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Grosso problema

Niente pista da bob a Cortina: “Quale risarcimento al Veneto?”

La decisione del governo fa discutere

Niente pista da bob a Cortina d'Ampezzo. Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha annunciato la decisione del governo durante la sessione del Comitato olimpico internazionale a Mumbai. Per le gare di bob, skeleton e slittino delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 bisognerà andare all'estero, sicuramente non si andrà su quella di Cesana Pariol costruita per Torino 2006, con Beppe Sala, sindaco di Milano, che ha apertamente detto di vedere di buon l'occhio l'uso della pista di Saint-Moritz (Svizzera).

Tantissime le reazioni generate dall'annuncio del numero uno del Coni, tra cui quella del consigliere regionale Gian Mario Fragomeli (PD): “Cosa succederà adesso alla Lombardia, dopo che il Governo ha bocciato la realizzazione della pista da bob a Cortina? Che prezzo dovrà pagare la nostra regione al Veneto, per compensare una perdita da milioni di euro di indotto? A cosa si riferisce Zaia quando dice che "qualcuno farà un sacrificio e ci daranno qualche disciplina olimpica al momento non prevista"?”.

“Mancano 844 giorni ai giochi olimpici e paralimpici invernali e il Governo di destra in carica è già riuscito a sbagliarle tutte: i giochi, da incredibile opportunità sportiva, turistica e di rilancio dell'economia di questi territori, si stanno trasformando in un capolavoro di passi falsi. Le Olimpiadi Milano Cortina 2026 da oggi potremmo infatti chiamale Olimpiadi di Milano, visto che hanno già perso Cortina, con grande soddisfazione della Svizzera che si vede regalare senza sforzo un paio di discipline olimpiche. Per non parlare delle opere infrastrutturali che sono in un ritardo clamoroso sul cronoprogramma”.

“Ma la vera domanda ora riguarda il nostro territorio. Per placare le ire della Lega in Veneto cosa pretenderà il Governo Meloni dalla Lombardia? Che risarcimento chiederà ora Zaia? E Fontana che non dice nulla? Sa che se ci scipperanno alcune gare anche noi perderemo milioni di indotto? Per fortuna sono tutti leghisti e autonomisti. Prima quel che decide Roma, poi Lombardia e Veneto”.

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