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Sabato, 27 Aprile 2024
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Vaccini covid, Gallera travolto dalle polemiche La Lega si dissocia, accuse dall'opposizione

Fanno discutere le affermazioni sui medici in ferie a parziale giustificazione della campagna a rilento. Anelli, capogruppo del Carroccio: «Scusante che non sta né in cielo né in terra»

Bufera su Giulio Gallera, assessore al welfare di regione Lombardia, finito al centro delle polemiche dopo alcune frasi sulla campagna di vaccinazione anti covid e ormai scaricato - o quasi - anche dalla sua stessa maggioranza.

«Chi utilizza delle graduatorie riferite a tre giorni, di cui uno festivo, per continuare a cavalcare polemiche pretestuose, dimostra assenza di responsabilità istituzionale e politica - sono state le parole di Gallera, e ancora - Nei giorni delle festività parte del personale ha goduto di un sacrosanto riposo, visto che dal mese di febbraio, come in nessun'altra regione italiana, è sotto pressione per la violenza con cui il virus ha colpito il nostro territorio. Si prevede una capacità di somministrazione iniziale fino ad un massimo di 10mila dosi al giorno, che potrà essere successivamente incrementata fino a 15mila». Numeri che secondo l'assessore permetteranno di rispettare il piano vaccinazioni, ma che lasciano molte perplessità anche fra gli esponenti della maggioranza regionale.

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Una volta lanciato, il boomerang è tornato indietro in tutta la sua forza. Il primo ad attaccare è stato Gianluigi Spata, presidente della Fromceo, la federazione regionale degli ordini dei medici e degli odontoiatri della Lombardia. «Io temo che al di là delle ferie manchi il personale - ha sottolineato all'agenzia Adnkronos - Bisogna assolutamente reclutare medici e infermieri per poter partire in maniera decisa con questa campagna, che non può permettersi ritardi», ha rimarcato il medico.

Quindi è stata la volta del Partito democratico, che da mesi chiede il commissariamento della sanità lombarda. «Siamo di fronte all'ennesima dimostrazione della inettitudine di Gallera, un assessore alla sanità che continua a considerare la pandemia un evento che si può gestire come se fosse ordinaria amministrazione e che per questo da un anno danneggia i lombardi e la loro salute», il durissimo j'accuse di Franco Mirabelli, vicepresidente dei Dem al Senato. «Il fatto che la Lega finalmente se ne sia accorta non esenta il partito di Salvini dalla responsabilità di aver condiviso tutte le scelte e le responsabilità dell'assessore - ha evidenziato l'esponente democratico - Il fallimento della sanità lombarda di fronte alla pandemia è il fallimento di tutto il governo regionale a cominciare dal presidente Fontana».

La Lega, appunto. Perché la vera novità delle ultime ore è che anche gli amici sembrano aver scaricato Gallera. Il Carroccio ha infatti subito fatto sapere che «le dichiarazioni dell'assessore non rappresentano il pensiero del governo della Lombardia», pur sottolineando che «non possono comunque essere strumentalizzate dal governo per accusarci di ritardi nella campagna vaccinale». Ancora più chiaro, se ce ne fosse stato bisogno, il commento di Roberto Anelli, capogruppo leghista in regione: «Non sta né in cielo né in terra la scusante dei medici in ferie. Non possiamo ritardare le vaccinazioni con una giustificazione simile».

M5S: «Scaricabarile sui medici inaccettabile» 

«Apprendiamo che, attraverso un lancio anonimo di agenzia, la Lega avrebbe sfiduciato pubblicamente l'assessore Gallera. Ora ne attendiamo le inevitabili dimissioni, come il Movimento Cinque Stelle chiede dalla scorsa estate. Questo non sia il tentativo della Lega di smarcarsi dalla disastrosa gestione della pandemia e del sistema sanitario lombardo. Lo scaricabarile sui medici lombardi in ferie, per coprire i ritardi di Regione Lombardia nell'avvio della campagna vaccinale anti-Covid, impietoso il confronto con le altre regioni, è solo l'ultimo increscioso episodio di una catena di inadeguatezze che si susseguono dal mese di marzo» dichiara il capogruppo del Movimento Cinque Stelle in Regione Lombardia, Massimo De Rosa. «Gli errori di Gallera sono quelli del presidente Fontana e della sua maggioranza, i quali, fino all'ultimo, ne hanno avallato e sostenuto l'operato» conclude De Rosa.

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