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“Pronto? Vorrei della cocaina”: così funzionava il call center dello spaccio

Gli agenti della Squadra Mobile di Lecco hanno smontato un sodalizio criminale attivo da vario tempo tra Lecco, Bergamo e Monza

Bastava una semplice chiamata al Cup dello spaccio. Una sorta di Centro Unico di Prenotazione, o centralino se preferite, che fissava l'appuntamento tra il pusher e il cliente in vari territori del Lecchese: la cocaina in una mano e i contanti nell'altra pronti per lo scambio, che avveniva sempre in luoghi scelti non a caso tra aree commerciali, chiese, oratori, cimiteri, scuole. Alla Squadra Mobile di Lecco sono serviti due mesi per finalizzare, venerdì, un lavoro impostato già un anno e mezzo fa - e lasciato a lungo nel cassetto per mancanza di personale -, supportata dalla Procura della Repubblica di Lecco che ha messo sul tavolo la richiesta di otto misure cautelari concesse dal Tribunale di Lecco nei confronti del sodalizio criminale.

Video | Così la Polizia ha smantellato il call center dello spaccio

conferenza polizia 9 maggio 20237 Ottavio Aragona Ezio Domenico Basso Gianluca Gentiluomo

Una composizione abbastanza omogenea per la squadra: tutti giovani e marocchini, tranne l'italiano - lecchese e incensurato - del 1970 che è stato arrestato insieme ai colleghi di lavoro. Il territorio era abbastanza omogeneo - Calco, Olginate, Olgiate Molgora, Brivio, Valgreghentino, Airuno, Calolziocorte, Merate, Robbiate e Cisano Bergamasco (Bergamo) - e i trasferimenti avvenivano usando auto e moto intestate a dei prestanome. Decisive le segnalazioni arrivate dai cittadini e delle Polizie Locali di Olginate e Calco, che hanno permesso di ricostruire, sicuramente con una stima al ribasso, il business di affari riconducibile alla compagine criminale: si parla di 8mila cessioni di cocaina accertate per un valore commerciale di oltre 334mila euro.

Chi sono gli arrestati

Due degli arrestati sono finiti in carcere - e uno ci finirà quando sarà rintracciato - altrettanti sono agli arresti domiciliari e, infine, sono stati emessi tre divieti di dimora, con una persona che è ancora alla macchia. Particolarmente rilevante la posizione di due dei coinvolti: durante l'esecuzione delle ordinanze, uno dei soggetti, già destinatario della misura della custodia cautelare degli arresti domiciliari nel territorio provinciale di Monza, è stato trovato in possesso di 590 grammi di cocaina e, quindi, è stato tratto in arresto in flagranza di reato ed è stato portato all'interno del carcere monzese in attesa dell'udienza di convalida.

Un altro dei principali referenti, invece, è stato arrestato all’aeroporto di Orio al Serio mentre stava facendo rientro dal Marocco, dove credibilmente aveva i propri interessi visti i frequenti viaggi compiuti tra lo scalo bergamasco e il Nordafrica.

Un fascicolo rimasto nel cassetto

Un'operazione spiegata nei dettagli dal questore Ottavio Aragona, dal procuratore Ezio Domenico Basso e dal commissario capo Gianluca Gentiluomo. “Questa è la seconda e significativa operazione di contrasto allo spaccio che il reparto mette in piedi dopo quella compiuta in viale Turati. Operazione che adesso è in fase di udienza preliminare e nelle prossime settimane verrà pronunciata la sentenza”, ha aggiornato Basso su quello specifico caso.

conferenza polizia 9 maggio 20232 Ottavio Aragona Ezio Domenico Basso Gianluca Gentiluomo

Questo, invece, riguarda una fetta di territorio ben più ampia e tocca ancora una volta la Brianza: “Sicuramente la Polizia di Stato, come le altre forze dell’ordine, sta mettendo in atto un grande impegno per contrastare i vari fenomeni delinquenziali; quello dello spaccio, come quello dei reati contro il patrimonio e della microcriminalità, è molto diffuso. Il merito è esclusivamente delle forze dell’ordine di aver ottenuto questi risultati e a loro va la mia gratitudine, stiamo tentando di far vivere in una maggiore sicurezza urbana la popolazione”.

“Questo era un fascicolo rimasto nel cassetto a causa delle carenze di organico - ha rammentato il procuratore -. Con la possibilità di non doversi dedicare solamente alle emergenze, il dottor Gentiluomo l’ha ripreso in mano insieme ai suoi uomini e l’ha attualizzato: in breve ci sono state otto misure cautelari, questo significa che la risposta è stata rapida e precisa”.

L'indagine

“L’indagine è nata da alcune segnalazioni arrivate da Calco e Olginate, sia dai cittadini che dalla Polizia Locale - ha quindi fatto presente il commissario Gentiluogo -. Visionando quanto ripreso dai sistemi di sorveglianza abbiamo visto dei movimenti sospetti e da lì abbiamo avviato un’attività durata un paio di mesi che ha portato alla luce un cospicuo giro di traffico di stupefacenti”.

Il sodalizio criminale “era organizzato e prevedeva la gestione tramite un centralinista: era usato un unico cellulare e chi rispondeva si accordava in tutto e per tutto con il cliente finale; era poi lui a mobilitare i vari pusher sul territorio”, con le consegne che avvenivano “in luoghi affollati per non destare sospetti usando dei veicoli intestati a dei prestanome”.

conferenza polizia 9 maggio 20234 Gianluca Gentiluomo

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