rotate-mobile
Attualità

È scontro sul rientro a scuola in presenza

Il ministro Bianchi ribadisce che i ragazzi torneranno in classe il 10 gennaio: “Il ricorso massiccio alla Dad, oggi, come se i vaccini non ci fossero, sarebbe un errore”. Ma diversi presidi e amministratori non la pensano così

Il 10 gennaio è già qui e mentre mancano mano di 48 ore alla campanella di lunedì mattina è scontro aperto sul rientro a scuola. Come illustrato in articolo dei colleghi di today.it, Amministrazioni locali, ordini dei medici, sindacati e presidi chiedono rinviare almeno di 15 giorni la ripresa delle lezioni in presenza, in considerazione del peggioramento della situazione epidemiologica in Italia. Ma il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi chiude a qualsiasi rinvio parlando della Dad solo come extrema ratio.

In un'intervista al Corriere della Sera, Bianchi ha ribadito che il ritorno sui banchi sarà in presenza per tutti e che la scelta del governo è quella di "tutelare il più possibile la presenza". Al momento nessun Paese europeo avrebbe deciso di chiudere le scuole, ha ricordato Bianchi, specificando: "Se fosse necessario, devono essere le ultime a chiudere. Abbiamo definito i limiti oltre i quali possono scattare delle chiusure mirate con il decreto legge di agosto. Si possono far scattare le lezioni a distanza solo in casi eccezionali. Ma il ricorso massiccio alla dad, oggi, come se i vaccini non ci fossero, sarebbe un errore".

E Bianchi ha risposto anche allo scatto in avanti del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che ha firmato un provvedimento che dispone la sospensione dell'attività scolastica in presenza nelle scuole dell'infanzia, elementari e medie e la chiusura degli asili nido fino al 29 gennaio. Un provvedimento che Palazzo Chigi ha già fatto sapere di voler impugnare.

Zaini e striscioni in piazza per dire no alla Dad: "La scuola è una priorità, chiuderla non può essere l'unica soluzione"

Secondo il ministro dell'Istruzione non ci sono gli estremi per chiudere le scuole. "La legge è molto chiara: permette ai presidenti di Regione di intervenire solo in zona rossa e in circostanze straordinarie. Queste condizioni oggi non ci sono. Ritengo vi siano gli estremi per impugnare quell'atto". Diversa l'interpretazione della Regione Campania, contenuta nell'ordinanza, che specifica come le misure prese siano "strettamente indispensabili a scongiurare il tracollo del sistema sanitario regionale" e "proporzionate e adeguate alla diffusione dei contagi in tutti i territori". La situazione sanitaria nella regione, si legge nel provvedimento, "corrisponde alla fattispecie" di rischio "estremamente elevato" di diffusione del virus che consente anche alle Regioni non in zona rossa "eccezioni allo svolgimento in presenza delle attività educative e scolastiche".

Intanto è in agenda oggi un incontro dei sindacati della scuola con il capo dipartimento del ministero dell'Istruzione, Jacopo Greco, per un'informativa sulle nuove regole per la gestione dei casi Covid, come previste dal decreto legge approvato il 5 gennaio. Norme che vengono illustrate in vista del rientro che è confermato in presenza lunedì prossimo, 10 gennaio.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

È scontro sul rientro a scuola in presenza

LeccoToday è in caricamento