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La crisi / Brianza

La crisi del gambero di fiume arriva in Regione: “Serve un lavoro comune”

Giacomo Zamperini tende la mano a Legambiente e WWF: “Collaboriamo”

La situazione del gambero di fiume autoctono preoccupa parecchio. Una situazione critica e che merita tutta l'attenzione necessaria. La specie, difatti, nel comune di Colle Brianza – lungo il torrente Bevera di Brianza in località Val Chignolo e Valle della Taiada – deve fare i conti con la peste del gambero, un fungo che, corrodendo il carapace, annienta i crostacei. L’epidemia è stata scatenata dai gamberi rossi della Louisiana che hanno infestato i corsi d’acqua di tutta Europa con una malattia alla quale, però, essi risultano immuni. 

La crisi arriva anche in Regione, con il consigliere regionale lecchese di Fratelli d’Italia, Giacomo Zamperini, componente della Commissione VI che si occupa di Ambiente e salvaguardia della Biodiversità, che ha spiegato di essere “in costante contatto con gli interlocutori istituzionali, dal sindaco di Colle Brianza agli uffici regionali e provinciali competenti, per monitorare una situazione che sta generando forte preoccupazione tra i cittadini. È stato doveroso da parte del sindaco attuare le opportune valutazioni, utilizzando tutto il tempo necessario per verificare il da farsi e intervenire nel migliore dei modi, anche con il supporto di Arpa. Entro pochissimo tempo posso garantire che saranno messe in atto tutte le iniziative volte a risolvere il problema e tutelare i gamberi sani a monte del torrente Bevera, ancora non intaccati dalla problematica. Stiamo lavorando con gli uffici competenti anche per individuare una strategia che non risulti temporanea bensì risolutiva, e che consenta la definitiva tutela della nostra biodiversità a salvaguardia della fauna autoctona”.

Giacomo Zamperini (Fratelli d'Italia) consigliere regionale lecchese.

Nei giorni scorsi è stata annunciata una diffida nei confronti del Comune da parte degli ambientalisti: “Questo risultato può essere ottenuto anche instaurando una collaborazione proficua tra le associazioni per la tutela ambientale, come il WWF e Legambiente, e quelle venatorie e piscatorie: non ci deve essere una contrapposizione tra loro ma un lavoro sinergico, che porti a uno sforzo comune per intervenire nel migliore dei modi. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di individuare un microrganismo patogeno, un antagonista della specie nociva, in modo tale da ridurne e contenerne la radicazione”.

Cormonani e pesce siluro, gli altri rischi

Un ulteriore problema è dato dall’eccessiva presenza del cormorano, un predatore ingordo che tormenta pesci e pescatori. L’Ispra (Istituto Superiore per la Ricerca e Protezione Ambientale) ha autorizzato l’abbattimento di 346 esemplari nonostante questi risultino essere 9.439 dall’ultimo censimento a livello regionale. “Con forte probabilità il numero effettivo è sottostimato dato il loro continuo proliferare. Solo in provincia di Lecco ve ne sono migliaia, dunque, il piano di controllo e il contenimento permesso deve essere rinegoziato con l’Ispra - ha concluso Zamperini -. La minaccia rappresentata dalle specie alloctone e nocive del nostro lago, come anche la piaga del pesce siluro, interessa tutte le istituzioni, dunque, la tutela delle specie autoctone e tipiche lariane deve essere una priorità nelle agende politiche a ogni livello istituzionale”.

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