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Cronaca Calolziocorte

Lutto nel mondo del giornalismo lecchese: ci ha lasciato Umberto Filacchione

Classe 1945, per decenni ha rappresentato un riferimento nella cronaca giudiziaria. Ex vicesindaco di Calolzio, vulcanico e sempre disponibile, ha trasmesso la passione al figlio Matteo, nostro collega

Lutto a Calolziocorte e nel mondo del giornalismo lecchese. Si è spento nella notte Umberto Filacchione, classe 1945, cantore per decenni dei più importanti fatti di cronaca del nostro territorio. Persona stimata e stimabile, era il papà dell'amico e collega Matteo - avuto dal matrimonio con Giuliana -, al quale fin da ragazzo ha trasmesso la passione per la professione e cui vanno le condoglianze di tutta la redazione di LeccoToday e di Citynews.

Diplomato ragioniere, a settembre Umberto avrebbe festeggiato i 50 anni di iscrizione all'albo dei consulenti del lavoro in qualità di professionista. Al suo mestiere, condotto attraverso lo studio di famiglia, ha sempre affiancato l'amore per il giornalismo, autentico e scrupoloso: nel 2021 l'Ordine dei giornalisti della Lombardia lo aveva premiato per il cinquantesimo di iscrizione all'elenco Pubblicisti. Filacchione ha rappresentato un riferimento in particolare nell'ambito della cronaca giudiziaria (frequentando per anni le stanze di Tribunale e Procura), legando la sua firma a Il Giorno, testata alla quale era particolamente affezionato avendo ricoperto a lungo il ruolo di redattore, ma anche a Il Giornale di Lecco, L'Eco di Bergamo e La Provincia di Lecco. Per un breve periodo aveva collaborato inoltre con Lecco Domani e La Gazzetta di Lecco.

Umberto Filacchione (1)

Altra sua grande passione era la politica: di formazione socialista, a cavallo fra gli anni Settanta e Ottanta ricoprì la carica di assessore e vicesindaco a Calolzio all'interno della giunta del sindaco Colombo. Dotato di un'intelligenza molto razionale e di un'ironia raffinata, grande lettore (era solito acquistare fino a una decina di quotidiani ogni giorno), in età giovanile Umberto aveva offerto un contributo alla sua amata Calolzio anche attraverso il Centro culturale Kennedy, di cui fu tra i fondatori. Sua seconda casa era la Liguria, ma non disdegnava viaggiare oltreconfine: la Francia tra le mete preferite.

Umberto lascia la moglie Giuliana, il figlio Matteo con Annalisa, il fratello Adelio, ex gloria dell'Ac Lecco, con Rosalba, Roberta e Carlotta. Il funerale sarà celebrato mercoledì alle ore 15 alla chiesa arcipresbiterale di Calolzio. La salma si trova alla camera mortuaria dell'ospedale Manzoni di Lecco e da mercoledì alle 10 sarà a disposizione per le visite nella chiesina di Lourdes a Calolzio.

"Abile cacciatore di notizie"

In queste ore sono in tanti a piangere Filacchione tra le centinaia di colleghi che con lui hanno attraversato un lunghissimo arco di giornalismo lecchese. "Il mio ricordo non può non essere influenzato da mezzo secolo di amicizia, prima famigliare, poi professionale - sono le parole di Marco Calvetti, tra le penne più autorevoli in città e amico fraterno di Umberto - Con lui, Giuliana e Matteo ho viaggiato, trascorso vacanze, pranzi e cene a lui, formidabile forchetta, certamente care; e poi il vasto e lungo nel tempo territorio professionale dei giornali, nei quali abbiamo anche lavorato fianco a fianco. Chi era l'Umberto giornalista: un mediano di centrocampo cacciatore di notizie, dotato di fiuto e di quello stile solitario proprio dei cronisti specializzati in giudiziaria che, come si dice in gergo, indagano in proprio per dare un buco alla concorrenza. Del suo mestiere non riteneva la scrittura prevalente e privilegiava, anche per doti personali, l'informazione tout court che stava a lui come il miele alle api. Come testimonia l'amata moglie Giuliana, la sua casa era un deposito permanente e disordinato di carta. Comprava e leggeva sino a sette, otto quotidiani al giorno, per tacere delle riviste e dei libri. Quando era all'estero, specie nella sua amata Provenza, non c'era giorno che non mi chiamasse e spesso, invece di raccontarmi paesaggi e bellezze, mi leggeva i titoli e le notizie dei giornali francesi. Una vera e propria mania. Aveva una facilità di parola orale manifestata inoltre nella sua esperienza amministrativa che lo portò a essere vicesindaco di Calolzio, anche se la politica negli ultimi anni lo aveva disgustato e non c'era bandiera che gli piacesse sventolare. Ma in queste ore in me prevale la commozione per l'amico perduto, che nella sofferenza del suo ultimo anno di vita ho seguito passo passo, pur vedendolo poche volte. Perché a lui non piaceva farsi vedere in condizioni debilitate, avendo sempre vissuto un'esistenza vulcanica e a tutto tondo. Era burbero talvolta, ma gioioso nell'animo, come quando, al di là della strada, ti salutava con la sua inconfodibile voce tonitruante".

"Passione per i giornali più unica che rara"

Tiziano Sala, grafico e poi dirigente al Giornale di Lecco e alla Gazzetta di Lecco, e la moglie Laura Achler, giornalista di lungo corso e già direttore della Gazzetta, lo ricordano al loro fianco in numerose esperienze editoriali: "Sono in pochi a saperlo ma fu tra i fondatori, insieme ad Armando Sala e all'ex sindaco di Calolzio Giuseppe Bussolati, di un giornale di cronaca calolziese, Il Cuneo: un periodico molto vivace e attento ai fatti locali. Raccontarono attraverso un'inchiesta un eclatante caso di un omicidio rimasto purtroppo impunito. Umberto aveva uno spirito polemico, ma in maniera assolutamente bonaria. Lo si poteva trovare ogni mattina all'edicola della stazione di Lecco perché riusciva a reperire quotidiani che all'epoca non si trovavano in altre edicole, persino edizioni regionali. Era un grande cacciatore di notizie ed estremamente puntiglioso".

"Una persona buona che ha dato tanto"

Così lo ricorda Alberto Bottani, giornalista mandellese e papà di Annalisa, compagna di Matteo. "Ciao Umberto. A tante, tantissime persone lasci qualcosa del tuo essere stato una persona buona. Riguardo la tua fotografia e con quella mi si ricollegano tutti quei momenti oggi purtroppo solo ricordi. Ti conoscevo da tempo, da anni, quando leggevo i tuoi articoli. Poi, in seguito, ci siamo ritrovati legati da motivi famigliari. Con te parlavo di tutto. Politica, cronaca locale e delle piccole grandi cose che la vita ci poneva davanti. Un discorrere piacevole, pacato, distensivo che da oggi mi mancherà. Le persone passano, ma con te rimangono i ricordi, per me indelebili, sempre presenti in quel tuo sorriso bonario intriso della disponibilità che faceva di te una grande persona amata e stimata da tutti. Non ci sono momenti particolari che voglio tenere nel mio bagaglio a custodia dell'averti conosciuto e apprezzato. I nostri incontri sono sempre stati un 'pieno' di tutto ciò che mi riempiva di crescita conoscitiva, culturale, e del passato a livello locale di cui da giornalista quale sei stato hai condiviso, scritto e vissuto. Abbraccio tuo figlio Matteo, tua moglie Giuliana, con te entrati nella mia vita con quel grande tesoro di umanità che hai saputo trasmettere".

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