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Cronaca Barzio

ESCLUSIVA LT | Intervista al lecchese nel Donbass

Vittorio Rangeloni, 23enne di Barzio, geometra, qualche mese fa ha preso la via del Donbass: "Ma non sono qui per combattere"

Partire da Barzio per il Donbass a 23 anni, regione dell'Ucraina che prende il nome dell'omonimo fiume, in una zona dove la guerra contro il governo di Kiev imperversa da tempo e non sembra ancora vedere la parola fine, è una di quelle scelte che è destinata a cambiarti la vita per sempre.
Vittorio Rangeloni, diplomato geometra presso l'Istituto "Bovara" di Lecco e madrelingua russo, ha deciso di raccontare la sua storia in esclusiva a LeccoToday, di come sia partito dalle raccolte fondi organizzate dal Coordinamento Sociale per il Donbass e sia arrivato a vivere questa esperienza.

Vittorio, come puoi immaginare, tutti in città si stanno domandando se ti trovi in Donbass per combattere...
"Innanzitutto voglio ringraziarvi per aver contattato direttamente me prima di andare a tormentare la mia famiglia o scrivere senza sapere la verità, come purtroppo è successo.
In guerra ci sono molti modi per combattere e non per forza utilizzando armi da fuoco. Lavoro, a costo zero, presso l’agenzia di stampa del Ministero dell’Informazione della Repubblica Popolare di Lugansk. Il mio compito, diversamente da quanto già scritto in Italia da persone che non conoscono né me né la mia storia, è quello di combattere la disinformazione e la propaganda che viene propinata in Occidente fornendo informazioni direttamente dall’interno del conflitto, bypassando le favole scritte da qualche incravattato dietro una scrivania a migliaia di km di distanza.
Un’altra battaglia che porto avanti è quella contro il genocidio silenzioso della popolazione voluto dalle autorità ucraine. Nel Donbass è infatti stato imposto il blocco della circolazione di beni e persone dai checkpoint. In parole povere hanno tagliato il rifornimento di qualsiasi cosa: dai generi alimentari ai medicinali, oltre che del rifornimento dell’acqua, in quanto i bacini idrici si trovano dalla parte ucraina della linea del fronte. Gli unici aiuti, possono arrivare dalla Russia. Anche l’Italia non fa mancare il suo aiuto grazie al lavoro di associazioni con cui collaboro attivamente come il “Coordinamento Solidale per il Donbass” e l’associazione romana “Speranza”. Vengono fatti recapitare in loco aiuti finanziari, vestiti e medicinali che, in stretto coordinamento con deputati locali ed amministrazione, consegno di persona a chi ha bisogno."

Cosa ti ha spinto a Lugansk?
"L’amore per la libertà. Qui è in corso una subdola guerra civile cercata, voluta e sostenuta da chi probabilmente nemmeno sarebbe a conoscenza dell’esistenza di questa regione, se non fosse per il fatto che confina con la Russia rendendola geopoliticamente preziosa. E’ una Guerra civile europea dove delle persone, hanno deciso di opporsi all’imposizione forzata (via rivolta di piazza Maidan a Kiev) del modello “occidentale” nelle vesti di NATO, TTIP, Troika, Ipercapitalismo ed oligarchie criminali. Qui la gente vuole semplicemente vivere decidendo da sé cosa sia bene o male, con chi commerciare, che lingua parlare, quale Dio pregare, senza che ci sia qualcuno a decidere per loro. Cose che nella nostra stessa civilizzata Italia non sono più possibili."
 
Hai detto di lavorare presso un'agenzia di stampa del Ministero dell'Informazione e di occuparti di aiuti umanitari. Come si concretizza la tua attività?
"Entrambe le attività sono collegate con le istituzioni locali. Come dicevo prima, la Guerra si combatte anche con le informazioni e per questo motivo, ho intrapreso una collaborazione con l’agenzia LNR Today che è una redazione ministeriale composta da uno staff di giornalisti e corrispondenti di guerra. Con loro ho la possibilità di conoscere la realtà in ambito istituzionale, ossia sul procedimento di costruzione della Repubblica e della vita quotidiana della stessa, arrivando a parlare con ministri, deputati e comandi militari. D’altra parte, mi consente di muovermi anche sul fronte nelle trincee, parlando con i combattenti e anche constatando come in realtà la guerra sia tutt’ora in corso. Il tutto lo riporto poi sulla pagina facebook “LNR Today Italia”.
Nel campo degli aiuti umanitari, collaboro con Andrea un altro italiano presente a Lugansk, con un deputato del luogo e con l’amministrazione statale. Nello specifico mi occupo di tutto il processo di gestione degli aiuti umanitari: dalla ricezione e l’acquisto di beni, nel caso si tratti di aiuti economici, fino alla consegna di persona. Il tutto e’ effettuato in base alle reali esigenze delle singole famiglie o di asili, scuole ed ospedali. Tutti i soggetti che necessitano di aiuto infatti, si registrano presso l’amministrazione che stila poi un elenco determinando le priorità di aiuto, andando poi a fornire assistenza a chi ha più urgenza. Credo che sia retorico sottolineare che il bisogno aiuto è enorme: gli stipendi sono bloccati da mesi, tanti sono rimasti senza casa ed i prezzi sono, ai più, inaccessibili."
 
Raccontaci la tua giornata tipo.
"Una vera e propria giornata standard non esiste in realtà. Capita di passare giornate intere, oppure notti al fronte, così come ad esempio, ieri, ho attraversato tutto il Donbaass per ritirare degli aiuti umanitari che sono stati inviati dall’Italia. Cerco di conciliare quotidianamente entrambe le “battaglie”. Gli unici momenti che ho liberi, sono quelli in cui traduco oppure riporto le notizie sulla pagina che gestisco. Giorni di riposo non esistono…"
 
Com'è la situazione attuale nel Donbass? Perché da noi non se ne sente più parlare...
"La situazione rimane tesa, nonostante in Italia e nel mondo si crede che ci sia in vigore la tregua di Minsk, proprio ieri mattina, sono caduti 3 missili in periferia di Lugansk. Nei centri abitati di confine è ancora peggio, specialmente se consideriamo la zona di Donetsk: si registrano mediamente un centinaio di violazione della tregua al giorno! Tutto fa pensare che questo conflitto non finirà molto presto e voci affermano che presto riprenderanno i conflitti su vasta scala. Ogni giorno si registrano ancora morti e feriti (9 su 10, secondo le statistiche sono civili), interi villaggi vengono rasi al suolo, la gente è senza cibo e l’acqua scarseggia. Tutto questo nel silenzio dell’Occidente."

Vittorio e Andrea consegnano aiuti umanitari a un asilo di Lugansk-2Vivendo in una zona di guerra, qual è l'episodio o l'emozione che non potrai mai dimenticare?
"Di situazioni forti ne vedo quotidianamente. Un episodio che non dimenticherò mai e’ il mio arrivo a Lugansk, il primo vero contatto con la guerra e le sue conseguenze. Appena sceso dal pullman, con zaino in spalla e bottiglia d’acqua naturale in mano, vedo che un signore anziano che girava con vergogna a chiedere qualche rublo per comprarsi il pane. Appena gli passo accanto, mi ferma con voce tremolante chiedendo di poter bere un sorso d’acqua, per poi benedirmi facendomi il segno della croce dopo avergliela regalata. Ho notato che gli occhi da prima spenti, si sono illuminati di riconoscenza.. per un gesto così piccolo…"
 
Hai intenzione di tornare a casa?
"Certo, in Italia ho la mia famiglia e persone a me care. Al momento però la mia strada è questa. In Italia avevo molti più vizi e comfort, qualche euro in tasca, un letto su cui dormire. Qua non ho nulla di ciò. Qua vedo molta più miseria, vero. Ma in compenso vedo la gente non si arrende e vuole riscattarsi, è disposta a combattere per la libertà e vive ancora di emozioni reali, di valori e con dignità. Ho sempre preferito i fatti alle troppe parole e qui, mi trovo a mio agio condividendo valori comuni che in Italia hanno soppresso."
 
Grazie Vittorio e in bocca al lupo per tutto quello che stai facendo!

Video concessi da LNR Today - Italia

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