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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Calolziocorte

Omicidio Laura Ziliani: in carcere il calolziese Mirto. È il fidanzato di una figlia

Il 27enne e le due ragazze sono indagati per omicidio volontario e occultamento di cadavere

C'è una vera e propria svolta nel caso che vede coinvolta l'ex vigilessa 55enne Laura Ziliani, il cui cadavere è stato trovato tra la vegetazione del fiume Oglio di Temù, in Alta Valcamonica, lo scorso 8 agosto. I carabinieri di Brescia hanno arrestato le due sorelle Silvia e Paola Zani, 26 e 19 anni, entrambe figlie della donna scomparsa, e il fidanzato della sorella maggiore, Mirto Milani. Il giovane, 27 anni, risiede a Roncola San Bernardo (Bergamo) ma ha un passato recente tra Calolziocorte e Olginate. I tre erano indagati per i presunti reati di omicidio volontario aggravato dalla relazione di parentela con la vittima e di occultamento di cadavere.

Le indagini avviate dai militari della Compagnia di Breno parallelamente alle ricerche hanno evidenziato numerose anomalie nel racconto fornito dai tre arrestati, inducendo i carabinieri e la Procura a ritenere poco credibile la versione dell'infortunio o del malore in montagna.

Per queste ragioni, a fine giugno, le due figlie e il fidanzato della più grande, sulla base delle preliminari risultanze investigative, erano stati iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio volontario, aggravato dalla relazione di parentela con la vittima, e di occultamento di cadavere.

mirto milani 2-2

L'arresto

La decisione del giudice, spiega BresciaToday.it, arriva a seguito delle indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Breno, che avrebbero rilevato diverse incongruenze nei racconti dei tre accusati: "la versione dell’infortunio o del malore in montagna" è ritenuta dalla Procura "poco credibile". "Sin da subito – spiegano i carabinieri –, sono risultati sospetti sia l’allarme dato troppo in fretta dalle due figlie, sia il rinvenimento del telefono cellulare, da cui la donna non era solita separarsi, trovato sotto una panca in cantina. Anche la scarpa è stata rinvenuta nel torrente Fumeclo, in un punto che sarebbe incompatibile con la direzione verso monte che avrebbe intrapreso la signora Ziliani".

Quando è stata ritrovata la salma, "la donna indossava solo una canottiera e degli slip, abbigliamento assoluta incompatibile con la ricostruzione fornita dagli arrestati – continuano i militari –. In sede di esame autoptico, il medico legale non ha rilevato segni di lesioni esterne. Inoltre il corpo non presentava tracce compatibili con una lunga permanenza in acqua: l’ipotesi investigativa è che possa essere stato occultato in un ambiente le cui caratteristiche hanno rallentato il processo di trasformazione e decomposizione".

"Sono in corso indagini scientifiche di particolare complessità, al fine di valutare l’effetto degli agenti esterni sul processo di decomposizione corporea – concludono –. I preliminari accertamenti tossicologici eseguiti dall’istituto di medicina legale di Brescia hanno riscontrato la presenza di benzodiazepine nel corpo dell’ex vigilessa". Laura Ziliani, ex agente di Polizia Locale di Temù, al momento della scomparsa era dipendente del Comune di Roncadelle.

“Sono stati loro”

Tempo fa sono arrivate accuse dirette dall'Alta Valcamonica. Si era detto, infatti, convinto "al 99%" che Laura Ziliani sia stata uccisa il sindaco di Temù (Brescia), Giuseppe Pasina, all'indomani della conferma definitiva del fatto che il corpo ritrovato l'8 agosto sulle rive del fiume Oglio appartenesse alla donna, ex vigilessa scomparsa tre mesi prima dopo essere uscita per fare una passeggiata in montagna. "Qui in Paese tutti sospettano delle figlie", aveva riferito il primo cittadino, sicuro che il corpo sia sempre rimasto dove è stato ritrovato e che non crede all'ipotesi di uno spostamento.

"Dicono che il corpo avrebbe dovuto essere più decomposto se fosse stata lì da tre mesi", aveva spiegato Pasina, che invece, avendo parzialmente visto il cadavere e parlato con chi lo ha trasportato, lo aveva descritto in un avanzato stato di decomposizione, tale che "non so se potevano accorgersi se avesse ferite o no". L'assenza di segni di violenza aveva indotto gli investigatori sulla pista dell'avvelenamento e da quel momento - aveva riferito il sindaco - in Paese "tutti sono ansiosi di conoscere il risultato dell'esame tossicologico, per capire com'è stata uccisa e se è vero che è stata avvelenata". Accertamenti che hanno confermato l'avvelenamento.

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