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La Funivia di Erna: una storia in salita

Quella della Funivia di Erna fu davvero una storia in salita, dovuta forse all’utopia progettuale stessa

I Piani d’Erna, probabilmente abitati anche in epoca pre-romana, in realtà ebbero funzione di pascoli estivi dal 1500 e come risorsa per legname per i carbonai. I Piani furono sfruttati anche per l’estrazione del ferro anche se di scarsa qualità. Purtroppo lo sfruttamento del legname ad Erna e l’arrivo del massivo turismo verso il Resegone, portò nel 1910 all’estinzione del lupo nei Piani d’Erna e al disboscamento di grandi porzioni del piano. Ma la storia di Erna non si limita a ciò, infatti, durante la seconda guerra mondiale fu terreno di scontro tra partigiani e nazifascisti (leggi anche “Storie di Resistenza: Il rastrellamento d'Erna”). Una lapide sulla facciata della chiesa consacrata nel 1761 ricorda ancora oggi la morte di due partigiani. Infine, in seguito ad una rappresaglia nazista i Piani vennero messi a ferro e fuoco sempre durante la seconda guerra mondiale.

I piani d'Erna innevati negli anni '80, credito fotografico: Lecco d’una volta-2

La Funivia di Erna:

La funivia che collega Versasio ai Piani d’Erna fu realizzata nel 1965, anno in cui fu realizzato un piccolo comprensorio sciistico, che arrivò a contare una manovia per principianti e quattro skilift, denominati Chignolo, Roccia, Teggia e Bocca 2. Questi sono in verità solo una parte di un progetto ben più grande che formularono intorno al 1960 alcuni imprenditori lecchesi, tra cui Angelo Beretta, proprietario della nota ditta di caldaie, e l’ingegner Riva. In teoria il progetto prevedeva infatti un ulteriore tratto che giungesse fino alla vetta del Resegone con l’obiettivo di far divenire Erna una vera e propria città satellite di Lecco in quota. Il progetto originale, infatti, avrebbe dovuto constare di sei piccoli quartieri: Funivia, Bocchetta, Romini, Laghetto, Teggia e Ospitale, collegati da un’arteria principale e da una fitta rete di percorsi pedonali. A capo di questo progetto vi fu l’architetto milanese Gianfranco Gelatti Mach de Palmstein che venne incaricato di stenderne il piano urbanistico.

La funivia per i Piani d'Erna in un'immagine di fine anni Sessanta

Gli impianti godevano di buona frequentazione già prima della Seconda Guerra Mondiale, grazie soprattutto all'estrema vicinanza con la città di Lecco. Ciò nonostante, il conflitto e il difficile periodo susseguente fece scemare parecchio quella frequentazione. A ciò, negli anni novanta, la diminuzione delle nevicate creò ulteriori difficoltà all'apertura regolare degli impianti. I gestori si trovarono così in difficoltà. Oltretutto nei primi anni del nuovo millennio gli impianti della stazione, funivia compresa, erano ormai tutti prossimi alla loro scadenza di "vita tecnica" e per restare attivi avrebbero dovuto essere quasi totalmente ricostruiti.

Persone in attesa che si aprano le porte della funivia di Erna (1986), credito fotografico: Lecco d’una volta-2

Nel 2006 gli enti territoriali locali decisero così di affidare la gestione della stazione ad una nuova società, che avrebbe dovuto impegnarsi nell'intervento di rinnovo della funivia. La scelta ricadde sulle Imprese Turistiche Barziesi, già impegnate nella gestione delle località dei Piani di Bobbio (leggi anche “I Piani di Bobbio: il noto comprensorio sciistico dall’incredibile importanza geologica”) e dei Piani di Artavaggio.

La funivia, completamente rinnovata, riprese a funzionare nell'estate 2008. Ciò nonostante, il futuro dei Piani d'Erna non sarebbe stato più quello di località sciistica, ma di area divertimenti estiva ed invernale, oltre a restare un importante punto di partenza per le escursioni verso il Resegone. Successivamente fu infatti deciso di non riattivare più gli impianti sciistici.

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