missione NASA OSIRIS-REx per la raccolta e il rientro a Terra di campioni primitivi ricchi di carbonio dall’asteroide 1999 RQ36 Bennu, nella missione ESA ExoMars e nella missione Mars2020 – Perseverance della NASA per la ricerca di segni di vita su Marte. È coordinatore della missione AstroBio-CubeSat che verrà lanciata da ESA nel 2021, in cui si utilizzeranno nuove tecnologie per cercare la vita nello spazio. Si occupa di Planetary Protection per le missioni su Marte e sulle lune ghiacciate di Giove e Saturno, ovvero di come tutelare la Terra e i corpi del sistema solare dalla contaminazione da microorganismi trasportati dalle missioni spaziali.