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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Via Malpensata

La richiesta al sindaco: "Lutto cittadino per il ragazzo morto nel lago"

Alessandro Bario e Paolo Trezzi chiedono a Gattinoni "che questo fatto sia e diventi una riflessione cittadina, un pubblico dolore. È una morte ingiusta, serve coltivare il valore della pietà"

Un fatto che ha scosso profondamente la città. La morte di un ragazzo di 18 anni nelle acque antistanti la spiaggia della Malpensata, mercoledì pomeriggio, non può e non deve passare inosservata. Per molti motivi. Perché è l'emblema di una vita di Serie B (e a differenza del calcio, in questo non c'è alcun lustro) che si conclude tragicamente nel nostro lago, in un punto in cui - ironia della sorte - non ci si potrebbe nemmeno tuffare.

Malpensata, i cartelli dov'erano? 

Il giovane era giunto da qualche giorno in Italia dal Gambia, uno dei Paesi più poveri al mondo, dopo avere attraversato le insidie del deserto e poi il mare su una delle tante "carrette" che sfidano le onde del Mediterraneo. Era un sopravvissuto. Ed è un paradosso che abbia incontrato la morte appena giunto in Italia, in quello che sarebbe stato il punto di partenza della sua nuova esistenza.

Da questa storia tragica è nata la lettera che pubblichiamo ai nostri lettori, scritta da Alessandro Bario, cittadino lecchese sensibile (anche per mansioni professionali) alle vicissitudini di chi fugge da condizioni inumane in cerca di una vita migliore e spesso, troppo spesso, incontra invece la morte. Bario, insieme a Paolo Trezzi, chiede al sindaco di Lecco Mauro Gattinoni il lutto cittadino per porre un forte accento sull'accaduto.

"Lo sappiamo che è una richiesta retorica - spiega a LeccoToday - ma è un modo per dare luce a delle vite che altrimenti non ricorderebbe nessuno; sono vite che sarebbero state raccolte da un San Francesco o cantate da De Andrè, ma oggi non abbiamo più né uno né l'altro".

La lettera è stata pubblicata su gruppi Facebook e inoltrata all'Amministrazione comunale di Lecco.

La lettera al sindaco

La solitudine.

Oggi, in città, si è consumato un crimine.

No no, non è stata una rapina, nemmeno un furto in appartamento e neanche una molestia sessuale. E non c'entrano nemmeno i "Coco" o qualche altro abito corruttivo. Anche il vial Turati ne è fuori.

Semplicemente è morto un ragazzo. È annegato. Non ne conosciamo il nome, e che ci importa..., è solo la postilla di un provvedimento burocratico.

Quel che ci importa è l'appuntare alcuni temi.

Ad esempio: il rammentare che esiste un diritto ad emigrare ma che esiste soprattutto un diritto a NON emigrare. E a considerare che l'emigrazione forzata è il più prepotente crimine contro l'umanità mai perpetrato. Più orrendo dei lager, più aberrante delle pulizie etniche, perché impoverisce ulteriormente i paesi di origine e non "arricchisce" (?) i paesi di arrivo.

Ed era arrivato a Lecco, il ragazzo. Qui, fra noi, nella nostra comunità. Ci era arrivato soltanto ieri, mercoledì 18 luglio. Era sbarcato a Lampedusa venerdì 14. Veniva dal Gambia.

Il Gambia... ma dov'è? In Africa? Da che parte?

È il 14° paese più povero del mondo.

Dunque noi ora immaginiamoci questa vita: passare il deserto, arrivare nei lager libici, attraversare il Mediterraneo su delle carrette, e per fare questo, che è costato tanto, racimolare il denaro da grandi clan famigliari che su di noi hanno puntato tutto. Sogni e speranze. Di vita.

Il Lario è bellissimo. E fa molto caldo. Hai 18 anni, è piena estate e sei con tanti amici che per arrivare qua hanno subíto di tutto come te. Nel Lario ti ci butti dentro. Ti ci tuffi. Nuoti, giochi e ridi. E mentre lo fai senti tutto attorno un mondo nuovo. Guardi la Vita.

Poi tutto finisce lì. Come un film. Titoli di coda ed il "the end" sei tu.

È una morte ingiusta. Ci sono migliaia di morti ingiuste ogni giorno. Per questo serve coltivare il valore della pietà. La pietas nel senso latino, laico, pagano, e la pietas nel senso cristiano più profondo.

Il sottoscritto insieme a Paolo Trezzi ha pensato che questo fatto sia e diventi una riflessione cittadina. Che questa morte non la si releghi solo a titolo di cronaca ma che diventi un pubblico dolore. Per questo chiederemo ufficialmente al sindaco Mauro Gattinoni che sia dato il lutto cittadino.

Speriamo in un sostegno di voi tutti.

Alessandro Bario

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