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Domenica, 28 Aprile 2024
Cultura

In 3.000 agli eventi Treccani che hanno reso Lecco capitale italiana della cultura

Con il dialogo di oggi tra Bray, Cortellazzo e Turco sul linguaggio della politica si è chiusa la 4 giorni del festival tra incontri, laboratori, parole e musica. Promotori soddisfatti

Ben 14 incontri e lezioni magistrali con più di 30 protagonisti del mondo della cultura, della scienza, dell’architettura, dell’economia; 10 laboratori didattici per bambini e ragazzi; 3 serate "tra musica e parole". Il Festival Treccani della lingua italiana dal titolo emblematico "Le parole valgono" è riuscito a richiamare, attorno alla riflessione sulla parola "stupore", oltre 3 mila presenze, con una partecipazione particolarmente distribuita e articolata per età e interessi. Dal 21 al 24 settembre la città del Manzoni è diventata così la capitale italiana delle cultura.

Mario Romano Negri: "La città ha risposto molto bene a proposte di alto livello"

"Siamo estremamente soddisfatti della risposta che, anche in questa edizione, la città e il territorio di Lecco hanno saputo offrire alla nostra proposta - spiega il presidente di Fondazione Treccani Cultura, Mario Romano Negri - La scelta della parola chiave di questa edizione è stata particolarmente azzeccata, così come si è rivelata positiva la decisione di portare nel cuore della città i nostri incontri: da Palazzo delle Paure a Palazzo Falck, fino al Politecnico. Purtroppo il maltempo ci ha impedito di portare fino in fondo a compimento il nostro progetto, ospitando nel palco di piazza Garibaldi gli eventi musicali serali: la disponibilità dell’auditorium della Casa dell’economia ci ha permesso comunque di offrire ai Lecchesi tre serate da incorniciare".

La preziosa collaborazione con le scuole e l'università

"L’elevato livello dei relatori e la molteplicità delle sfaccettature con cui si è affrontato il tema dello stupore - aggiunge Mario Romano Negri - ha saputo intercettare interessi e fasce d’età molto ampi. La collaborazione con le scuole di ogni ordine e grado e, in particolare, con il Politecnico ci ha dato la possibilità di interagire con tanti giovani. Un grazie di cuore a quanti hanno creduto in noi anche quest'anno, quali partner e sponsor dell'evento".

Il folto pubblico presente all'evento Treccani di oggi, domenica.

Simona Piazza: "Una grande opportunità per promuovere Lecco a livello nazionale"

Soddisfazione anche da parte del vicesindaco e assessore alla cultura di Lecco, Simona Piazza. "Ancora una volta la proposta del Festival Treccani si è dimostrato un evento particolarmente sentito dalla città e dal territorio, oltre che una straordinaria opportunità di promozione a livello nazionale di Lecco. Il format del festival, ormai consolidato al punto da esser stato riproposto anche a Roma e Lecce, consente un incontro diretto con tanti protagonisti dei diversi settori della cultura e della società contemporanea. Un ringraziamento particolare - sottolinea inoltre Simona Piazza - va a tutte le istituzioni, associazioni e aziende che hanno reso possibile questo evento e ai tanti che lo hanno animato con la loro presenza attenta, curiosa e intelligente. Riscoprire il valore di una parola come stupore è fondamentale per una comunità che vuole aprirsi alla bellezza e guardare al futuro”.

Lo stupore sale in cattedra al Festival Treccani della lingua italiana

Parole e politica è stato il tema con cui si è chiuso questa mattina il Festival Treccani. Un dibattito a cui hanno preso parte il direttore dell’istituto della Lingua Italiana Treccani Massimo Bray, il linguista Michele Cortelazzo e la giornalista politica Susanna Turco. Ad introdurre il tema il sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni, che citando due episodi de "I Promessi Sposi" - il discorso di Ferrer di fronte alla folla in rivolta per il pane e il capitolo della peste - si è domandato: "La verità appartiene o no alla politica, è solo retorica o manipolazione, o c’è del vero nei discorsi e nei programmi? In politica si possono chiamare le cose con il loro nome?". E ha continuato: "Oggi in politica è venuto meno il contraddittorio, il dialogo, il confronto. Per i tempi stretti della comunicazione, ma anche per l’obiettivo ultimo di accaparrarsi un titolo sui giornali. Il tweet è l’esempio estremo di questa sintesi, ma anche i tg dedicano alla politica sempre meno spazio. Eppure credo sia necessario che le parole della politica tornino ad essere parole di sostanza e di valore".

Il delicato tema della "disintermediazione"

Massimo Bray, dopo aver ricordato che "da sempre Treccani lavora sulle parole e che, per sua stessa missione, ha il compito di seguire la lingua che cambia; e nella politica la lingua eccome se cambia" ha
introdotto un concetto fondamentale per spiegare l’evoluzione del linguaggio nella politica: "la disintermediazione", ovvero il venir meno, innanzitutto da parte di chi si occupa di comunicazione politica, di verificare le fonti: "Se non c’è polemica un giornale non verrà comprato. Per questo veniamo riconosciuti se sappiamo strillare. La verità interessa poco". E ciò è anche un effetto dell’avvento del digitale, in cui “la memoria non ha più alcun ruolo, perché tutto è destinato a scomparire presto”. Treccani, invece, crede nel dialogo e nel valore della parola: "Se c’è un luogo da cui ripartire sono le scuole: questo festival nasce e si sviluppa nelle scuole, abbiamo bisogno degli insegnanti perché sono loro i veri mediatori sociali".

Susanna Turco ha quindi argomentato: "Quello che ho visto cambiare è il peso che si dà alle parole. Un politico, nell’era della disintermediazione, non si permette più il lusso di parlare per metafore. E poi, con i social, assistiamo alla creazione di una storia parallela, ad una versione da influencer della politica. “La politica è passata da una funzione pedagogica a quella del rispecchiamento: non offre più una visione, ma chiede all’elettorato cosa vuole che gli venga raccontato, e si comporta di conseguenza”.

Una visione su cui si è detto concorde anche Michele Cortelazzo: "Sono cambiati i mezzi attraverso i quali si comunica la politica. Pensiamo a Mussolini: sebbene fosse predisposto di natura a parlare alle masse, senza l’avvento del microfono non avrebbe avuto sulle folle l’impatto che è riuscito ad ottenere. Il discorso democristiano era intriso di valore pedagogico e di senso di superiorità: nasceva dalla convinzione che il politico fosse più bravo dei suoi elettori, che lo delegavano a fare ciò che essi non erano in grado di fare. Poi è arrivata la Tv a colori e le emittenti commerciali e la riforma della Rai ha determinato un cambiamento nell’informazione: da una prospettiva pedagogica a quella di rispecchiamento della cronaca. Infine c’è stata la rivoluzione di Berlusconi: io sono come voi, parlo come voi".

Gli organizzatori del festival "Le parole valgono"

Il Festival Treccani della lingua italiana #leparolevalgono è stato organizzato a Lecco dalla Fondazione Treccani Cultura e dal comune di Lecco, con il patrocinio e il contributo della Regione Lombardia e della Camera di commercio Como-Lecco; in collaborazione con Intesa Sanpaolo e il Politecnico di Milano - Polo territoriale di Lecco; con il contributo di Univerlecco, Acinque, fondazione Giancarlo Pallavicini, fondazione Comunitaria del Lecchese, Linee Lecco, Bcc Valsassina, Bcc Brianza e Laghi, Novatex, Confcommercio Lecco, Confindustria Lecco e Sondrio, Confartigianato imprese Lecco. Il tutto con il sostegno di Treccani reti, edulia-dal sapere Treccani, Treccani accademia. Media partner: Rai cultura e Rai radio 3.

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