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Ancora disagi / Maggianico / Via Mario Martelli

Maggianico, i vandali non accettano il regolamento del parco: bruciato il cartello

Dopo le segnalazioni dei cittadini era stato posizionato un cartello, dato alle fiamme venerdì notte

Proseguono i disagi al parchetto San Rocco di Maggianico. Gli ultimi eventi si sono registrati durante il fine settimana del 5-6 febbraio, quando un gruppetto di giovani è tornato a fare capolino dell'area verde aperta al pubblico 24h24. Facciamo un piccolo passo indietro nel tempo: dopo le recenti segnalazioni dei residenti, di cui noi stessi ci siamo occupati, l'area 6 del Comune di Lecco (governo del territorio, opere pubbliche, manutenzioone e decoro urbano) ha provveduto a far posizionare un cartello riportante il regolamento sul muretto di cinta che delimita la zona. Regolamento evidentemente non gradito dai ragazzi che, soprattutto durante la fascia serale, la frequentano: venerdì notte lo stesso è stato bruciato, inoltre sono stati abbandonati sassi e rifiuti sul prato, il tutto a pochi centimetri di distanza dai cestini.

“Il cartello, un foglio imbustato messo sul muretto, era inadeguato - raccontano i residenti - e sabato mattina è stato trovato bruciato. La segnaletica dev'essere stabile come da prassi, come quella affissa per il divieto di accesso dei cani, ma rimane il problema che questi atti vengono compiuti di notte; del resto, se il parco rimane aperto i vandali possono fare quello che vogliono”. La richiesta, infatti, è quella di cintare tutta l'area per renderla inaccessibile durante le ore serali e notturne.

I disagi dei residenti a Maggianico

Nella sua complessità, il problema si trascina ormai dal 2020, ovvero dalla riapertura dopo i due mesi di lockdown stringente cui è stata posta tutta la popolazione: “Il parchetto San Rocco sta causando disagi ai residenti della zona, dato che viene frequentato di giorno e di notte da gruppi di ragazzi che poi si fermano fino a tarda ora e abbandonano vari rifiuti nel verde”, ci avevano raccontato i residenti a febbraio. La fase acuta si è avuta durante l'estate 2021: “In quel caso il gruppo è arrivato a essere formato da 20-30 persone, inoltre sono comparse anche delle casse che hanno dato modo di sparare la musica fino alle ore centrali della notte”. Non è sempre stato così, chiaramente: “Fino all'arrivo della pandemia siamo sempre stati dentro livelli tollerabili. Ora, invece, già da febbraio si vedono dei comportamenti inaccettabili. Il rione nel complesso è vivibile, ma si delinea un problema da affrontare soprattutto in vista dell'arrivo della bella stagione”.

La testimonianza è di chi ci vive e ci ha mostrato le fotografie scattate nella mattinata di sabato 19 febbraio: “Oltre alle cartacce abbandonate in giro, abbiamo ritrovato anche un cartello stradale preso da chissà dove e dei sassi che erano stati posizionati su un terrapieno durante la sistemazione dell'area effettuata qualche anno fa, tolti dalla loro sede per non si sa quale motivo”. Una soluzione “potrebbe essere quella di cintare il parco, vietandone l'accesso almeno durante la notte”.

“Non bastano le pattuglie”

Le case della zona sono abitate “da persone non giovanissime, che hanno paura di possibili ritorsioni” da parte dei gruppetti, che in caso di brutto tempo si ritrovano sotto i portici dei condomini: i fatti dell'ottobre 2021, quando a San Giovanni si registrò una brutale aggressione, sono lì a testimoniare che i rischi, nel voler dire la propria, sono da tenere tristemente in considerazione. Sicuramente, e lo dimostrano proprio gli eventi di cronaca provenienti dal rione di Santo Stefano, “inviare qualche pattuglia in più a controllare può fungere da deterrente, ma non basta. Il problema del disagio giovanile è profondo, diffuso a macchia di leopardo in tutta la città, e bisogna lavorare concretamente per trovare delle risposte adeguate. Il grado d'inciviltà e mancanza di rispetto è ben oltre i livelli del tollerabile”.

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