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Lecco si sveglia in zona arancione: ecco cosa cambia dalla "rossa"

Negozi aperti, spostamenti senza limiti nel comune di residenza, scuole in presenza fino alla terza media. Gattinoni: «Risultato frutto dell'impegno di tutti. Continuiamo così»

Da zona rossa ad arancione. Oggi, domenica 29 novembre, la Regione Lombardia compie il salto che il governatore Attilio Fontana auspicava già da qualche giorno, e che il governo ha concesso con l'ufficialità nella serata di venerdì. Non è, tuttavia, il momento di sedersi sugli allori, «né di comportarsi come si faceva prima» ha ammonito lo stesso Fontana.

In tanti, nelle proprie abitazioni, per strada, sui social, si chiedono cosa sia cambiato rispetto a prima. In sostanza, le novità principali sono tre: tutti i negozi possono riaprire, le scuole riprendono la propria attività in presenza fino alla terza media, ci si potrà spostare senza bisogno di autocertificazione all'interno del proprio comune di residenza.

I pareri dei sindaci lecchesi

Sulla neocostituita zona arancione si sono espressi anche alcuni sindaci del territorio, a cominciare da Mauro Gattinoni: «Un risultato frutto dell'impegno e della consapevolezza che tutti noi abbiamo dimostrato fino ad ora. Continuiamo così» ha detto il primo cittadino di Lecco. Antonio Rusconi, a Valmadrera, invoca la prudenza: «Zona arancione significa diventare più responsabili se desideriamo un Natale con un po' di festa: questo virus continua a non concedere sconti».

Rusconi: «Zona arancione significa diventare più responsabili»

Zona arancione: cosa cambia

Spostamenti: sono consentiti nel proprio comune. Dalle ore 22 alle 5 sono consentiti esclusivamente spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o per motivi di salute. Rimangono vietati spostamenti in entrata o uscita dalla regione o in un comune diverso da quello di residenza o domicilio, tranne che per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o per motivi di salute o per svolgere attività o usufruire di servizi non disponibili nel proprio comune. È sempre consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.

Vendita al dettaglio e servizi alla persona: consentite tutte le attività commerciali al dettaglio e tutti i servizi alla persona, che si devono svolgere assicurando la distanza interpersonale di almeno un metro, il rispetto delle linee guida del settore e l'esposizione del cartello indicante il numero massimo di persone ammesse all'interno in contemporanea. Chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi a eccezione delle farmacie, parafarmacie, punti vendita di generi alimentari, tabaccherie ed edicole al loro interno.

Scuola: didattica in presenza per scuole dell'infanzia, elementari e medie. Didattica a distanza per le scuperiori. Nelle università possono svolgersi in presenza le sole attività formative e curricolari degli insegnamenti relativi al primo anno dei corsi di studio nonché quelle dei laboratori.

Servizi di ristorazione: restano sospese le attività di bar e ristoranti. Consentite soltanto le consegne a domicilio, senza restrizioni e, fino alle 22, l'asporto con divieto di consumazione sul posto o nelle vicinanze.

Attività sportive: restano sospese tutte le competizioni sportive salvo quelle riconosciute di interesse nazionale. È consentito svolgere attività sportiva e motoria all'aperto e in forma individuale anche presso aree attrezzate e parchi pubblici, ove accessibili nel rispetto dei protocolli.

Trasporti: capienza ridotta del 50% per i mezzi di trasporto locale e ferroviario regionale. Il limite non si applica per il trasporto scolastico.

Galli a La7: «È una scelta politica»

Sulla decisione di "trasformare" la Lombardia zona arancione è intervenuto anche Massimo Galli, infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano e docente all'Università Statale del capoluogo lombardo. Secondo Galli, intervenuto a Otto e Mezzo su La7 nella serata di sabato 28 novembre, si è trattato di una scelta politica.

«Non ho voglia di parlare di scale cromatiche, sono scelte di tipo politico a questo punto», ha detto durante il programma di Lilli Gruber. «La mia opinione è chiara: io ritengo che se non si manterranno tutta una serie di precauzioni andremo di nuovo a sbattere», ha sottolineato. «Ho incontrato un serie di colleghi e il parere è unanime: siamo felici che il Pronto soccorso non sia più come prima, ma non è quello di prima solo da pochi giorn».

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