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Domenica, 28 Aprile 2024
La sentenza / Germanedo / Viale Lombardia

Molestie e complimenti spinti: le devono 10mila euro

Il datore di lavoro della donna si è spinto decisamente oltre con “apprezzamenti a sfondo sessuale e comportamenti fisicamente molesti”

Era andato decisamente oltre il limite e il Tribunale l'ha condannato. Un datore di lavoro dovrà versare 10mila euro a una lavoratrice che aveva dovuto subire “consistenti apprezzamenti a sfondo sessuale e comportamenti fisicamente molesti, quali ripetuti palpeggiamenti sui fianchi e sulle natiche”: questo è quanto accertato e sentenziato dal Tribunale di Lecco, che ha così accolto il ricorso di una lavoratrice del settore metalmeccanico che per un anno - da settembre 2020 in avanti - ha subito atteggiamenti molesti in azienda. Ad assisterla gli operatori dell’ufficio vertenze della Cisl. Sempre secondo quanto decretato in corso Promessi Sposi, “le sue esplicite dichiarazioni di dissenso e la reiterata richiesta di un colloquio con la direzione aziendale non sono bastati a mettere fine alle molestie tanto da portarla, nel settembre 2021, a rassegnare le proprie dimissioni per giusta causa” come previsto dal codice civile.

La società ha negato la sussistenza di comportamenti molesti, rifiutandosi anche di riconoscere la dovuta indennità sostitutiva del preavviso, sostenendo che le condotte attuate dal titolare “sarebbero avvenute a titolo personale e non potrebbero generare una responsabilità, contrattuale o extracontrattuale, del datore di lavoro”. Il Tribunale, al contrario, ha invece ritenuto che i fatti fossero rilevanti sotto il profilo della lesione del vincolo fiduciario e da valutare per il loro disvalore sociale, procedendo quindi alla condanna della società al pagamento del risarcimento del danno oltre che dell'indennità sostitutiva del preavviso e delle spese processuali.

“Capita troppo spesso”

“È una sentenza importante perché condanna le molestie riconoscendo l’aggravante della posizione di superiorità gerarchica dell'uomo nei confronti della propria dipendente - ha commentato Antonio Mastroberti, responsabile dell’ufficio vertenze di Cisl Monza Brianza Lecco, dopo la sentenza -. Troppo spesso ci capitano casi di lavoratrici che subiscono atti o commenti a connotazione sessuale da datori di lavoro che approfittano della loro posizione di potere senza rispetto per la persona. Baci, carezze, commenti sgradevoli rappresentano una forma di violenza inaccettabile ma troppo spesso tollerata”.

Antonio Mastroberti

“L’impegno della Cisl, al fianco di Cgil e Uil, per l’eliminazione delle molestie sul lavoro è sempre stato forte e recentemente sono stati compiuti significativi passi in avanti con l’introduzione, nei Ccnl di diversi settori, elementi di sensibilizzazione e contrasto a questo tipo di violenza. È di ieri la notizia della sottoscrizione di un’intesa tra le associazioni datoriali dell’industria alimentare e i Sindacati Fai, Flai e Uila che mira a incrementare le tutele normative in favore delle donne vittime di violenza e a garantire alle vittime il sostegno economico necessario attraverso il coinvolgimento dell’Ente bilaterale di settore (Ebs)”, spiega più generalmente il sindacato lecchese e monzese.

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