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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Coronavirus, dopo una settimana nuovi casi nel Lecchese: oggi sette tamponi positivi

I dati di giovedì 6 agosto: in provincia il numero più alto dallo scorso 15 giugno a oggi. A livello regionale crescono i guariti e i dimessi dagli ospedali

I numeri del contagio nel Lecchese tornano a salire. E, di colpo, riportano a un mese e mezzo fa. Se per una settimana non si erano registrati tamponi positivi, oggi, giovedì 6 agosto, i laboratori ne hanno registrati sette. Sono sempre numeri piccoli, va sottolineato, ma un dato così "alto" mancava da prima dell'estate, da lunedì 15 giugno 2020 quando se ne verificarono 7. Da inizio epidemia il totale delle persone positive in provincia dunque sale a quota 2.885.

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A livello regionale continuano ad aumentare i guariti e dimessi (+208) e in provincia di Lodi e Sondrio non si registrano nuovi casi. Ricordiamo inoltre che, relativamente al numero dei nuovi "positivi" di oggi, tra i 22 rilevati in provincia di Mantova è compresa la seconda parte (oggi comunicata dai laboratori a Regione Lombardia) dei soggetti riferibili al focolaio di cui è stata data notizia martedì 4 agosto.

I dati di oggi, giovedì 6 agosto

  • i tamponi effettuati: 8.979, totale complessivo: 1.344.362;
  • i nuovi casi positivi: 118 (di cui 18 'debolmente positivi' e 1 a seguito di test sierologici);
  • i guariti/dimessi totale complessivo: 74.080 (+208) di cui 72.634 guariti e 1.446 dimessi;
  • in terapia intensiva: 11 (=);
  • i ricoverati non in terapia intensiva: 168 (+4);
  • i decessi: totale complessivo 16.829 (+5).

dati covid 6 agosto-2

I nuovi casi per provincia

  • Milano: 16, di cui 7 a Milano città;
  • Bergamo: 22;
  • Brescia: 12;
  • Como: 5;
  • Cremona: 6;
  • Lecco: 7;
  • Lodi: 0;
  • Mantova: 22*;
  • Monza e Brianza: 1;
  • Pavia: 5;
  • Sondrio: 0;
  • Varese: 4. 

Covid, assessore al Welfare: nuove regole d'accesso in Rsa, centri diurni disabili e comunità teraperutiche

«L'evoluzione positiva della situazione epidemiologica in Lombardia ha consentito di aggiornare e alleggerire le regole per gli accessi in sicurezza nelle strutture residenziali e nei centri diurni per anziani e disabili, e nelle comunità terapeutiche, garantendo altresì la possibilità di effettuare uscite educative e rientri a casa in perfetto equilibrio fra le esigenze assistenziali e terapeutiche e le norme di prevenzione anti Covid che rivestono una particolare delicatezza nei confronti di soggetti più fragili». 

Lo afferma l'assessore al Welfare della Regione Lombardia illustrando i contenuti del documento approvato dalla Giunta Regionale che specifica le linee di indirizzo per l'accoglienza degli ospiti nelle diverse Rsa/Rsd, nei centri diurni integrati e nelle comunità terapeutiche della Lombardia. 

«La prevenzione di nuovi focolai in queste strutture - aggiunge l'assessore - rimane una priorità assoluta. Nessuno intende abbassare la guardia. Le autorizzazioni e le modalità di accesso dei familiari alle strutture devono essere sempre valutate dal responsabile medico oppure dal Referente Covid-19, a tutela del paziente e degli altri ospiti, al fine di commisurare sicurezza e attenzione ai bisogni di salute anche relazionali. Gli incontri con i genitori e/o altri familiari, infatti, costituiscono spesso parte integrante dei programmi terapeutici dei pazienti, ad esempio, con disturbi psichici e di dipendenza. La medesima valutazione deve riguardare le uscite educative e lavorative o di svago per gli ospiti». 

Gli enti gestori del settore sociosanitario sono chiamati a predisporre un piano organizzativo-gestionale con relative procedure/istruzioni operative, sottoscritto dal Legale Rappresentante, da trasmettere formalmente alla Ats territorialmente competente insieme all'individuazione di un referente Covid. 

Tutte le strutture sociosanitarie (accreditate e a contratto, accreditate ma non a contratto o solo autorizzate), oltre a predisporre il piano organizzativo-gestionale di cui sopra, devono essere attrezzate per l'eventuale gestione temporanea in sicurezza di casi affetti da Covid-19 che dovessero comunque insorgere tra gli ospiti/pazienti. 
«Abbiamo previsto che il tampone pre-ingresso (oltre al contestuale test sierologico) - prosegue l'assessore - potrà essere eseguito direttamente presso il Centro in cui la persona verrà presa in carico, a patto che la struttura stessa abbia individuato l'allestimento di un'area di accoglienza temporanea dedicata e l'adozione di misure organizzativo-logistiche idonee a garantire adeguato distanziamento fisico e isolamento funzionale fra gli ospiti». 

Questa possibilità è garantita in modo particolare qualora l'isolamento fiduciario al domicilio non sia praticabile per motivi sociali, ambientali o familiari, oppure se l'ospite/paziente presenta una grave compromissione clinica, con disturbi comportamentali, con disturbi dello spettro autistico, con disabilità intellettiva o, più in generale, che necessita di alti livelli di specializzazione assistenziale non procrastinabili.

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