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Baby Gang, nuova disavventura: musica alta nella notte di Lecco, un'altra denuncia

Il giovane rapper Zaccaria Mouhib è stato pizzicato dalle forze dell'ordine nel rione di Santo Stefano insieme a degli amici: su di lui pende un foglio di via

Nuova denuncia per Baby Gang, nome d'arte di Zaccaria Mouhib. Il giovane rapper di Lecco ha allungato la striscia di problemi con la giustizia nella notte tra giovedì 7 e venerdì 8 luglio, quando è stato trovato insieme a un buon numero di amici in via Paolo Pio Perazzo, strada che si trova nelle vicinanze di piazza Cappuccini, poco dopo aver finito di turbare la quiete pubblica intorno alle due di notte. “Sono arrivati con due macchinoni e, tra sgommate e musica alta, hanno iniziato a fare parecchio rumore”, hanno riferito alcuni testimoni oculari presenti nel rione di Santo Stefano, già messo a dura prova in questi anni da una situazione di crescente degrado. In questo caso l'arrivo dei carabinieri ha stoppato definitivamente il tutto e il gruppo, composto da ragazzi albanesi, africani e un macedone residenti tra capoluogo e Brianza, è stato sottoposto alle verifiche.

Giusto un anno fa, in tempi sovrapponibili, lo stesso Baby Gang, nato a Lecco il 26 giugno 2001, si era visto recapitare un foglio di via dopo i disordini capitati nella medesima zona: a settembre 2021, quindi, il questore Alfredo d'Agostino firmò la misura, valida un annno, ritenendolo "socialmente pericoloso" e accodandosi a quanto fatto dai suoi colleghi tra Milano e la Riviera romagnola. Ora una nuova denuncia a suo carico per l'inosservanza del sopracitato provvedimento, che potrebbe anche portare a estenderne la durata visto che già pochi mesi fa, ad aprile, lo stesso l'aveva violato ed era stato scoperto dalla Polizia di Stato, ricevendo anche in quel caso una denuncia. Non sanzionati, invece, gli amici del rapper.

Le indagini per il video girato in carcere

Più recentemente, invece, è stata la Procura di Milano torna a muoversi intorno a Baby Gang. Il 21enne trapper lecchese di origini marocchine ha subìto la perquisizione in casa e il sequestro di vari dispositivi elettronici, pezzo delle indagini svolte dal Tribunale milanese in merito alla registrazione della videoclip del singolo "Paranoia": era stato lo stesso Baby Gang a pubblicare una foto scattata durante la detenzione a San Vittore e poprio all'interno del carcere sono state filmate le immagini entrate a far parte del prodotto finale. Una fattispecie ovviamente vietata dalla legge: rischia sia chi utilizza lo smartphone in carcere, ma anche chi l'ha indebitamente introdotto all'interno dello stesso.

Baby Gang: niente Nameless e perquisizione

La perquisizione è avvenuta nella giornata di lunedì 6 giugno ed è stato lo stesso trapper a darne notizia attraverso il suo profilo Instragram, legando il tutto alla mancata partecipazione al Nameless Music Festival che è andato in scena durante il fine settimana appena passato: “Il Nameless era una data molto importante per me, visto che sono 6 anni che sogno di salire sopra quel palco e di far vedere in zona mia che qualcuno di loro c’è la fatta. Quando ne ho avuto la possibilità, gli agenti di polizia hanno impedito tutto questo, senza un senso. Continuo a fare finta di niente ma non so per quanto posso reggere sta cosa. Aggiungo pure che ieri tornato da Casablanca mi è arrivato un mandato di perquisizione e di sequestro di tutti gli apparecchi elettronici, tra qui il mio telefono e il mio Instagram, cosa che non ho mai sentito in 20 anni di tarantelle. E fidatevi che racconto solo il 5% di quello che mi fanno ma fa niente: sappiate che se un giorno darò di matto e impazzirò, saprete le motivazioni”. Profilo social che, comunque, lo stesso Baby Gang sta utilizzando nel corso degli ultimi giorni.

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Il video registrato a San Vittore

Il fascicolo su questo specifico caso era stato aperto dalla Procura di Milano a inizio aprile con lo scopo di accertare l'"accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti" dal trapper Baby, Gang allora detenuto a San Vittore con l'accusa di rapina. 

Come illustrato in un articolo dei colleghi di MilanoToday, è stato lo stesso giovane sul suo profilo Instagram a scrivere di aver "girato una parte" di un suo nuovo video musicale nel centro di reclusione milanese, sostenendo che così il suo "prossimo singolo rimarrà nella storia del rap, visto che sono il primo artista 'detenuto' ad aver girato un video in un carcere". Baby Gang è molto conosciuto e seguito anche a Lecco, città dov'è nato 20 anni fa e dove ha abitato per diverso tempo. Proprio qui ha girato anche il discusso video "Lecco City" giunto quasi a 5 milioni di visualizzazioni solo su YouTube.

"È da tanto che aspetto questo momento, ho preferito far calmare le acque prima di riagire per far capire. Alle persone che non ho bisogno e che non sfrutto l’hype mediatico per spaccare Io se sono quello che sono è per la mia musica e non per le vostre c... mediatiche - ha detto -. E soprattutto ho voluto aspettare per far credere alle persone che me l’hanno messo nel c... e che godevano alla mia carcerazione da innocente che hanno vinto. Quando il vero vincitore è il sottoscritto. Un mio carissimo compagno di cella mi disse che in ogni problema ci sono 2.800 soluzioni e il mio unico problema in quella cella era continuare la mia fottuta musica per questo in queste 2.800 soluzioni ne ho trovato una per continuare a fare ciò che mi hanno sempre vietato di fare".

E ancora: "Detto ciò voglio comunicare a tutto lo stato italiano e a tutti quelli che hanno goduto, che anche se mi chiudete sotto terra io continuerò sempre a fare ciò che ho sempre fatto. Nessuno di voi potrà mai fermarmi i miei sogni e i miei obbiettivi li raggiungerò. E voi vi attaccate. Paranoia presto fuori… ", ha proseguito Zaccaria Mouhib.

Da qui la comunicazione della notizia di reato da San Vittore alla Procura e l'apertura di un fascicolo da parte del pm Giovanni Polizzi. Baby Gang a fine gennaio era stato arrestato in un'inchiesta su una serie di rapine, ma poi scarcerato una ventina di giorni dopo per "profili di lacunosità e debolezza" delle indagini, dopo il ricorso al Riesame da parte del suo legale, l'avvocato Niccolò Vecchioni. Ai domiciliari erano finiti anche altri due rapper, tra cui Neima Ezza, e le misure sono state attenuate nei giorni scorsi. Dopodichè è stato coinvolto anche in una presunta aggressione nei confronti degli agenti della Polizia di Stato.

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