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Presentato "I aventuur de Pinocchio", l'opera di Collodi in dialetto lecchese

Il lavoro porta la firma di Gianfranco Scotti, studioso tra i maggiori esperti degli idiomi lombardi già noto per la sua traduzione in lecchese dei Promessi Sposi

Il mitico burattino in legno di Collodi che ha conquistato intere generazioni di bambini "è diventato lecchese". Il noto studioso Gianfranco Scotti ha infatti tradotto Pinocchio nel dialetto di Lecco e provincia. "I aventuur de Pinocchio. Vultaa in dialètt de Lècch” è il titolo dell'originale volume presentato a Valmadrera in occasione del primo incontro della nuova stagione di "Speciale Uni3", la rassegna che affianca il calendario regolare dell’università della terza età di Valmadrera.

Mercoledì 6 dicembre, nell’auditorium del Centro culturale Fatebenefratelli, l’incontro ha visto come relatore proprio Gianfranco Scotti. Già apprezzato ospite di Uni3, Scotti è tra i massimi esperti nel campo dei dialetti lombardi. Già noto per la sua trasposizione in dialetto lecchese de I Promessi Sposi, ha presentato in anteprima la sua ultima fatica dedicata all'opera di Carlo Collodi.

"Gianfranco rappresenta un pezzo della cultura lecchese e al tempo stesso è uno dei maggiori custodi della stessa" - ha sottolineato il sindaco di Valmadrera Antonio Rusconi precisando inoltre che quest’ultima opera di Scotti non è una mera traduzione di Pinocchio, ma una vera riscrittura. Così come un tempo i traduttori erano anche grandi autori (da Pavese a Quasimodo a Fernanda Pivano) che proponevano quindi traduzioni meno letterali ma di grande valore, così Scotti grazie al dialetto dona al testo vitalità e coloriture inedite. "Oltre ad essere, ovviamente, anche un’opera di salvaguardia: il dialetto lecchese non è mai stato una lingua scritta, ma solo parlata, e la codificazione in un linguaggio affidato alla stampa è il mezzo migliore per tramandare nel tempo una lingua che sta sparendo".

Gianni Magistris, una delle colonne portanti di Uni3, ha quindi preso la parola per ringraziare Gianfranco Scotti e Antonio Rusconi, procedendo poi a leggere la prefazione al libro, scritta da quest’ultimo. Scotti, dopo aver illustrato la difficoltà affrontata nel codificare e conservare una lingua che storicamente è sempre stata solo trasmessa oralmente, ha quindi ricordato brevemente l’importanza e la storia critica dell’opera di Collodi: "Un grande romanzo di formazione dal valore universale, ben al di là dell’immagine di semplice racconto per ragazzi". L’autore ha quindi alcuni brani, tratti sia dalla parte iniziale dell’opera che da alcuni passaggi più movimentati del racconto. La lettura di Scotti riesce a sottolineare la forza icastica del dialetto lecchese, e la straordinaria resa di dialoghi e descrizioni. 

Insieme ad applausi e domande, a Gianfranco Scotti è andato infine il ringraziamento da parte dell'assessore ai servizi sociali Rita Bosisio la quale ha ricordato che il prossimo incontro, in programma mercoledì 13 dicembre, vedrà lo chef Claudio Prandi proporre una seriei di “Piatti per le Feste", dando così preziosi consigli per il pranzo di Natale.

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