rotate-mobile
L'incremento

Polveri sottili, Lecco preoccupa: solo a Biella un aumento peggiore

Il rilevamento degli ultimi cinque anni parla chiaro: +14,8%

I dati parlano chiaro. L'aumento delle polveri sottili a Lecco è decisamente rilevante: dal 2018 al 2023 il Pm 2,5 è cresciuto in maniera sensibile (14,8%), incremento inferiore solamente a quello di Biella (+17,2%). I dati sono stati diffusi dalla redazione tedesca di Deutsche Welle, in collaborazione con lo European Data Journalism Network - di cui Il Sole 24 Ore fa parte, scrive il quotidiano - che ha estratto i dati satellitari del servizio di monitoraggio atmosferico Copernicus (Cams).

Nel complesso il 73% degli italiani vive in territori inquinati, dove la concentrazione di polveri sottili supera i limiti indicati per la salute dell'uomo dall'Organizzazione mondiale della sanità. In tutto sono 58 i centri urbani dove la concentrazione media di Pm 2,5 rilevata finora quest'anno ha superato il valore di riferimento di 10 microgrammi per metro cubo. Di questi, ben nove superano addirittura i 20 microgrammi. Da gennaio ad agosto 2023 risulta Cremona la provincia più colpita, seguita da Monza e Brianza, Milano, Mantova e Padova. L'analisi sui rilievi settimanali nelle province italiane conferma il record negativo - su scala europea - dei territori della Pianura padana, già segnalati da più osservatori sulla qualità dell'aria. Inoltre, dal trend storico del particolato nelle diverse regioni europee (dal 2018 al 2022, ultimo dato consolidato), è possibile scoprire dove la situazione è migliorata e dove invece è peggiorata. Tra i 27 stati membri dell'Unione, i territori del Nord Italia spiccano negativamente rispetto a tutti gli altri, con livelli simili solo a quelli rilevati in alcune regioni della Polonia (in primis Miasto Krako'w, Katowicki, Tyski e Rybnicki).

Luoghi con problemi simili ma con prospettive diverse: mentre da noi i livelli di inquinamento sono elevati e sembrano rimanere tali nel tempo, nella Polonia meridionale i valori sono elevati ma sembrano in calo, con riduzioni che superano il 20% nei cinque anni esaminati. Un confronto che, anche nella concentrazione media nazionale di particolato, vede l'Italia (-0,5%) battuta dalla performance della Polonia (-23,4%). In particolare, tra il 2018 e il 2022 lo smog risulta in crescita in 30 delle 58 città definite "inquinate" a causa di livelli di Pm 2,5 oltre i limiti standard.

Lecco: Pm 2,5 al +14,8%

I picchi negli aumenti si registrano a Biella (dove la concentrazione media annua di Pm 2,5 è passata dai 9,9 µg/m³ del 2018 agli 11,6 dello scorso anno, +17,2%), Lecco (+14,8), Vicenza (+14,3%), Como (+14,2), Varese (+14%), Lucca (+12,9) e Pistoia (+12,7%). La concentrazione media sale anche nelle Province venete di Treviso, Verona e Padova, mentre cala a Milano, Brescia, Pavia, Cremona, Mantova e Lodi. Sulla salute dell'uomo pesa anche la frequenza dei superamenti delle soglie di rischio. A Cremona e Lodi, su un totale di 295 settimane monitorate da gennaio 2018 ad agosto 2023, il 94,2% ha presentato valori superiori ai 10 microgrammi per metro cubo. Anche a Milano la soglia è stata superata nel 93,2% delle settimane (mentre nel 38% delle settimane prese in esame sono stati superati addirittura i 25 microgrammi). Tra le 58 province inquinate compare anche qualche territorio del Sud: Napoli (14 µg/m³ nei primi mesi del 2023, contro i 23,4 di Milano), Caserta, Benevento, Taranto, Avellino, Lecce e Brindisi.

Il particolato fine (Pm 2,5) è una combinazione di piccolissime particelle solide e liquide di diversi materiali inquinanti. Anche se ci sono molti altri inquinanti che influiscono sulla salute umana, è comune concentrarsi su questo tipo di particelle, poiché esistono prove scientifiche coerenti del loro effetto negativo sulla salute pubblica. Aumentano il rischio di malattie respiratorie e cardiache e riducono l'aspettativa di vita. Le nuove norme europee sulla qualità dell'aria, se venissero approvate e recepite nella loro versione approvata dal Parlamento comunitario lo scorso 13 settembre (si veda l'articolo a destra), potrebbero abbassare il valore limite del Pm 2,5 addirittura a 5 microgrammi per metro cubo d'aria.

Le ultime indicazioni dell'Oms, pubblicate nel 2021, hanno infatti ulteriormente abbassato il tetto di rischio, alla luce di evidenze scientifiche che mostrano effetti sulla salute anche a livelli più bassi. La normativa italiana (Dlgs 155/2010), invece, consente ancora concentrazioni annuali fino a 25 microgrammi. A certificare i rischi per la salute sono i dati pubblicati lo scorso marzo dalla European environment agency: tra il 2016 e il 2020 almeno 246.133 persone sono morte prematuramente in Italia a causa dell'esposizione all'inquinamento da Pm 2,5 a livelli superiori a quelli indicati nelle linee guida dell'Oms. Si tratta del 18% di tutte le morti premature stimate dall'agenzia europea nei 27 Paesi Ue. L'Italia, inoltre, nell'arco dei cinque anni esaminati registra un trend crescente (+5,4%), in controtendenza rispetto al trend degli altri Stati europei. In alcune province della Pianura padana (come Cremona, Milano e Padova) le morti premature da inquinamento sono state addirittura piu' di sette ogni mille abitanti.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Polveri sottili, Lecco preoccupa: solo a Biella un aumento peggiore

LeccoToday è in caricamento