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Cronaca Dervio / Via Alessandro Manzoni

«Le porte si sono chiuse, la capotreno non mi ha fatto salire: perché?»

Disavventura per Alpha Sidibe, 35enne di Mandello, alla stazione di Dervio. «Avevo il mio abbonamento, sono corso inutilmente da un vagone all'altro sotto lo sguardo della donna, che mi ha anche salutato». L'uomo ha sporto reclamo a Trenord

«Le porte del treno mi si sono chiuse in faccia, mentre il capotreno, una donna, mi guardava e mi faceva ciao con la mano».

A raccontarci la disavventura, con in mano il reclamo presentato al personale Trenord in stazione a Lecco e la ricevuta dello stesso (nelle foto sotto), è Alpha Sidibe, classe 1984, originario del Senegal e da tre anni in Italia.

Alpha, che risiede a Mandello, venerdì scorso si trovava a Dervio, comune in cui ha già lavorato in passato, per svolgere alcuni incontri mirati alla ricerca di un impiego. Alle 14.54 sarebbe dovuto salire sul treno n° 5275 proveniente da Sondrio e diretto a Lecco, per tornare a casa. «Nevicava quel giorno - racconta l'uomo - Ero arrivato in stazione con un certo anticipo, alle 14.30. Siccome faceva freddo, io e altre due persone abbiamo scelto di aspettare nella sala d'attesa. Quando il treno è arrivato, in lieve anticipo, siamo corsi fuori. Essendo sull'altro binario, abbiamo attraversato tutti e ci siamo portati sul secondo. Ho visto la donna capotreno affacciata fuori dal finestrino, mi guardava: la prima porta mi si è chiusa in faccia, quindi sono corso all'altra, dove intanto la gente saliva, ma anche quella si è chiusa e lo stesso mi è accaduto con la terza. Nel frattempo guardavo la capotreno con il mio abbonamento in mano. Lei mi ha salutato con la mano e il treno è ripartito».

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Alpha è così rimasto a Dervio, inebetito di fronte a una scena surreale, alla quale non riusciva a credere. «Non capisco davvero perché sia successo - prosegue amareggiato - Avevo il mio abbonamento valido, non ero in ritardo. Sì, so che ho attraversato i binari e non si può, però lo hanno fatto anche gli altri ragazzi che aspettavano il treno con me. Nel caso, avrei pagato volentieri la multa. Invece non ho avuto la possibilità di salire a bordo».

La domanda che Alpha si pone è semplice: perché? «La capotreno mi ha visto, mi ha guardato tutto il tempo e mi ha anche salutato. Vorrei sapere come mai non ha fatto niente per farmi salire. Sono in Italia da tre anni, ho il biglietto, sono un utente come gli altri. Questo episodio mi ha fatto molto arrabbiare».

Nei giorni scorsi il 35enne, bene integrato in Italia (ha frequentato qui la terza media e corsi di lingua italiana) si è recato in stazione a Lecco per inoltrare a Trenord un ricorso per disservizio. Cosa si aspetta ora? «Che una cosa del genere non ricapiti più. Non voglio rimborsi, vorrei soltanto delle spiegazioni: soltanto capire chi e perché non mi ha fatto salire su quel treno».

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