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La protesta degli ambulanti al mercato di Lecco: «Chiediamo solo di poter lavorare e di non essere discriminati»

L'iniziativa organizzata da Fiva e Anva, lo sfogo di Sharon e di altri colleghi: «Non chiudeteci più»

«Io sono un'ambulante, vendo abbigliamento da donna. È una vergogna che per la terza o quarta volta, non mi ricordo neanche più, ci abbiamo richiuso. Vai nei supermercati e trovi anche scarpe e vestiti, mentre noi dobbiamo stare fermi. Perchè? Al mercato siamo all'aperto, si rischia molto meno di contrarre il virus. E poi i ristori dove sono? Lasciateci tornare a lavorare. Chiediamo solo questo».

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Ambulanti 2 (2)-2

Lo sfogo, di cui riportiamo la video intervista, è di Sharon Cimino di Abbada Lariana, presente come altri colleghi ambulanti questa mattina, sabato 9 aprile, al mercato di Lecco nell'area ex Piccola. Qui la Fiva Confcommercio, sostenuta anche da Anva Confesercenti, ha organizzato un presidio di protesta per chiedere di poter tornare a lavorare in occasione di mercati e fiere, in zona rossa "aperti" solo al settore alimentare.

Ambulanti cartello-2

Nonostante la notizia arrivata ieri sera del passaggio in zona arancione della Lombardia da lunedì 12 aprile con conseguente riapertura delle attività commerciali, i promotori hanno comunque deciso di confermare l'iniziativa al mercato di Lecco, allo scopo di dar voce agli ambulanti reduci da un anno difficilissimo. Un'occasione nella quale i diretti interessati hanno chiesto di non essere più fermati, ricordando che il virus non si prende quasi mai all'aperto e che tanti di loro sono ancora in attesa dei ristori.

Ambulanti Barbieri-3

«Manifestiamo per far valere i nostri diritti, perché il Governo ci ha penalizzato in modo indiscriminato: è come se noi ambulanti non esistessimo - ha dichiarato il presidente di Fiva Lecco, Rino Barbieri (sopra con il volantino della manifestazione) - Mi riferisco ai ristori e alle aperture dei mercati. Per quanto riguarda il sostegno economico, il 50% degli operatori su area pubblica non percepirà alcunché e chi ottiene qualcosa riceve somme irrisorie. Il tutto mentre in modo incomprensibile non abbiamo potuto lavorare per lungo tempo. Ora chiediamo solo che non ci "richiudano più", dandoci effettivamente i ristori. Ricordo tra l'altro che chi ha avuto il 29,9% di fatturato in meno non riceverà nulla, senza dimenticare i ritardi nella cassa per chi ha dipendenti. Tutto ciò non è giusto. Molti ambulanti - conclude Barbieri - sono esaperati. Chi non possiede il cosiddetto fieno in cascina è alla fame, alla disperiazione, tra mutui per la casa e per il camion, senza dimenticare i mancati introiti e la merce già pagata in magazzino che non può essere venduta».

Vanoli ambulanti Lecco-2

Temi ripresi anche da Valter Vanoli di Anva Confesercenti, il quale ha voluto ricordare che la protesta degli ambulanti è assolutamente pacifica e vuole essere costruttiva anche nel dialogo con le istituzioni. «Come potete vedere la nostra è una manifestazione pacifica nel rispetto di regole e distanziamenti, ma vuole essere un'iniziativa comunque forte per far capire alle autorità competenti che dopo un anno di ripetute restrizioni la categoria è davvero in grandissima difficoltà - ha sottolineato Vanoli - Tanti ambulanti faticano a portare avanti la propria attività. Nelle zone rosse siamo stati tra i più penalizzati, e poi i sostegni economici sono pochi o tardano ad arrivare. Serve maggiore attenzione per il commercio ambulante. La nostra richiesta, avanzata anche alle istituzioni - conclude il portavoce di Anva Lecco - è quella di avere la possibilità anche durante eventuali restrizioni da zona rossa, di poter lavorare comunque essendo all'aperto e adottando le dovute precauzioni».

Ambulante Verano Brianza-2

Tra le testimonianze raccolte anche quella di Rosa Rizzo di Verano Brianza, con una postazione al mercato di Lecco ogni sabato mattina. «Oggi siamo qui a manifestare come ambulanti perchè ormai è già da parecchio tempo che siamo fermi con il lavoro - ha commentato Rosa (nella foto sopra con i suoi due cagnolini) - Anche noi finora abbiamo sempre tenuto le dovute precauzioni, gel, mascherine, distanziamenti, tutto quanto. Ai nostri banchi non c'è mai stato assembramento, magari ci fosse stata più gente... Ebbene, nonostante questo ci tengono chiusi quando invece nella grande distribuzione vendono anche articoli come i nostri, e lì non è tutto transennato. Anzi, ognuno può toccare e ritoccare le merci. Questa differenza non è giusta. Anche dietro le nostre attività ci sono famiglie che devono vivere, mangiare, far crescere i propri figli, andare avanti. Ora siamo davvero stanchi, vogliamo solo poter lavorare».

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